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Interviste
Pubblicato il 28/11/2002 alle 09:50:42Commenti alla notizia: Leggi - Inserisci nuovo

Genova Chiama: i Casa del Vento rispondono

di: Antonio Ranalli

Incontro con la band di Arezzo che ha recentemente pubblicato il CD Pane e Rose (Mescal). Un lavoro dai contenuti attualissimi e musicalmente vario.

Incontro con la band di Arezzo che ha recentemente pubblicato il CD Pane e Rose (Mescal). Un lavoro dai contenuti attualissimi e musicalmente vario.

I Casa del Vento sono reduci dal MEI di Faenza, dove hanno suonato e partecipato ad un importante dibattito sull'informazione. Il loro ultimo CD "Pane e Rose" (che fa seguito a "'900", pubblicato all'epoca insieme a Cisco dei Modena City Ramblers) è diventato un po' la colonna sonora dei giorni nostri. Infatti, basta scorrere le varie tracce per ascoltare canzoni che parlano dell'Italia di oggi, del problema della disoccupazione, senza dimenticare i fatti di Genova dello scorso anno e importanti momenti della storia, come la resistenza dei partigiani. Abbiamo avuto occasione di parlare di "Pane e Rose" con il cantante Luca Lanzi, che insieme a
Sauro Lanzi (fisarmonica trombone, organetto, flauti), Massimiliano Gregorio (basso), Fabrizio Morganti (batteria) e Patrick Wright (violino, viola, mandolino) porta avanti l'avventura dei Casa del Vento.

AR: Prima di iniziare ad addentrarci nei contenuti del vostro ultimo lavoro "Pane e Rose", vorrei iniziare con il chiedervi una curiosità. Sin dal titolo è evidente un vostro omaggio al grande regista inglese Ken Loach, autore di film importanti come "Terra e libertà", "Family Life", "Piovono pietre" e "La canzone di Carla". Qual è il vostro legame con i film di Loach?

Luca Lanzi: Ken Loach è uno dei nostri registi preferiti. I motivi si addentrano nelle storie e nella poetica che Loach sceglie costantemente di percorrere. Il dramma della disoccupazione, la precarietà, l'emarginazione sociale, la disillusione, la memoria storica, le lotte dei lavoratori, nei suoi film, si intrecciano spessissimo con aspettative frustrate. I senza lavoro perdono non solo dignità socio-economiche, ma perdono anche le proprie relazioni e non riescono ad avere alcuna prospettiva di vita "normale". In realtà, il titolo "Pane e Rose" viene da un movimento-sciopero che si ebbe nel 1912 negli Stati Uniti. Gli scioperanti erano lavoratori immigrati che venivano da moltissimi paesi diversi, tant'è che si parlavano 25 lingue diverse. Durante le manifestazioni si chiedevano non solo migliori condizioni di lavoro e salariali, cioè il "Pane", ma anche il diritto alle proprie realizzazioni in fatto di tenerezze e dignità, ovvero le "Rose". Furono prodotti scritti e poesie, un passo di una poesia di James Oppenheim è stampato nella serigrafia del nostro disco. Credo che Ken Loach, nel suo film "Bread and Roses", si sia anch'egli ispirato a quel movimento. Così come la Casa del Vento. In questo nostro lavoro, crediamo che questi due concetti, per noi adesso, così indivisibili, siano trasversali e latenti in tutte le canzoni, anche se chiaramente sono ben presenti in "Pane e Rose", canzone che parla ad un bambino con la paura di non riuscire a trasmettergli queste cose, per il mondo e i contesti sociali opprimenti in cui viviamo.

AR: "Genova Chiama" come "London Calling" dei Clash. Sono trascorsi più di 20 anni da quell'importante lavoro dei Clash, che ha sancito definitivamente il connubio tra musica e impegno sociale. I "Casa del Vento" sono uno dei gruppi più impegnati sul fronte politico e sociale. Quali sono i maggiori ostacoli per un musicista che non decide di allinearsi e di seguire coerentemente la propria strada?

