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Riccardo Sinigallia... Ah nella vitadi: Antonio Ranalli Dopo aver prodotto Fabi, Gazzè, Tiromancino e Frankie Hi Nrg, il geniale Riccardo Sinigallia debutta con un interessante lavoro, che si caratterizza per testi caustici e a tratti psichedelici. Se fosse nato a San Francisco probabilmente oggi Riccardo Sinigallia sarebbe uno dei produttori più richiesti di mezzo mondo. Per nostra fortuna il nostro è nato a Roma, e negli ultimi anni si è dedicato a far emergere quella scena romana, che aspettava da tempo quel tocco di classe necessario per uscire dal ghetto. Sinigallia, nonostante la sua giovane età, si è messo subito in evidenza negli ultimi anni per aver prodotto vari album di Niccolò Fabi, Max Gazzè, La Comitiva, Frankie Hi Nrg e anche il best seller “La descrizione di un attimo” dei Tiromancino. E’ proprio questo lavoro, nonostante il grande successo, è stato un momento decisamente doloroso per Sinigallia e i musicisti. Dopo il secondo posto al Festival di Sanremo con “Strade” (brano che vedeva protagonista al canto lo stesso Riccardo Sinigallia) e il crescente successo, il gruppo ha subito una scissione. Da quel momento Sinigallia, dopo aver lavorato alla colonna sonora del film “Paz”, ha iniziato a lavorare al suo primo album solista, portandosi con se la bassista Laura Arzili e Francesco Zampaglione. Proprio quest’ultimo, fratello di Federico (rimasto solo al timone dei Tiromancino) spiega che “quella dei Tiromancino è stata un’esperienza bellissima, ma che non si è conclusa nel migliore dei modi. Siamo tutti grandi e per questo ci siamo potuti permettere di ricominciare da capo. Per me è stato naturale seguire Riccardo Sinigallia, con il quale suono da quando avevo 18 anni. Con mio fratello Federico c’erano troppe divergenze caratteriali. Diciamo che nel gruppo andavamo d’accordo sulle note e poco nel privato”. Sempre Zampaglione ha spiegato che in questo nuovo album “ci siamo innamorati dei lati di alcuni generi musicali. Per questo abbiamo anche cercato di essere meno pigri sulle macchine e lavorare come si faceva negli anni ‘60 / ’70, cercando di integrare l’elettronica in un modo più live”. E così ecco questa nuova avventura, scaturita in questo album omonimo, pubblicato dalla BMG a prezzo speciale. Diciamo subito che, sebbene l’album porta il solo nome di Riccardo Sinigallia, si capisce chiaramente che si tratta di un album corale, di gruppo. Lo si evince dalla scrittura dei brani, che vedono prevalere il trio composto da Riccardo Sinigallia, Francesco Zampaglione e Laura Arzili, oltre ad alcune interessanti incursioni di Filippo Gatti. L’occasione per incontrare i suoi amici è data dallo show case, programmato dalla BMG negli storici studi Trafalgar di Roma. Al centro della sala ci sono Riccardo Sinigallia (voce, chitarra), Francesco Zampaglione (chitarra), Laura Arzilli (basso evoce), Daniele Sinigallia (chitarra), Daniele Rossi (tastiere), Simone Prattico (batteria). Sullo sfondo tre pannelli, dove verranno proiettati alcuni interessanti esperimenti di video arte, sotto la regia di Stefano Monni. Si parte con “Io sono Dio”, che nel testo ricorda per certi aspetti “Io se fossi Dio” di Giorgio Gaber. Infatti il brano di Sinigallia ha la stessa verve pungente del compianto artista. Un brano decisamente psichedelico, che nasce da un arpeggio utilizzato per la colonna sonora del film “Paz!”, dove trovano spazio anche suoni elettronici, in un susseguirsi di emozioni. Per un momento sembra di essere tornati nel 1967, nella scena di San Francisco. In “Lontano da ogni giorno” è il cuore e il tempo della metropoli, sottolineate dalle immagini in movimento sullo schermo, mentre “La revisione della memoria” cerca di esplorare su temi storici. Il singolo “Bellamore” risulta molto efficace, soprattutto per il video animato molto cupo diretto dal giovane regista coreano Kim Bioung Sue. La breve presentazione live di questo album (contenente nove brani, e una traccia video) si chiude con “Ah nella vita”, che ci caratterizza per un testo caustico (Ah nella vita vedi uno e sta bene / Ah nella vita vedi un altro meno bene), caratterizzato da un geniale arrangiamento, che non lascia un lieto fine alla storia (Quando stavo bene lei piangeva sempre / se stavo meno bene lei era più tranquilla). A termine esibizione è iniziata conversazione con Sinigallia, che ci ha spiegato la genesi di questo suo primo album e ci ha anche raccontato dei dischi che lo hanno influenzato di più, come “La voce del padrone” di Franco Battiato. Articolo letto 7857 volte Riferimenti Web
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