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Pubblicato il 28/06/2003 alle 11:24:44Commenti alla notizia: Leggi - Inserisci nuovo

Per Eros Ramazzotti arriva la prova del “9”

di: Massimo Giuliano

Il cd appena uscito deve riscattare un lavoro (“Stilelibero” del 2000) non eccezionale, ma pare che ci stia già riuscendo: in poche settimane, Eros ha venduto 300000 copie.

«Ho scelto di chiamare il mio nuovo album “9” perché è il nono cd che incido in studio, ma anche perché il 9 è il numero dei grandi centravanti, ed io nella vita sono uno che gioca all’attacco».
Non lascia spazio a dubbi la motivazione con cui Eros Ramazzotti ha battezzato "9" il suo ultimo lavoro: un titolo decisamente insolito, ma rappresentativo, soprattutto in un momento come quello attuale, che per il celebre cantante è particolarmente delicato. Quello appena trascorso, infatti, non è stato un bell’anno: la separazione dalla moglie Michelle, la perdita di Alex Baroni – suo grande amico – e della madre Raffaella hanno segnato fortemente l’ex ragazzo nato ai bordi di periferia. E così, complice il fatto che ad ottobre Eros compirà 40 anni, è per lui tempo di bilanci, e "9" si inserisce alla perfezione all’interno di questo discorso. Verrebbe quasi voglia di pensare ad un riferimento alla “prova del 9”, visto che il precedente “Stilelibero” non è stato un successone come lo erano stati gli altri album. E del resto, come dare torto al pubblico che non ha acquistato un disco che conteneva brani francamente poco ispirati come “Fuoco nel fuoco”? Ecco che invece nel caso di "9" Ramazzotti va sul sicuro, e sceglie un ritorno alle origini. Alla base del penultimo progetto c’era la voglia di “sperimentare” (per quanto si possa usare questo verbo con uno come Eros) nuove direzioni, proponendo nei limiti del possibile qualcosa di musicalmente diverso. E il risultato era stato negativo. È chiaro che, con queste premesse, e trovandosi in un momento non proprio felice della sua vita, il Nostro si sarà detto: «Meglio puntare ad una situazione più rassicurante». Detto, fatto: “Un’emozione per sempre”, il primo singolo dell’album, già dalle prime note rimanda al classico “Ramazzotti-sound”. Chitarre acustiche, pianoforte, suoni delicati e puliti: insomma, l’Eros che tutti conoscono. La melodia è sempre quella, ma ciò tutto sommato non è un male: “Un’emozione per sempre” è un brano “birbante”, nel senso che anche se ti rendi conto di trovarti di fronte alla solita fuffa, non puoi fare a meno di canticchiarlo ed ascoltarlo in continuazione, grazie alla sua estrema orecchiabilità.
Insomma, fondamentalmente si tratta di una canzone molto carina. E valide, in questo senso, sono anche le altre tracce, pervase tutte (tranne qualche eccezione, come “Mamarà”, dedicata alla madre) di una certa malinconia: particolare inedito per la musica di Ramazzotti, di solito solare. Ma qui c’è in ballo, come dicevamo prima, un 2002 appena trascorso che non è stato propriamente rose e fiori per il cantante romano: di conseguenza, le canzoni (e questa la troviamo una cosa molto onesta) ne hanno risentito, facendosi più accorate. Eros ha detto che in questo disco ha privilegiato soluzioni più essenziali, «eliminando i cori». Questa direzione comporta in effetti una maggiore semplicità stilistica, e si riflette sul tono generale dell’album. Quasi tutte le liriche parlano di amori finiti, ricordati con nostalgia, ed è inutile che Ramazzotti neghi che siano riferiti alla ex moglie, perché ogni momento di "9" sembra, francamente, riecheggiare la Hunziker tra le righe. Ecco dunque che brani come “Ti vorrei rivivere”, “Solo ieri” e “Falsa partenza” richiamano alla mente la storia ormai finita del cantante, da cui è nata anche la figlia Aurora (protagonista di “Canzone per lei”). Sulla scia di “Favola”, brano del 1993 contenuto in “Tutte storie”, è invece “L’uomo che guardava le nuvole”, pezzo bello e poetico.
L’iniziale “Un attimo di pace” attacca i paparazzi e i loro gossip a tutti i costi, mentre “Piccola pietra” è un brano contro la guerra.
Insomma, pur essendo godibile e ben confezionato "9" è il classico cd che evidenzia una certa stanchezza compositiva dell’artista, e che può preludere ad un salutare e più che auspicabile cambiamento. Non si sa se questo avverrà mai: nel frattempo, c’è da dire che a poche settimane dall’uscita il disco ha già venduto 300000 copie. E forse questa, al momento, è l’unica cosa che può importare davvero a Ramazzotti.

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