Un viaggio lungo 40 anni - Senza orario senza bandiera (Aereostella)
di: Paolo Ansali
Tra i migliori dischi pubblicati nel 1968 si segnalò il debutto a 33 giri di un valido gruppo genovese che avrebbe segnato il nostro rock negli anni a seguire, Senza Orario Senza Bandiera dei New Trolls, oggi celebrato nel libro di Antonio Oleari. Tra i migliori dischi italiani pubblicati nel 1968 si segnalò il debutto a 33 giri di un valido gruppo genovese che avrebbe segnato il nostro rock negli anni a seguire. Parliamo di ”Senza Orario Senza Bandiera” dei New Trolls oggi celebrato nel libro Un viaggio lungo 40 anni - Senza orario senza bandiera (Edizioni Aereostella, 271 pagine, 18, 50 euro) di Antonio Oleari.
E' il terzo libro sui New Trolls per la stessa casa editrice che ha edito “Dal pesto al sushi”di Riccardo Storti e “Nico Di Palo, il rumore dell’impatto” di Gianni Anastasi. Questa volta è preso in esame il debut-album, pubblicato il 23 ottobre del ’68. Non si trattò di una semplice opera prima ma di un progetto che per la prima volta avvicinava due mondi apparentemente lontani come il rock e la canzone d’autore. Da una parte le musiche di Nico Di Palo e Vittorio De Scalzi, dall’altro le poesie di Riccardo Mannerini rielaborate da Fabrizio De Andrè . Il tutto valorizzato dagli arrangiamenti e la produzione di Gianpiero Reverberi, il George Martin genovese. Un album quasi speculare fu Tutti morimmo a stento che il cantautore realizzò nello stesso periodo sempre con Mannerini e Reverberi. Su entrambi i vinili ci sono poi le note di Cesare Romana. Tra le dieci canzoni prende vita una sorta di Spoon River, che sembra anticipare il disco sul poema di Lee Masters, popolato da personaggi come “Susy Forrester”, “Padre O’Brien”, “Tom Flaherty” e Irish “quello che non ha la bicicletta”, uno degli evergreen più memorabili del periodo.
L’autore del volume, molto giovane ma non per questo meno esperto, ricostruisce l’epoca storica, un momento di grandi idee, analizza brano per brano, si sofferma sulla copertina del pittore Bunni. Ha anche intervistato il figlio di Mannerini, per far capire meglio la sua figura artistica e umana. Motorista sulle navi, perse la vista per lo scoppio di una caldaia e si dedicò alla poesia sino al suicidio nell’80. De Andrè lo ha definito ”Un poeta vero, con la P maiuscola.” e ancora di lui disse "Mannerini mi ha insegnato che essere intelligenti non significa tanto accumulare nozioni, quanto selezionarle una volta accumulate, cercando di separare quelle utili da quelle disutili."
Durante la presentazione romana del libro De Scalzi ha detto che Mannerini era vicino a loro per la sua urgenza di comunicare con i versi come un gruppo fa con la musica. Nel suo nuovo disco Occhi del mondo Vittorio De Scalzi riprende le poesie inedite, questa volta con la collaborazione di Marco Ongaro. Torna la “canzone-personaggio” per chiudere un ciclo iniziato quarant’anni fa. C’è anche l’idea di portare in concerto l’album con una formula ampliata. Vengono in mente le parole dell’ultimo brano “Andrò ancora, senza un orario e senza bandiera.” Il viaggio dunque continua.
Senza Orario Senza Bandiera
(Fonit Cetra)
Lato A
Ho veduto (De Andrè-Mannerini-Di Palo-De Scalzi)
Vorrei Compare una strada (De Andrè-Mannerini-Di Palo-De Scalzi)
Signore, Io sono Irish (De Andrè-Mannerini-Reverberi)
Susy Forrester (De Andrè-Mannerini-Di Palo-De Scalzi)
Al bar all’angolo (D’Adamo-Mannerini-Di Palo-De Scalzi)
Lato B
Duemila (De Andrè-Mannerini-Di Palo-De Scalzi)
Ti ricordi Joe? (De Andrè-Mannerini-Di Palo-De Scalzi)
Padre O’ Brien (De Andrè-Leva-Di Palo-De Scalzi)
Tom Flaherty (De Andrè-Mannerini-Di Palo-De Scalzi)
Andrò ancora (De Andrè-Mannerini-Di Palo-De Scalzi)
Nico Di Palo: chitarra, voce
Vittorio De Scalzi: chitarra, voce
Giorgio D’Adamo: basso
Gianni Belleno: batteria
Mauro Chiarugi: tastiere
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