Luca Lanzi: A volte ci sono degli ostacoli, ma per nostra fortuna, credo che la nostra proposta sia talmente forte che le situazioni a cui ci avviciniamo sono delle autentiche botte di energia, idee e speranza. Il 9 novembre a Firenze, per la manifestazione del Forum Europeo contro la guerra, noi abbiamo aperto la festa finale, davanti a migliaia e migliaia di bella gente che voleva testimoniare un cammino di idee nuove. Sabato 23 novembre, a Faenza, al MEI, abbiamo partecipato e suonato ad un dibattito sull'informazione indipendente con Giulietto Chiesa e Haidi Gaggio, la mamma di Carlo Giuliani... di fronte a lei abbiamo suonato "La canzone di Carlo"... un'esperienza così significativa che ci porteremo sempre con noi... Insomma quello che stiamo facendo ci sta appagando tantissimo, speriamo solo di potere continuare a farlo. Noi non abbiamo ambizione di andare al Festivalbar o a Vota la Voce. La nostra coerenza è la nostra fortuna.
L'unica frustrazione è vedere che ci sono alcuni personaggi del mondo musicale (giornalisti, promoters...) che non hanno ancora recepito o capito la forza della nostra proposta, forse perché il nostro nome non è altisonante, e perché si presta attenzione al numero di copie che hai venduto.

AR: In tutto il disco veleggiano, quasi come un fantasma, i fatti del G8 di Genova, che lo scorso anno hanno diviso l'Italia. Sia in "Genova chiama" che ne "La canzone di Carlo" (in ricordo di Carlo Giuliani) esprimete in maniera chiara e netta il vostro pensiero. La morte di Carlo Giuliani, avvenuta tra l'altro per mano di un suo coetaneo che stava però dall'altra parte, ovvero tra le forze dell'ordine, mi ha spinto ad una riflessione: in quei giorni di Genova, tra le forze dell'ordine, c'erano forse troppi ragazzi innocenti, mandati lì dopo appena pochi mesi di servizio militare e che di conseguenza non hanno saputo reagire psicologicamente all'evento. Poi alla fine è stato colpevolizzato il movimento No Global, ma in pochi hanno avuto il coraggio di attaccare le responsabilità dello Stato di non aver mandato personale adeguato alla situazione. Qual è il vostro parere in proposito?

Luca Lanzi: Viviamo in un paese dove in certe regioni c'è così tanta povertà che, è vero, molti ragazzini vanno a fare il carabiniere o il poliziotto forse perché dove vivono loro non ci sono troppe alternative.
Mi pare infatti che la gran parte delle forze dell'ordine sia popolata da ragazzi del sud, in qualche misura costretti anche da una certa ignoranza, permettimelo. E in ogni caso proprio perché non ci sono alternative. Però, non se ne capisce, nelle forze dell'ordine, la politicizzazione "a destra". O meglio, si capisce. Fino a non tantissimi anni fà se eri "di sinistra", in certi corpi non c'entravi, perché dal dopoguerra in poi il pericolo "bolscevico" di chi si nutre di bambini incombeva più che non la presenza nelle questure di ex-fascisti, amnistiati già nel dopoguerra, da colpi di spugna pacificatori ahimè anche dall'allora Ministro della Giustizia, Palmiro Togliatti... comunista... Che posso dire... è incredibile che strutture del genere siano così dense di logiche (?) militari dove chi ha un grado superiore al tuo non si discute... è lui che comanda... non si può discutere... non esiste dialogo... A Genova, il signor Fini, in visita in Questura avallò le violenze... non solo Placanica... non solo lui ha sparato... ci sono innumerevoli filmati (vedi il film di Cristina Comencini, "Carlo Giuliani, ragazzo") dove si vedono altri poliziotti sparare, dove sono mostrate violenze abominevoli degne dei peggiori regimi dittatoriali... le finte molotov alla scuola Diaz per avere il pretesto di pestare e manganellare... Una domanda: Chi brandiva in tal modo il manganello?

