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Pubblicato il 16/04/2015 alle 18:02:29Commenti alla notizia: Leggi - Inserisci nuovo

Diodato a ritrovar bellezza all'Auditorium Parco della Musica

di: Adila Salah

Diodato incanta l'Auditorium Parco della Musica. "A ritrovar bellezza" insieme a Daniele Silvestri, Manuel Agnelli, Renzo Rubino, Roy Paci, Gnu Quartet, Rodrigo D'Erasmo.


Il palco della Sala Petrassi è diviso in due: da un lato la raffinatezza degli archi degli Gnu Quartet e il violino di Rodrigo D’Erasmo, che affiancano le tastiere di Duilio Galioto; dall’altro il rock spinto ma con il tocco delicato al momento opportuno di Alessandro Pizzonia alla batteria, Danilo Bigioni al basso, e la chitarra di Daniele Fiaschi che graffia le mura della sala. Nel mezzo di tutto ciò appare Diodato a mettere d’accordo le due anime della sua musica. E sulla stessa linea di questo dualismo si evolve la serata all’ Auditorium Parco della Musica, carica di emozioni. La prima parte mette in scena l’ultimo lavoro dell’artista “A ritrovar bellezza” , in cui rispolvera in maniera magistrale i fasti degli anni ’60 italiani ridando nuova luce ai pezzi dei grandi Luigi Tenco, Gino Paoli & co. E mentre Diodato intona “Senza fine” a cappella è subito atmosfera, passione, ricordo di quei momenti passati che restano nel cuore per la vita, resi pieni dall’attacco potente degli archi e degli altri strumenti in scena. A caricare la serata di magia arrivano Daniele Silvestri su “Piove”, l’eleganza del signor Renzo Rubino su “Canzone per te” , e i brividi trasmessi dalla voce di Manuel Agnelli che lo accompagna ne “La voce del silenzio” , poi Roy Paci con i suoi Velvet Brass ai fiati per “Arrivederci” di Roberto Bindi.

Il pubblico resta stregato, apprezza, ammira, e ripaga con calorosi applausi, fin quando il tutto si trasforma in energico rock da festival estivo da campeggio su un prato pasteggiando con fiumi di birra, quando Diodato imbraccia la sua chitarra acustica e insieme ai suoi musicisti e agli invitati d’eccezione trasforma la serata ripescando i brani dal suo primo fortunato primo lavoro “E forse sono pazzo”. Scariche di elettricità su “Se solo avessi un altro”, il vortice inquieto de “I miei demoni”, la cover “Amore che vieni amore che vai” eseguita a cast completo con Silvestri, Rubino e Agnelli alle voci per omaggiare la grandezza di De Andrè, la danza ebbra di “Ubriaco”, l’esplosione dell’acqua cheta “Capello bianco”, la maestosità de “Gli alberi”, e quella “Babilonia” che lo ha reso famoso al grande pubblico dal palco del Festival di Sanremo 2014.

Il bis non era preparato in scaletta, forse perché per la troppa umiltà che caratterizza i veri grandi, non ci si aspettava un così tanto successo di pubblico, e allora Diodato e i suoi musici lasciano il palco, ma il parterre e la galleria continuano ad applaudire calorosamente e a chiamarli fuori per un encore, perché quella magia di suoni si possa protrarre ancora. E allora la richiesta viene esaudita con il ritorno sul palco di Diodato che si siede sulle scale davanti al pubblico e lo abbraccia, intonando la malinconica “Patologia”. Sono di nuovo applausi e sorrisi.

Ad assistere a così tanta bellezza torna vivo l’orgoglio del Bel Paese, mentre si fa chiara la consapevolezza della ricchezza presente nella buona musica italiana, che molto spesso cerchiamo in altri lidi e in altre lingue.

Setlist:
Piove (Daniele Silvestri)- Il Cielo - Non arrossire - La voce del silenzio (Manuel Agnelli)- Ritornerai - Arrivederci (Roy Paci & Velvet)- Canzone per te (Renzo Rubino) - Se stasera sono qui - Eternità - Capello bianco - I miei demoni - Se solo avessi un altro - Amore che vieni amore che vai - Ubriaco - Babilonia - Gli alberi
Bis: Patologia.

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