Tengger Cavalry Blood Sacrifice Shaman (Metal Hell Records) - che lo spirito del lupo regni sovrano
di: Emanuele Gentile
Ascoltando il nuovo album dei cino-americani Tengger Cavalry si riesce a “vedere” le immense distese delle steppe mongole. Un viaggio nel passato e un desiderio di irrefrenabile libertà. Ascoltando il nuovo album dei cino-americani Tengger Cavalry si riesce a “vedere” le immense distese delle steppe mongole. Un viaggio nel passato e un desiderio di irrefrenabile libertà.
A mio modesto parere l’album dell’anno. Questo “Blood Sacrifice Shamn” mi ha affascinato oltre ragionevole misura. E’ un qualcosa che ti cambia la vita. Ti spinge a liberarti delle tue deprimenti quotidianità per cavalcare uno di quei piccoli cavalli mongoli e iniziare a cavalcare negli infiniti spazi dell’Asia Centrale seguendo le orme di Gengis Khan. Vi è un senso di libertà che non immaginate. Una libertà la sola in grado di curarci dai mali di un mondo contemporaneo terribile.
I Tengger Cavalry nascono in Cina, ma con il tempo si trasferiscono a New York. Il loro intento è di far rimare la tipica musica folk mongola con l’Heavy Metal. Tengger è il nome del Dio mongolo del cielo. Ritorna qui ancora un sinonimo di libertà: il cielo. Quel cielo sconfinato che sta sopra gli altrettanto sconfinati territori della Mongolia. “Blood Sacrifice Shaman” è il loro quarto album. L’album d’esordio risale al 2012 ed èera intitolato “Sunesu Cavalry”. Ora è il turno del loro nuovissimo album pubblicato per la Metal Hell Records. La formazione attuale è la seguente:
Nature Ganganbaigal - Morin Khuur, Guitar, Throat Singing;
Alex Abayev – Bass;
Yuri Liak – Drum;
Robert McLaughlin - Igil fiddle.
E’ indescrivibile il sound dei Tengger Cavalry. E’ una impressionante ventata di aria fresca nella musica contemporanea. Con le dovute differenze sembriamo ritornati ai tempi di Napoli Centrale. Il gruppo napoletano che riuscì a sviluppare una perfetta sintesi fra la tradizione musicale partenopea e le sonorità Rock e Jazz contemporanee. “Bllod Sacrifice Shaman” – album stupendamente ben prodotto – ci fa sentire come se stessimo assistendo ai millenari rituali senza tempo delle steppe mongoliche. Il perfetto equilibrio fra strumenti della tradizione mongola con quelli elettrici è sublime. L’accostamento fra suoni acustici ed elettrici è al dir poco meraviglioso. I passaggi melodici sono poi fantastici. Rimango senza parole.
Tracks-list:
"Hymn of The Mongolian Totem";
"Tengger Cavalry";
"Horseman";
"Rootless";
"The Wolf Ritual";
"The Native";
"Blood Sacrifice Shaman";
"Hero";
"Spirits".
Credit fotografici articolo: la copertina mi è stata inviata dall'agenzia che cura la promozione dell'album ossia Adrenaline Press.
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