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Pubblicato il 24/02/2017 alle 12:48:51Commenti alla notizia: Leggi - Inserisci nuovo

Rotting Christ – Rituals (Season of Mist) – Il capolavoro assoluto

di: Emanuele Gentile

Se il mio fiuto di metallaro invecchiato non mi trae in inganno “Rituals” è l’album Heavy Metal per il 2016.

Se il mio fiuto di metallaro invecchiato non mi trae in inganno “Rituals” è l’album Heavy Metal per il 2016.

Non riesco ad esprimere i miei sentimenti in riferimento al nuovo album dei maestri assoluti del Black Metal ellenico – i termini “Black Metal” ed “ellenico” sono fin troppo limitanti – Rotting Christ. Ho la netta sensazione di trovarmi innanzi a uno di quegli album destinati a diventare “seminal” e faro per le future generazioni di blackster di mezzo mondo. Anzi, il termine Black Metal è davvero inappropriato per la reale portata della musica prodotta dai Rotting Christ. Io opterei per il termine Extreme Metal in quanto la musica della band greca trova spunto da differenti ambiti musicali. E non solo prettamente Heavy Metal. Fatto sta è che “Ritual” è un colosso di album.

I fratelli Tolis tengono in pugno la situazione dal lontano 1985 allorquando, fondando i Black Church, diedero vita ad una delle storie più importanti ed essenziali del Metallo Estremo contemporaneo. I Rotting Christ, per l’appunto, che iniziarono le trasmissioni nel 1987. Dal 1988 al 1993 producono demo-tape, 45 giri, Split ed Ep che sono passati alla storia. Gli specialisti e i fan li considerano autentiche pietre miliari e “cult item”. L’esordio giunge, poi, con l’album “The Mighty Contract” del 1993 grazie alla leggendaria etichetta francese Osmose Productions. Di lì in poi i Rotting Christ diventano gruppo di punta del sound estremo europeo e mondiale. Agli inizi erano più marcatamente Black Metal. Oggi – come già accennato poc’anzi – sviluppano sonorità estreme.
La line-up per i concerti è la seguente: Themis Tolis (batteria) e Sakis Tolis (canto e chitarre) più il bassista Van Ace e il chitarrista George Emmanuel. Quella di “Rituals” è totalmente differente.

Infatti, ci sono solo i fratelli Tolis che coordinano un numero impressionante di session-men. Tale dettaglio ci fa capire con quanta cura “Rituals” sia stato costruito. Non è un album realizzato in tutta fretta e furia. Qui sembriamo di trovarci in quelle botteghe del Medioevo quando il mastro cesellava con infinito amore e pazienza il proprio lavoro. Ho provato la stessa sensazione ascoltando “Rituals”. Tutto è derivato da una scrupolosa e precisa ricerca dei testi, delle musiche, degli arrangiamenti, del mood, della registrazione, del missaggio e di tutto quanto contribuisce as creare un prodotto culturale chiamato album.

Come avrete notato dalla tracks-list posta sotto i Rotting Christ hanno creato un album multi-culturale con testi che vanno dal latino al greco classico, al francese, all’inglese e al sanscrito. Ciò fa capire la grandezza di “Rituals” e conferma quanto scritto nel precedente paragrafo. “Rituals” nasce da un lavoro di preparazione che definire gigantesco è cosa riduttiva ed ingiusta. Oltre a testi “speciali” c’è il sound. E qui casca l’asino. Un sound straripante dove il genio dei fratelli Tolis non so ha piena e libera espressione, ma va “go further and beyond”. Una musica che rassomiglia ad un’unica sinfonia maledetta dove il “NERO” che avvolge la nostra vita viene analizzato con particolare ed originale maestria. Un sound gigantesco e memorabile che non si può definire. E’ una musica che ti porta dritta dritta nei Campi Elisi a riflettere sulla condizione umana e sul male che c’è in noi tutti. A suggello di cotanta arte una fantastica cover di un classico degli Aphrodite’s Child “The Four Horsemen”. La classica ciliegina sulla torta e scusatemi la frase banale.

Posso dirlo? “Rituals” è per me l’album Heavy Metal del 2016. Punto e basta…

Tracks-list:

"In Nomine Dei Nostri";
"זה נגמר (Ze Nigmar)";
"Ἐλθὲ κύριε (Elthe Kyrie)";
"Les Litanies de Satan (Les Fleurs du Mal)";
"Ἄπαγε Σατανά (Apage Satana)";
"Του θάνατου (Tou Thanatou)" (Nikos Xylouris cover);
"For a Voice like Thunder";
"Konx om Pax";
"देवदेवं (Devadevam)";
"The Four Horsemen" (Aphrodite's Child cover).

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