John Mellencamp – Roma (Auditorium Parco della Musica - 10/07/2011), solo 70 minuti di ricordi rock
di: Antonio Ranalli
John Mellencamp suona per la prima volta a Roma e subito spiazza i fan che lo attendevano da anni: proietta un documentario di 1 ora e 15 e suona per appena 1 ora e 10. Proteste e polemiche al termine di un’esibizione da cui ci si aspettava di più. John Mellencamp suona per la prima volta a Roma e subito spiazza i fan che lo attendevano da anni: proietta un documentario di 1 ora e 15 e suona per appena 1 ora e 10. Proteste e polemiche al termine di un’esibizione da cui ci si aspettava di più.
Che in Italia non avesse mai avuto un grosso successo commerciale lo si sapeva, però in questi anni John Mellencamp, autore di pregevoli album come “American Fool” e “Human Wheels”, un pubblico fedele se lo era conquistato anche dalle nostre parti. Dopo anni di attesa, Mellencamp è arrivato anche in Italia per tre concerti. Il primo sabato scorso a Vigevano, poi domenica 10 luglio a Roma ed il prossimo 12 luglio ad Udine. Il concerto di Roma però ha lasciato l’amaro in bocca ai numerosi estimatori del rocker statunitense, tanto da scatenare qualche fischio prima dello show, e malumori e polemiche alla fine di un concerto durato appena un’ora e 10 minuti (circa 20 minuti in meno rispetto a Vigevano). E’ vero che la musica non si misura a chili: a volte può essere più gustoso e appassionante un concerto di un’ora rispetto ad un altro di tre ore. Però in questo caso si è un po’ esagerato.
Il pubblico infatti ha poco apprezzato il fatto di doversi sorbire prima del concerto la proiezione di “It’ About You”, making of dell’ultimo album “No Better Than This”, realizzato, utilizzando apparecchiature analogiche, in tre luoghi di culto della musica americana (come la Sun Records a Memphis e la stanza di Robert Johnson che si trova all’interno dello Sheraton Gunter Hotel di Sant’Antonio in Texas), oltre a performance live e altro materiale. Il tutto per una durata di un’ora e 15 minuti. Troppi secondo il parere di buona parte del pubblico presente che, pur trovando interessante il materiale video, non aveva di certo pagato il biglietto per stare al cinema, ma per ascoltare un concerto, tra l’altro di un’artista mai visto prima in Italia. E così durante la proiezione sono partite a più riprese bordate di fischi, urla e qualche battuta simpatica (del tipo “Mellencamp ad Agosto c’ho le ferie”) che hanno riscosso anche l’applauso del pubblico della Cavea. Terminata la proiezione i tecnici hanno poi avuto bisogno di altri minuti per smontare lo schermo e sistemare gli strumenti.
Dopo un'estenuante attesa John Mellencamp è salito sul palco alle 22:25, con il suo fare da rockabilly, molto in sintonia con il suo album più recente. Con lui sul palco, tra gli altri, la violinista Miriam Sturm, il fisarmonicista Troye Kinnett (che nel corso del concerto si esibito anche all’organo e al pianoforte), ed i chitarristi Andy York e Mike Wanchic. La serata è iniziata con una scaletta più acustica e country, con l’artista un po’ in affanno nella voce, ma comunque sempre in grado di regalare emozioni e, in qualche modo, di farsi perdonare la lunga attesa. E così che prendono posto in scaletta brani come “No One Cares About Me”, “Death Letter” e “John Cockers”. In alcuni momenti Mellecamp preferisce un’esibizione più intima, solo chitarra e voce, per restare con il suo pubblico. Dopo una cinquantina di minuti il concerto sembra prendere piede e più vigore, con l’arrivo dei brani più rock, quelli che hanno fatto la storia di Mellencamp: “Rain On The Scarecrow” è il brano che fa alzare tutti in piedi, ma stranamente, dopo un paio di pezzi, arriva subito “Rock In The U.S.A.”, in cui Mellencamp coinvolge anche da un fan reclutato dalla prima fila. Qualche stretta di mano e nessuna parola di ringraziamento. Nessun bis previsto (come del resto è avvenuto a Vigevano, dove però almeno c’era qualche canzone in più in scaletta). Alle 23:35, luci accese e l'invito al pubblico a lasciare al più presto l’Auditorium. Il pubblico sconcertato inizia a protestare, sentendosi quasi beffato. Ma poco possono fare le polemiche per migliorare una serata iniziata purtroppo male. Qualcuno, commentando all’uscita, sosteneva che “Mellencamp dopo questa serata si è perso i fans italiani”. Probabilmente Mellencamp neanche sapeva di avere dei fans dalle nostre parti e in tanti sono pronti a scommettere che questa è la sua prima ed ultima serie di concerti in Italia.
Va comunque dato atto ai promoter, alla rassegna "Luglio suona bene" dell'Auditorium e a chi ha organizzato il concerto di aver scommesso su un'artista sicuramente poco commerciale per il mercato italiano, ma che invece ha richiamato un notevole pubblico.
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