Francesco Guccini - Le cose piu' belle (Aliberti Editore), la galassia del cantore di Pavana, analizzata da Annalisa Corradi
di: Giancarlo Passarella
Ritagli di parole, ricordi, immagini e provocazioni. Certo, ma anche la sensazione che questo quasi 70enne poeta ami danzare leggiadro (nonostante la mole!) tra canzonette, libri, degustazioni di vino ruspante ed impegno civile e culturale. Ritagli di parole, ricordi, immagini e provocazioni. Certo, ma anche la sensazione che questo quasi 70enne poeta ami danzare leggiadro (nonostante la mole!) tra canzonette, libri, degustazioni di vino ruspante ed impegno civile e culturale.
Come ha scritto e cantato nel title track dell'album Via Paolo Fabbri 43...Se solo affrontassi la mia vita come la morte, avrei clown, giannizzeri, nani a stupir la tua corte..., fotografia di una epoca che fu', ma che forse non e' molta cambiata ...almeno nello showbiz! Sempre nello stesso brano, amava poi prendersi in giro per quel ruolo importante che la critica gli stava piano piano affidando: pensando proprio a loro, cantava ...ma pensa se le canzonette me le recensisse Roland Barthes! Guccini e' questo e molto di piu': in una gita improvvisata che gli ho fatto il 3 Giugno 1980, con serafica leggiadra mi ha accolto, ha parlottato per 3 ore, ma non ha smesso di fare quello che aveva pianificato: la costruzione di un casetta dove mettere il barometro, un pluviometro arrugginito ed altre cose che riteneva importanti.
Nel libro di Annalisa Corradi non ci sono voli pindarici, itinerari ed emozioni personali di viaggio (con immagini, video e foto), ma nemmeno dotte e dogmatiche analisi filologiche e logiche filosofiche a cui prestarsi: quello che invece viene esaltata e' la memoria (sua ed anche nostra!), perche' frasi e riflessioni (estrapolate dai piu' distinti e variegati giornali, tenendo conto dell'arco della sua intera attivita' artistica) appaiono con vario peso e lunghezza, come fossero graffiti di un muro vicino ad una scuola o pagine di un diario di una volta, quello dove si incollavano tutti i ritagli in cui ci si imbatteva, perche' in qualche modo rappresentavano un nostro slancio o una passione. Oppure perche' molto piu' semplicemente ci avevano incuriosito.
Dire che questo libro rappresenta una sorta di viaggio nella vita personale e artistica di Guccini e' forse troppo, ma sicuramente offre al lettore un canovaccio su quello che pensa il pensatore e su quello che canta questa cantautore cosi' anomalo da sembrare nato in epoche lontane ed in territori che forse non esistono piu' nemmeno al cinema. E questo mondo della celluloide e' l'ultima serafica sirena da cui il cantore de La Locomotiva si e' fatto attrarre, offrendo dei cameo interessanti ai film direttie cogitati da personalita' differenti, come quella di Ligabue e di Leonardo Pieraccioni.
Il 19 Maggio 2005 ci vien ricordato che sul quotidiano La Repubblica apparve una sua intervista, dove tra l'altro si diceva che ...La memoria è davvero un meccanismo stupefacente: apri un cassetto per darci uno sguardo dentro e vengono fuori milioni di cose che se ne stanno lì da anni. Questo libro della Corradi ci offre una preziosa mano in questa semplice rimozione ed esaltazione dei nostri ricordi, alcuni delle quali espressi proprio frasi buttate al vento...
Completano le pagine di questo libro della Aliberti Editore anche quello che colleghi di frequentano questo circo mediatico (da Roberto Vecchioni a Red Ronnie, da Enzo Biagi a Umberto Eco) hanno detto nel tempo sul Guccini artista ed uomo: sarebbe stato bello se questa sezione del libro fosse stata piu' curata ed ampia, numericamente e qualitativamente. Suggerisco di farlo, magari togliendo la sezione discografia, perche' un po' troppo stringata per appassionare noi cultori travestiti da pecore nere che non amiamo unirci ad una schiera di pecore bianche, cosi' come il Maestro Guccini ci sta dicendo da decenni.
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