La scomparsa di Giuni Russo. Addio,voce prigioniera
di: Antonello Cresti
E’ morta Giuni Russo. Una voce riconsegnata al vento. La notizia della morte di Giuni Russo mi turba profondamente e , al contempo,mi coglie di sorpresa;pare impossibile che colei che aveva così appropriatamente intitolato il suo lavoro più noto “Energie” sia stata destinata ad una fine così prematura.
Giuni è stata la più straordinaria interprete della scena italiana (l’unica?) ed al contempo una delle voci più emozionanti che abbia mai udito.
Il nostro pubblico e la nostra industria discografica sono sempre apparsi inadeguati di fronte ad una artista di tale,augusta,caratura e sollevava un velo di amarezza vedere la sua ricerca,esistenziale prima che musicale,stritolata dai vacui revival che ne propinavano solo la (fantastica) interpretazione di “Un ‘estate al mare”.
La intensa carriera di Giuni contiene invece una serie di gemme rare come l’inarrivabile album “A casa di Ida Rubinstein” in cui con ironica padronanza la nostra cara amica rileggeva pagine di Bellini e Donizetti.
Sono felice di aver avuto il privilegio di poter assistere ad un suo concerto durante una odorosa notte estiva nell’incanto di una Catania di 8 anni fa e di essermi lasciato cullare dalle onde leggere del suo canto.
Qualche tempo fa,in una canzone anticipazione di un album che mai avrebbe visto la luce (cose di tutti giorni grazie alla ottusità comune…), Giuni cantava di voler diventare un gabbiano e “finalmente volare”…Ci fa piacere allora immaginarla in placido volo sui cieli dell’amata Sicilia.
La sua voce adesso appartiene al vento e al mare,non più prigioniera di quel piccolo corpo,il corpo di un angelo caduto in un mondo pieno di miserie.
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