Si Canta Maggio: Servillo, Ovadia e Cristicchi ospiti Domenica 1 Maggio di Ambrogio Sparagna
di: Martina Neri
Quarta edizione di Si Canta Maggio, una giornata di grande festa popolare per celebrare il diritto al lavoro. Ambrogio Sparagna e l'Orchestra Popolare Italiana dell'Auditorium Parco della Musica di Roma ospitano Servillo, Ovadia e Cristicchi. Quarta edizione di Si Canta Maggio, una giornata di grande festa popolare per celebrare il diritto al lavoro. Ambrogio Sparagna e l'Orchestra Popolare Italiana dell'Auditorium Parco della Musica di Roma ospitano Servillo, Ovadia e Cristicchi.
Dopo il successo delle prime tre edizioni, Si Canta Maggio torna ad animare l’Auditorium Parco della Musica con 150 artisti provenienti da tutte le regioni per festeggiare con i canti del lavoro del Primo Maggio il Centocinquantenario dell’Unità nazionale. Una grande festa, un grande spettacolo, all’aperto e al chiuso, nell’Auditorium aperto al pubblico, dalla mattina alla sera.
A partire dalle ore 10.30, nell’area dei giardini pensili del Parco della Musica, a ingresso gratuito, gastronomia, mostre, liuteria artigianale, musica, balli e canti tipici della tradizione contadina e alle 13 pic-nic ecosostenibile sui giardini pensili con fave,salumi,vino e pecorino.Alle 21 grande concerto in Sala Santa Cecilia con 150 musicisti e cantori, provenienti da varie regioni, per celebrare il Centocinquantesimo anniversario dell’Unità d’Italia, con l’Orchestra Popolare Italiana dell’Auditorium Parco della Musica, diretta da Ambrogio Sparagna, e il grande Coro popolare, diretto da Anna Rita Colaianni. Tra gli ospiti: Peppe Servillo, Simone Cristicchi e Moni Ovadia.
Lo spettacolo costruito da Ambrogio Sparagna per i celebrare i 150 anni dell’Unità d’Italia propone una serie di canti sociali di lavoro appartenenti a varie regioni italiane. Sono canti che attraversano la storia nazionale e che tradizionalmente venivano eseguiti sia per accompagnamento di attività lavorative che per raccontare la condizione del lavoro.Ambrogio Sparagna ha selezionato una serie di brani che attraversano la storia nazionale a partire dai primi anni dell’Ottocento con i movimenti insurrezionali legati alla costituzione dello Stato nazionale fino alla stagione della seconda metà del Novecento delle lotte per l’assegnazione delle terre ai contadini. Nello spettacolo trovano posto tanti dialetti, tante voci ed espressioni musicali popolari che hanno così intimamente caratterizzato la nostra storia nazionale. Dai primi esempi di canto sociale come Partire Partirò, brano dei coscritti napoleonici, alla celebre Or che innalzato è l’ albero, uno dei primi esempi di canto giacobino. Ancora poco conosciuti, ma di grande interesse, alcuni racconti popolari di patrioti risorgimentali di fede ebraica interpretati da Moni Ovadia. Molti i canti che raccontano in tutti suoi risvolti l’epopea garibaldina.
Una sezione dello spettacolo è legata al repertorio d’osteria composto da stornelli politici “a dispetto” e ai racconti popolari fantastici .Un’altra parte importante è composta da inni, fra cui spicca quello a Pio IX (insieme a Garibaldi il personaggio più presente nel repertorio risorgimentale) e canti epico-lirici di tradizione garibaldina. Dopo una stagione intensa di celebrazioni a Garibaldi e all’Unità nazionale si diffondono soprattutto nel Meridione una serie di canti che manifestano un forte malumore popolare per il nuovo Stato. L’amarezza popolare provata dopo la costituzione dello Stato nazionale genera verso la fine del XIX secolo un grande esodo delle classi popolari dall’Italia. Tanti i canti che testimoniano il fenomeno dell’emigrazione verso le Americhe. Fra questi lo spettacolo propone uno degli esempi di stornelli toscani più graffianti, conosciuto con il titolo 'Italia bella mostrati gentile', e due perle della tradizione del canto napoletano come 'Santa Lucia' e 'Lacreme Napulitane', interpretate da Peppe Servillo.
Lo spettacolo si caratterizza anche per la presenza di alcuni canti legati alla condizione del lavoro di risaia e brani di questua tipici delle antiche feste toscane del Calendimaggio. Si Canta Maggio è un omaggio ai canti di lavoro, antica forma di cultura sociale e perenne testimonianza della riaffermazione del diritto al lavoro. Lo spettacolo evidenzia il legame di questa antica tradizione musicale con le feste contadine, connesse al ciclo della primavera e con le forme espressive del canto sociale italiano. Un genere che ha segnato profondamente la storia culturale del nostro Paese diventando con i suoi straordinari esempi musicali l’ideale colonna sonora di tutte le storiche battaglie sociali per il diritto al lavoro.
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