Io non ho paura rappresenta un tassello importante nella filmografia del regista Gabriele Salvatores. Nelle sale dal 14 Marzo, il lungometraggio, ambientato negli anni ’70, narra la vicenda di Michele, un bambino di dieci anni che, giocando con gli amici nella campagna lucana, scopre un buco vicino ad una casa abbandonata dove è nascosto un altro ragazzino, Filippo. Si tratta di un sequestro, e nel crimine è coinvolto il padre di Michele. L’opera, tratta dall’omonimo romanzo di Niccolò Ammaniti (che ha partecipato alla stesura della sceneggiatura), è stata presentata con successo all’ultimo Festival di Berlino. Tra i punti di forza del film anche la suggestiva colonna sonora, composta da Ezio Bosso, autore della soundtrack del film cult Ribelli di Vincenzo Terracciano. Giovanissimo, Bosso ha dato una struttura teatrale alle varie scene, realizzando le “14 danze per bambini intorno a un buco”, affidate al Quartetto d’archi di Torino, e una ripresa dell’andante del Concerto in Sib. Magg. per violino e archi 143 “In due cori” di Antonio Vivaldi. Dalla colonna sonora, disponibile su CD (edita dalla BMG), è nato anche lo spettacolo teatrale “Io Non Ho paura: 14 danze per bambini intorno a un buco”, che ha debuttato al Teatro Regio di Torino lo scorso 5 marzo e di scena il 17 marzo all’Elfo di Milano e il 19 marzo all’Auditorium di Roma. Protagonista dello spettacolo, una sorta di viaggio in forma di parole e musica (voce narrante sarà infatti quella dello stesso Salvatores), la musica composta e diretta da Ezio Bosso ed eseguita dal vivo dal Quartetto d’Archi di Torino e dall’Orchestra del Teatro Regio di Torino.
– Ho apprezzato molto il lavoro compositivo che ha realizzato per il film Io non ho paura. Appartieni alla musica contemporanea. Ci sono compositori in particolare che ti hanno ispirato per questa colonna sonora?
Il mio modo di scrivere musica è questo. La musica che scrive Ezio Bosso è questa. Certo, c’è poi una corrente intera che è quella del minimalismo a cui mi rifaccio. Ma nella mia musica c’è anche una presenza barocca.
– E’ questa tua passione per il barocco che ti ha spinto a riprendere l’Andante di Antonio Vivaldi per il finale del film?
L’Andante di Vivaldi è il compimento del film, ma è anche l’origine di tutta la musica. La musica pre-barocca, infatti, ha tutta un’altra forma rispetto alla musica classica che si è sviluppata dal barocco..
– Per Io non ho paura hai lavorato di pari passo con le riprese, o è stato scelto un metodo di lavoro diverso?
Io ho seguito tutta la stesura del film. Con Gabriele Salvatores abbiamo lavorato prima sulla struttura e poi sulla musica. Si è lavorato molto sul pensiero, sullo sguardo e su altri particolari dei personaggi. Quindi abbiamo lavorato di pari passo nel montaggio e nella musica. Infatti, entrambi ci trovavamo in due uffici confinanti, che ci consentivano di stare sempre fianco a fianco.
– Com’è nato lo spettacolo teatrale Io Non Ho paura: 14 danze per bambini intorno a un buco, che ha debuttato al Teatro Regio di Torino lo scorso 5 marzo?
Lo spettacolo è nato da una frase che ci siamo detti in studio: perchè non provare a fare qualcos’altro? Si creava questo connubio con il testro teatrale. Ovvero raccontare la storia secondo una tecnica che appartiene sia a me che a Gabriele Salvatores. La storia, infatti, non è raccontarla ma farla scoprire, e con il teatro ci si riesce benissimo. Il Teatro Regio di Torino ha raccolto benissimo la nostra proposta. C’era molto entusiasmo in sala.
– Hai intenzione di cimentarti ancora nel cinema?
Io sono un cinefilo puro. Ho realizzato in passato anche musiche per film muti. Spesso la musica da film è un esercizio di stile. Nel ‘900 si è un po’ persa l’abilità musicale. Un film come Io non ho paura da sicuramente soddisfazione.
– Come vedi la scena della musica contemporanea italiana?
E’ assolutamente interessante. C’è una grande varietà. Anche se siamo indietro rispetto ad altri paesi. Il minimalismo prende piede solo adesso. La musica contemporanea è in crisi perchè si adegua ad un mercato freddo. E’ importante contestualizzare questa musica. Apprezzo molto Nono, Maderna e Carlo Boccadoro.
Ezio Bosso: dal barocco a Gabriele Salvatores
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