Intervista a Federico Guglielmi
di: Antonio Bacciocchi
Una vita per e nel rock'n'roll. Ne abbiamo parlato con Federico Guglielmi redattore del "Mucchio Selvaggio" e non solo. Una vita per e nel rock'n'roll. Ne abbiamo parlato con Federico Guglielmi redattore del "Mucchio Selvaggio" e non solo.
TONY
Ci siamo conosciuti praticamente vent‚anni fa e abbiamo collaborato a lungorelativamente all'esperienza Not Moving di cui hai prodotto il 12" "Black And Wild" e l'album "Sinnermen". Secondo te, con il senno di poi, se i Not Moving
(e con loro tanti dei gruppi italiani degli anni '80) avessero avuto il coraggio di andarsene in USA o in Inghilterra , avrebbero avuto qualche chance?
Secondo me no... ascoltati adesso sono ottimi prodotti per il mercato italiano ma nettamente inferiori nel confronto con USA e UK dei tempi.
FEDERICO
A mio avviso, sul piano della creatività, della personalità e della giusta "intenzione", avrebbero invece potuto farsi valere, almeno in un ambito di culto: ritengo, insomma, che un contatto serio e prolungato con il panorama internazionale li avrebbe aiutati a crescere e migliorarsi, cosa che poi avrebbe avuto benefici effetti sulle generazioni seguenti. Un po‚ come è accaduto con la scena hardcore dei primissimi '80.
TONY
Alla fine dei 70's abbracciai prima punk e poi mod, quasi con un senso di missione che condividevo con coetanei e appassionati. Qualcosa del tipo: dobbiamo combattere per fare vincere la nostra musica, la nostra idea... Abbiamo vinto! Il rock, il punk, la musica e l'estetica più "estreme" sono al potere... gruppi come Sonic Youth o Marlene Kuntz per citarne due a caso vanno in classifica e su MTV... E adesso? Cosa ci riserva il futuro? Per cosa combattere?
FEDERICO
Personalmente combatto per l'autenticità musicale e artistica in genere, in contrapposizione alla mistificazione imperante. È una guerra dura, di trincea, che bisogna continuare a portare avanti anche sapendo che sarà impossibile
vincerla sterminando l'avversario. L'imperativo è resistere, con tutti i mezzi a disposizione.
TONY
Quali sono i dischi che hai prodotto (logicamente dopo i Not Moving...) a cui sei più affezionato e che ritieni migliori.
FEDERICO
Non mi piace fare questioni di figli e figliastri... Comunque, quelli che sento più "miei" - anche in termini creativi - sono i primi due album dei Fasten Belt. Sotto il profilo della "simpatia" sono molto legato ai mini-LP di Blackboard Jungle, Birdy Hop e A Number Two, mentre i due 33 giri dei Magic Potion sono quelli che ascolto più frequentemente; ricordo poi con piacere anche il 45 giri dei Gang e quello, doppio, dei Sick Rose.
TONY
Mi ricordo di una visita a casa tua in cui rimasi esterrefatto nel vedere la più completa discografia punk affiancata alla più dettagliata di un personaggio come Enrico Ruggeri... in realtà, cosa ascolti con più piacere quando non sei costretto a farlo dal lavoro?
FEDERICO
Come ascoltatore sono da sempre molto eclettico. Nei (pochi) momenti di relax musicale ascolto soprattutto punk del '77, cantautori italiani impegnati e garage/psichedelia degli anni '60. E ogni giorno, tutti i giorni, almeno un brano di Iggy Pop con o senza gli Stooges.
TONY
Una domanda che faccio sempre ai miei malcapitati: adoro il calcio (mai quanto i Clash), non tanto come tifoso (tifando Cagliari e Piacenza ho poco da gioire...) ma come "mondo". Continuo a considerarlo il linguaggio del popolo, il dialetto che unisce tutti (mi ricordo di come in Messico, in Marocco, a Cipro, in DDR ho passato serate intense a discutere di calcio con persone di
cultura, lingua, tradizioni completamente differenti... solo in USA non sanno un cazzo, con il loro football o il baseball!!!). So che sei un tifoso giallorosso....
FEDERICO
Concordo: la passione per il calcio è universale, un po' come quella per il sesso o la musica. Peccato solo che i troppi interessi economici e la troppa violenza gli abbiano sottratto gran parte del suo „romanticismo". Per quanto
riguarda la Roma... primo abbonamento allo stadio nel 1973, tanti anni di frustrazioni, un meraviglioso scudetto ai tempi di Falcao, Conti e Di Bartolomei (ma quella squadra avrebbe dovuto vincere molto di più), poi altri
anni più o meno bui fino all‚altro scudetto non meno bello. Comunque quella di oggi è in assoluto e in prospettiva futura la Roma migliore che abbia mai visto... speriamo che il giocattolo non si rompa per questioni di soldi. Che altro dire? Non sono di quelli che sostengono ciecamente lo slogan "la Roma non
si discute, si ama"... e infatti spesso la discuto, ma l'amore non è stato e non sarà mai in discussione. Vorrei solo vincesse un po' di più a livello italiano ed europeo, che vantasse una maggior continuità di rendimento. Che fosse, insomma, tra quelle squadre che hanno le carte in regola per raggiungere l'obiettivo, anche se magari non sempre lo centrano... e va bene così, perché a
vincere in continuazione non c'è molto gusto.
TONY
I cinque dischi preferiti, i cinque film preferiti, i cinque gruppi
preferiti.
FEDERICO
Domani cambierò già idea e mi pentirò delle scelte che seguono, o almeno di alcune di esse. Oggi, 1 gennaio 2004, le mie preferenze sono comunque per "G.I." dei Germs, "Goodbye And Hello" di Tim Buckley, "Non al denaro, non all'amore né al cielo" di Fabrizio De André, "The Medicine Show" dei Dream Syndicate e "The Big Heat" di Stan Ridgway. Per i film "Arancia meccanica", "Bladerunner", "L'attimofuggente", "Jurassic Park" (lo so, è assurdo... ma fin da bambino ho il culto dei dinosauri) e "Alta fedeltà"... ma uno di questi potrebbe essere scalzato via da "Kill Bill", quando lo avrò ben rivisto in DVD.
I gruppi? I Velvet Underground del primo album, gli Stooges, i Clash, i Devo degli esordi, i CCCP-Fedeli alla linea. Ma cinque sono troppo pochi.
TONY
Da collezionista, qual è il disco che ti manca e per cui faresti follie? (io ne ho un paio degli Small Faces e uno di Zoot Money che...)
FEDERICO
Non sono un collezionista nel senso tradizionale del termine, anche se amo "accumulare" musica e rispetto all'oggetto-disco - ma solo in vinile - sono anche un po' feticista. Non ho quindi mai fatto vere follie per possedere un album o un 45 giri, visto che comunque riuscivo ad ascoltare in altro modo la musica in esso contenuta. Comunque, rimpiango un po' di aver lasciato in unnegozio inglese, una quindicina di anni fa, una copia di "God Save The Queen" dei Sex Pistols su etichetta A&M, perché costava davvero troppo...
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