Juri Camisasca è sicuramente uno dei personaggi più singolari nella musica nostrana. Dal suo esordio del 1974 con l’album “La finestra dentro” (etichetta Bla Bla) a oggi l’artista milanese, ma siciliano di adozione, ha realizzato solo quattro album, oltre ad aver scritto brani e partecipato a lavori di amici colleghi (tra cui Franco Battiato e Alice). La musica di Juri Camisasca non è facile da identificare. In ogni suo lavoro l’artista è sempre uscito fuori dagli schemi, realizzando album sempre avanti con gli anni. Da “La finestra dentro” all’ultimo “Arcano Enigma” (1999), passando per l’opera “Te Deum” (1988) e “Il Carmelo di Echt” (1991), tutti intrisi di forte spiritualità, ricerca, riflessione e soprattutto rock, sottolineato da affascinanti chitarre. Siamo riusciti a contattare l’artista, che oggi vive in provincia di Catania. Una telefonata piacevole, memorabile e per noi anche storica, dove l’artista, disponibile sin dall’inizio, ha manifestato un assoluto distacco verso il mondo dell’industria discografica. Anzi, stando alle sue parole, non realizzerà più album. E se ciò fosse vero sarebbe un vero peccato e soprattutto una gran perdita per la musica. Inutile nascondersi: la discografia ha le sue colpe. Non si possono mettere da parte artisti innovativi e “nuovi” come Roberto “Juri” Camisasca.
Come inizia la sua avventura nel mondo della musica? Come è arrivato alla realizzazione dell’album “La finestra dentro” nel 1974 per la Bla Bla?
Ma guarda tutto è successo quasi per caso. In quel periodo mi interessava un pochettino entrare nella cerchia della discografia. Avevo conosciuto un gruppo di persone, e così sono arrivato alla Bla Bla con la quale ho realizzato “La finestra dentro”. A dire il vero mantengo molto distacco verso quel periodo ma anche verso tutto ciò che ho fatto.
Parliamo allora del suo ultimo CD “Arcano Enigma”, realizzato nel 1999 per la Mercury / Universal (con la produzione di Franco Battiato n.d.a.). Mi ha fortemente colpito il testo di “Zodiaco”. L’astrologia l’ha influenzata realmente nella composizione di questo brano?
E’ stato un gioco. E’ una cosa normale quando metti all’interno dei testi certe tematiche. Non potrei mai scrivere “Come è bella la guerra”. In questa canzone l’astrologia viene utilizzata a livello di gioco. Io non credo negli oroscopi e in queste cose, anche se ai nostri tempi tante persone seguono l’astrologia.
L’album è stato suonato con tre / quarti dei Bluvertigo. A accezione del tastierista Andy, ci sono Morgan, Livio e Sergio. Come è nata la decisione di utilizzare giovani musicisti, appartenenti alla schiera del cosiddetto nuovo rock italiano?
Loro sono amici. Per questo progetto mi serviva una base strumentale e un certo tipo di suono. Loro sono stati disponibili sin dall’inizio.
Che cosa ne pensa della mancata promozione fatta dalla casa discografica ad “Arcano Enigma”?
Non ne penso proprio nulla. Il fatto è che questo per un’artista come me è sempre normale, nel senso che è sempre accaduto.
Tornerà a incidere altri lavori?
Non credo proprio. Mi sento molto distaccato da questo ambiente. Per questo credo che sarà molo difficile che io torni in studio.
Un’ultima domanda. So che ama molto dipingere, e che è specializzato nella pittura sulle dorature. Che cosa rappresenta per lei la pittura?
Io dipingo spesso… tra l’altro lo stavo facendo proprio in questo momento. Per me dipingere è un modo per entrare in una certa dimensione. Mi consente di stare ad un livello di quiete interiore. Dipingo come rituale.