Simply Red al Pescara Jazz Festival: partenza in sordina, finale alla grande
di: Massimo Giuliano
All'inizio si stava rivelando quasi deludente. Il concerto dei Simply Red, ieri sera al Teatro d'Annunzio di Pescara per l'apertura del quarantennale del Pescara Jazz Festival, era partito decisamente in sordina. All'inizio si stava rivelando quasi deludente. Il concerto dei Simply Red, ieri sera al Teatro d'Annunzio di Pescara per l'apertura del quarantennale del Pescara Jazz Festival, era partito decisamente in sordina.
Per carità, la band stava suonando bene, e Mick Hucknall era in forma, cantava senza sbagliare neanche una nota... ma mancava qualcosa. Forse il pubblico aveva bisogno di scaldarsi, forse Mick doveva ancora dare il meglio. Sta di fatto che la prima mezz'ora del concerto è scorsa via senza particolari emozioni, o sarebbe meglio dire senza un particolare feeling tra band e platea. Eppure il piatto servito in tavola era gustoso, considerando anche che questo è il Farewell Tour dei Simply Red prima del loro scioglimento: partenza fulminante con un grande classico come "It's only love", poi "A new flame", "Your mirror" e "Night nurse". Ma le vere hits, quelle che anche il più distratto degli ascoltatori conosce, dovevano ancora arrivare. Intanto, Hucknall ce l'aveva messa tutta per interagire con gli spettatori: in un perfetto italiano - è da sempre molto legato al nostro Paese - aveva salutato i presenti e scherzato sulla temperatura ("Stasera ci sono le zanzare ma ho messo la crema, quindi sono a posto"), invitando la gente a cantare con lui ("Faremo tutti i successi dei Simply Red. Cantate insieme a me, non preoccupatevi se non lo fate bene"). Tuttavia, il pubblico non si è mosso fino a quando non è arrivata "The right thing". Da quel momento l'atmosfera è cambiata, ed è stato un continuo crescendo di applausi, urla, ovazioni e incitazioni.
La band ha risposto dandoci dentro forse con maggiore convinzione e inanellando gemme quali "Come to my aid", "Fake", "Sunrise", "Money's too tight to mention", "Fairground". Il set si è chiuso con "Ain't that a lot of love", per poi riprendere nel bis con "Stars". A quel punto, il pubblico non ce l'ha fatta più ed è scattato in piedi: sulle poltroncine del d'Annunzio non era seduto quasi più nessuno, e in molti sono scesi direttamente sotto, a ridosso del palco, per manifestare più da vicino a Mick la loro gioia. Il cantante inglese ha proposto ancora "Something got me started" e, soprattutto, una bellissima "If you don't know me by now", che ha mandato tutti a casa forse un po' troppo presto, visto che il live è durato solo un'ora e mezza. La qualità, ovviamente, è stata indiscutibile: in ultimo ci piace citare, tra gli altri pezzi eseguiti dall'ensemble, anche l'evergreen "Holding back the years", la cover sixties "The air that I breathe", la delicata "For your babies" e l'energica "Thrill me". A fine concerto, ringraziando Pescara per l'affetto dimostratogli, Mick ha aggiunto (sempre in italiano): "Se questa sera era presente qualche turista inglese, non avrà capito un cazzo di quello che abbiamo detto!". Il rosso perde il pelo ma non il vizio.
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