Il Dubbio di Davide, enigmatico disco omonimo della rock band torinese
di: Nicola DeRio
Il dubbio e' la componente fondamentale di ogni nuova scoperta, di ogni nuovo approdo. In questo caso il dubbio ha un nome: Il dubbio di Davide, band torinese che a fine Maggio ha pubblicato un album omonimo, qui brevemente recensito. Il dubbio e' la componente fondamentale di ogni nuova scoperta, di ogni nuovo approdo. In questo caso il dubbio ha un nome: Il dubbio di Davide, band torinese che a fine Maggio ha pubblicato un album omonimo, qui brevemente recensito.
Il dubbio è fonte di crescita, di disperazione, di angoscia e se risolto di calma e gioia ma può essere anche usato come pilastro e concezione alla base di un progetto musicale. Nel nostro caso il dubbio ha un nome, Il Dubbio di Davide band torinese che nasce nel 2008 e che nel 2010 ha pubblicato un album omonimo che, senza dubbio e scusate il gioco di parole, si pone come nuovo tentativo di rock italiano.
L’album raccoglie 12 brani inediti e due cover, Bang Bang dell’Equipe84 riproposta anche in una sorprendente elektro Ghost track al fondo dell'album e Sapore di Sale di Gino Paoli. Un brano simbolo della tradizione cantautorale italiana come quest’ultimo, riarrangiato in una veste che ne stravolge i tratti e l’incedere melodico e che crea quel senso di smarrimento che è tipico del dubbio, da prima spaventa poi affascina. Una vera provocazione, non a caso...
Ma procediamo con ordine... L’andamento dell’album è incalzante fin dalla prima traccia, per lo più quattro quarti ben pestati, chitarre distorte e riff sintetici, come in Perso e una voce, quella del front man Franco de Gruttola, che a tratti sa essere calda e accogliente ma anche tagliente e incisiva. Lo si sente bene in Come puoi, dalla bella apertura nel ritornello che si lascia cantare molto volentieri o in Bolle. Qui l’atmosfera sospesa, grazie all’arrangiamento, si sposa bene con l’idea di liberta, inquietudine e ricerca di una propria dimensione, espressa dal testo. La cifra stilistica della band può essere riassunta in breve come rock che strizza l’occhio all’elettronica e che talvolta si abbandona ad arrangiamenti più Sanremesi con tanto di archi che fanno capolino e a braccetto con pianoforte o chitarre acustiche, dipingono atmosfere malinconiche e riflessive, come nei brani: A qualche metro, Gela e Se.
Ma da contraltare a queste tracce troviamo, Tornero', brano dal groove ballabile e graffiante, che mi fa venire in mente l’atmosfera di alcuni club dei Murazzi, famoso luogo di ritrovo notturno della movida torinese, sulle sponde del Po. Già perché i ragazzi affondano le radici in quell’atmosfera di contaminazioni e sperimentazione che dagli anni novanta, ha caratterizzato la città dell’automobile. Qualcuno al primo ascolto, è capitato anche a me, potrebbe pensare di sentire una strana somiglianza con la band di Samuel&Co ma è solo la prima impressione. Certi luoghi e suoni restano dentro ed emergono, condizionando il proprio stile ma non si può proprio dire che sia plagio e a proposito non c’è alcun dubbio.
Analizzando i brani dal punto di vista dei testi, si può dire che le tematiche toccate nascono da spunti di riflessione legati ad argomenti che l’opinione pubblica non farebbe fatica a comprendere. Si parla di vita, di sentimenti ma anche disagi sociali e insofferenza alle strumentalizzazioni ,Bimbo, di ricerca della propria dimensione. La band pungola la coscienza dell’ascoltatore ma talvolta il messaggio se pur esplicito nei toni, rischia di rimanere aleatorio.
Lasciare un senso di irrisolto nel testo, instillare il dubbio in chi ascolta senza mai sbilanciarsi, è la loro intenzione ma a mio avviso, quello che arriva non è sempre chiaro, se non dopo un ascolto attento. Questo potrebbe complicare le cose ad una band che ha buone capacità, idee e spunti di riflessione interessanti ma che nella frenesia e nella fretta dei nostri giorni, rischiano di non lasciare il segno portando ad una mancata comprensione del loro lavoro che comunque si lascia ascoltare e trasmette, energia e good vibrations...
Ricordiamo gli altri componenti della band :
Franco De Gruttola - Chitarra e Voce
Tony De Gruttola - Chitarra e Voci
Sandro Pagano - Basso
Alfredo Baroero - Tastiere e Programmazioni
Michele Cotto - Batteria
Presto a loro sara' dedicata una puntata monografica di Ululati dall'Underground tv show.
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