AR: In questi giorni il nostro paese è invaso da tanti problemi, che interessano soprattutto le fasce sociali più deboli. Penso anche alla drammatica situazione della Fiat, agli operai dei vari stabilimenti che dalla Sicilia alla Lombardia stanno passando notti insonni per difendere un posto di lavoro. I "Casa del Vento" sono sempre stati vicini ai lavoratori. Avete intenzione di dare vita ad iniziative specifiche per aiutare gli operai?

Luca Lanzi: Già il 16 novembre 2001 suonammo a Roma in Piazza San Giovanni per lo sciopero generale della FIOM, il 18 ottobre scorso suonammo ad Arezzo, la nostra città, per lo sciopero generale indetto dalla CGIL. Noi siamo vicini ai lavoratori, anche perché, oltre che musicisti, siamo lavoratori. Siamo disponibili a qualsiasi iniziativa al loro fianco. Purtroppo non siamo così forti da muovere masse enormi, ma se ci sarà occasione, daremo il nostro contributo, se non altro per cercare di avvicinare i giovani ai problemi del lavoro e stimolare una discussione.

AR: Musicalmente "Pane e rose" sembra esplorare nuovi paesaggi sonori, mostrandosi ancora più avanti del precedente "'900". Come avete lavorato per la realizzazione delle musiche del CD?

Luca Lanzi: Cercando di far emergere il grande back-ground che fa parte di noi. Non siamo solo musica irlandese come qualcuno si ostina a pensare. C'è rock, ska, etno, polka, reggae... solo che il vestito è folk. Ci sono Nick Cave, Tom Wais, Goran Bregovic, Joni Mitchell, Cranberries, Jorma Kaukonen, Pogues... e tanti altri. Comunque musica e parole vanno insieme. Esempio: Di solito si parte da un concetto, ad es. l'articolo 18. Si trova un titolo evocativo.
Si pensa, si trova e si struttura la musica. Si leggono un bel pò di cose in proposito. Viene scritto un testo. Ecco fatto.

AR: Mi ha fortemente colpito il testo de "I figli della montagna". Come nasce questo brano?

Luca Lanzi: E' un omaggio ai partigiani, ragazzi di 60 anni fa che stanchi della propaganda e della dittatura andarono in montagna a fare una lotta clandestina, per una rivalsa civile e democratica. Ad oggi, quella scelta deve essere considerata il più grande esempio di impegno sociale e civile per le attuali e future generazioni, per la costruzione di un mondo fondato sui diritti, sulle dignità e sulla solidarietà tra i popoli. Sono valori altissimi che riattualizzati attengono al destino delle nuove Resistenze. Arezzo e la sua provincia sono stati teatro di storie incredibili legate alla Resistenza, ma i ragazzi non ne sanno niente. Noi abbiamo approfondito le questioni, letto e ascoltato testimonianze, formato insieme ad altri un circolo giovanile dell'ANPI. La voce recitante in "Figli della Montagna" è di un Comandante partigiano, Edoardo Succhielli, nome di battaglia "Renzino", uno dei nostri maestri di vita, che si porta dietro il fardello degli attacchi politici del dopoguerra, reo, secondo la "destra", di avere provocato una strage nel paese di Civitella della Chiana, perché in una colluttazione uccise, assieme ad altri compagni due tedeschi. L'arbitraria e assurda legge dei Tedeschi era : 1 Tedesco uguale 10 Italiani. Là, furono uccise quasi duecento persone, tra le quali donne, vecchi e ragazzi, da parte di una compagnia estranea ai fatti, la famigerata Herman Goering, esperta in eccidi. Edoardo non c'entrava niente.

AR: Curiosa la vostra versione di Anarchy in the U.K. dei Sex Pistols. Un modo per far capire l'attualità di un brano che ha fatto la storia del punk?

Luca Lanzi: Si, ma soprattutto per dare un'immagine più intima e personale dell'anarchia. Contro gli stereotipi che vedono questo concetto solo dominio di chi veste o vive in un certo modo. Anarchia è qualcosa di più profondo, è anche il tenero sentimento di chi vuol vivere una vita secondo le proprie inclinazioni senza alcun influenza esterna, è amore per se stessi, per le cose e le persone che si hanno accanto.

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