Reverie – Shakespeare, la donna, il sogno (demo 2008), arpe celtiche ed una pennellata di tastiere moderne
di: Giancarlo Passarella
Tutto mi porta a pensare ad una risposta italica a quella che fu la grande attivita' degli Steeleye Span ed in misura parziale dei Fairport Convention o dei Pentagle: non vedo in questo cd dell'ensemble milanese un nesso con il folk italico. Tutto mi porta a pensare ad una risposta italica a quella che fu la grande attivita' degli Steeleye Span ed in misura parziale dei Fairport Convention o dei Pentagle: non vedo in questo cd dell'ensemble milanese un nesso con il folk italico.
La stessa grafica del booklet risente dei pennini (calamai, boccette d'inchiostro, colori pastello, disegni e segni semplici...) dei secoli in cui ci si lavava poco e se la peste arrivava era sicuramente nera e faceva stragi di persone.
L'intero progetto grafico di Shakespeare, la donna, il sogno denota una cura certosina che poi si ritrova anche nelle singole composizioni, ma purtroppo (e' bene sottolinearlo subito..) sara' molto difficile venire in possesso di un cd come questo, perche' e' un demo e non vi e' alcuna etichetta discografica che ha avuto il coraggio di pubblicarlo e di sostenerlo in fase promozionale. Abbandoniamo subito questo terreno pericoloso, senno' la discussione ci porterebbe alle solite considerazioni sulla ottusita' dei discografici (piccoli, grandi, famosi, underground, alternativi e non...) che popolano questo inizio di millennio le nostre citta': tutti parlano di crisi e tutti dicono che bisogna diversificare i progetti, ma nessuno mi sembra abbia avuto l'ardire di investire su un bel progetto come questo disco dei Reverie.
Gli undici brani contenuti non si discostano molto dalla tradizione folk inglese ed i nomi importanti che abbiamo fatto sono da tenere in considerazione: non vi e' nel disco alcun tributo alla tradizione popolare e/o medioevale italiana o mediterranea in genere. Aver messo nel titolo il nome di quel compositore assai famosi, e' senza dubbio una griffata che rende bene l'idea del progetto generale dei Reverie. Il problema invece e' sul come promuovere un bel disco come questo, ideale per le giornate brumose e densamente piene di pioggia sottile: credo che Shakespeare, la donna, il sogno alla fine risulti troppo moderno per essere inserito nei festival di mero revival medioevale, ma al contempo mi sembra un po' naive per essere piacevolmente recensito dai canali prog delle testate che ben conosciamo. Questa situazione che si porta addosso e' indubbiamente figlia della mancanza di un ragionamento prioritario con un discografico, il quale avrebbe sicuramente fatto presente questa caratteristica dell'intero disco: a lui toccava farla diventare una peculiarita' e non un difetto...
Suggerisco di tentare la carta estera, presentandosi alle redazioni di giornali e siti web, inglesi e francesi per partire: se dovesse uscire una recensione positiva, quelli italiani (noti esterofili sin nel midollo...!) parlerebbero con maggiore entusiasmo di Shakespeare, la donna, il sogno.
Stessa operazione si potrebbe tentare con i promoter d'oltrealpe: magari qualcuno si fa ammantare dai bei suoni che questo cd porta in dote. Ma loro si raggiungono anche con una cartellina stampa ad hoc, con un servizio fotografico alla bisogna ed altri mezzi di promozione, dove far emergere l'atmosfera rinascimentali che il cd emana, anche perche' l'aver musicato i sonetti del Bardo di Avon conferisce al progetto dei Reverie un sacco di forza e dignita' compositiva.
Il gruppo Reverie è composto da:
Fanny Fortunati - voce solista, percussioni, didjeridoo
Fulvia Borini - flauto traverso, mandolino, tastiere, percussioni
Alberto Sozzi - fiati, tastiere, banjo, percussioni, didjeridoo
Valerio Vado - chitarre, tastiere, mandolino, ‘ud, voce
Daniele Defranchis - chitarre, saz turco
Andrea Amir Baroni - violoncello, arpa celtica, tastiere
Contatti (anche per avere il cd):
postmaster@reverieweb.com e -reverie-@libero.it
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