Andrea Giraudo: Stare bene (Rossodisera)
di: Paolo Polidoro
Nuovo disco per Andrea Giraudo dal titola “Stare bene”, monito, augurio, ma anche un proposito inseguito con energia e aria positiva nelle mille facce di questo disco Nuovo disco per Andrea Giraudo dal titola “Stare bene”, monito, augurio, ma anche un proposito inseguito con energia e aria positiva nelle mille facce di questo disco, le mille facce di un cantautore e musicista, pianista per darci una direzione, le stesse che riversa in questi 12 inediti che spaziano dal blues al soul di maniera, spruzzandosi profumi di jazz e tangherecci vari e assaporando con mestiere e maturità le linee di vero pop.
Dare una definizione o un’etichetta a questo disco non è per niente cosa facile, se l’ascolto si apre con una dolcissima ninna nanna “A chi resterà”, la stessa che poi tramuta in un cordialissimo valzer da cantautori classici, la seconda “Chi sarà mai” di lontano ha quella ricetta di chitarra e washboard metallica per un rione popolare che, proprio di lontano, cioè dico nei suoi esoscheletri primordiali, può richiamare alla mente le estetiche di quell’Andrea cantato da Faber.
Come potevamo aspettarci quindi il soul nero di “Cuore amico” che cerca, chiama e quasi ottiene un bel coro gospel come si deve, allora che dire della successiva che quasi si fa milonga e che quasi si fa francese nella sua dolcezza, e quindi arriva la title track del disco che si fa pop corale, che di nuovo non disdegna l’anima soul e che insomma ci dimostra che Andrea Giraudo è una vastità di musica che scrive e che vive sulla sua pelle.
Questo lavoro riserva sorprese dietro ogni angolo, vi dico solo che a seguire, in qualche misura, ci aspettano organze un po’ circensi e un po’ burlesque alla Vinicio e del salutare profumo di jazz che colora e che fa stare bene, forse è un disco che nel troppo vestirsi di personalità rischia di perderla questa personalità, rischia di non farsi ben vedere e inquadrare, ma tutto questo potrebbe essere anche un pregio.
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