Sonorita' vintage di electronic rock: anche per LiveRock.it il cd di Eugene e' una bella cosa!
di: Eodele Graziani
La recensione firmata da Giulia Palummieri parla ovviamente degli artisti a cui Eugenio Valente si ispira (Depeche Mode, Garbo, Talk Talk), ma sottolinea l'originalita' compositiva di questo giovane artista uscito con U.d.U. Records! La recensione firmata da Giulia Palummieri parla ovviamente degli artisti a cui Eugenio Valente si ispira (Depeche Mode, Garbo, Talk Talk), ma sottolinea l'originalita' compositiva di questo giovane artista uscito con U.d.U. Records!
Ennesima recensione positiva del cd DiorDNA. Ma e' una nuova recensione che aggiunge molto alla rassegna stampa di Eugene. Infatti nell'articolo di Giulia Palummieri vi sono spunti e riflessioni assai interessanti.
Si parte infatti con queste parole.. Cosa succede quando l'amore ematico per le sonorità vintage incontra l'ecletticità di un'artista? In alcuni casi un certo tipo di personalità potrebbe prendere malamente il sopravvento, in altri, ben più ponderati ed estrosamente incanalati, nasce un lavoro come quello di Eugene, artista romano sotto diretta osservazione di Garbo....
LiveRock.it poi passa all'aspetto storico dell'attivita' di Eugene ...Attivo da diversi anni in numerosi campi, questo agitatore dell'underground, con solo una manciata di pubblicazioni e tanta gavetta alle spalle, sta già attestando i chiari segni dei suoi intenti... parole che dimostrano che la romana Giulia Palummieri ha visto qualche volta il suo conterraneo suonare nei vari locali della Citta' Eterna.
Nella parte centrale della recensione, spazio alle riflessioni musicali ...Arriva pertanto Dior DNA, una panoramica illustrativa, sotto forma di sunto senza sprechi o divagazioni, del suo operato. Tale lavoro contiene appunto, due versioni della title track (originale ed editata per le radio) più un paio di inediti prodotti dallo stesso Garbo. L'attitudine è quella tanto cara ai feticisti del moog, spaziando dai Depeche Mode ai Talk Talk, in un viaggio di sola andata verso gli anni 80 del synth pop e la new wave. Ma non si tratta di un tributo alla generazione sonora che fu, bensì di un istinto in cui i fasti di quel decennio ardono ancora del loro primordiale fuoco, risultando attuali e ben radicati nella contemporaneità dei nostri giorni, oltre a preservare, di conseguenza, originalità revival al sapor di anni zero...
Ma come continua Giulia Palummieri nella sua recensione? Tanta tecnica ed eleganza a sostegno di Eugene, capace di esplorare i confini dell'orecchiabilità, elogiando sì la tendenza ad un appeal pop, ma senza risultare banale. In questo modo, tra voci riverberate e caldi suoni sintetici, apre le porte ai molteplici microcosmi radicati all'interno dei curati arrangiamenti partoriti dalla sua mente... sagge parole!
Ed ora la riflessione finale apparsa nella recensione di LiveRock.it.. Determinazione e idee, si vedano anche i medesimi fattori che gli permettono di non confinarsi solo tra i consensi dei cultori del genere, non mancano, ora, non resta che tenerlo d'occhio...
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