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Pubblicato il 20/11/2007 alle 18:54:43Commenti alla notizia: Leggi - Inserisci nuovo

Ennio Morricone, fotogrammi in musica

di: Giuseppe Panella

Il Premio Oscar romano apre la stagione teatrale di Catanzaro con un concerto pieno di emozioni.

Ennio Morricone
Teatro Politeama - Catanzaro
21 ottobre 2007


C’è stata grande attesa per l’inaugurazione della stagione 2007-2008 del Teatro Politeama di Catanzaro. L’evento è di quelli che verrano ricordati per diverso tempo: Ennio Morricone con l’Orchestra Roma Sinfonietta. Presente anche il Nuovo Coro Lirico Sinfonico Romano e Coro “Claudio Casini” dell’Università degli Studi di Roma “Tor Vergata”. L’appuntamento non poteva non richiamare spettatori provenienti da tutta la regione. Il colpo d’occhio è di quelli delle grandi occasioni: tutto esaurito. Personalmente poche volte mi son “confrontato” con un’orchestra, mai però così imponente. In tutto 190 elementi pronti a regalare emozioni al “comando” del Magnifico Ennio Morricone.

La serata è iniziata con un breve saluto del compositore romano il quale ha elogiato il cartellone della stagione teatrale catanzarese e chi ha realizzato la stessa. Subito dopo, un attimo di concentrazione ed il premio Oscar ha iniziato a disegnare, con la sua bacchetta, magiche movenze che la sua Orchestra “traduceva” in suoni puliti ed emozionanti. Erano, difatti, sensazioni intense e vibranti quelle che provenivano dalle musiche scelte per il primo medley intitolato “La vita e la leggenda”. L’introduzione “tempestosa” de “Gli Intoccabili” ha lasciato spazio alle dolci melodie del “Tema di Deborah”, di “Povertà” e del tema di “C’era una volta in America”, tutte tratte dal film omonimo, ed alla fine al tema de “La leggenda del pianista sull’Oceano”.

Il secondo medley “Cinema dell’impegno” ha avuto il momento di maggiore intensità nella esecuzione del famosissimo tema tratto da “Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto”. Nonostante la compassata e “quasi” fredda esecuzione ogni nota sembrava uscire fuori da ciascun fotogramma dei film interessati.

“Fogli sparsi” (terzo medley), seppure con la presenza de “Il clan dei Siciliani” e di “Metti una sera a cena” ha mostrato una certa “stanchezza” esecutiva.

Il quarto medley, “Modernità del mito nel cinema di Sergio Leone”, è stato il momento di maggiore intensità, seppur quello di minor durata. In una scaletta che ha presentato qualche momento di “sofferenza” lo spazio dedicato a Sergio Leone ed ai temi dei suoi film western è stato troppo breve. E, pur non essendo il finale, può essere considerato tale per il fascino che i brani tratti da “Il buono, il brutto, il cattivo”, “C’era una volta il West” e “Giù la testa” mantengono nonostante il passare degli anni. Bella la voce del soprano Susanna Rigacci, apparsa, comunque, un po’ distaccata dal contesto generale. Forse quei brani li abbiamo immaginati sempre interpretati con un maggiore calore.

Il finale, “Cinema tragico, lirico, epico”, mi è sembrato, come detto, poco adatto a chiudere il concerto. Già dal titolo si evince la maestosità di una sequenza che ha richiesto un’ attenzione maggiore da parte del pubblico. Immancabili i bis, durante i quali, il coro, diventa protagonista interpretando uno dei brani più toccanti scritti da Morricone: “Here’s to you” da “Sacco e Vanzetti”. Originariamente interpretato da Joan Baez il brano mantiene la “drammacità” della interpretazione originale. Mi preme sottolineare la qualità dell’Orchestra che, grazie alla sapiente “regia” di Ennio Morricone, ha legato con reso i medley un’unica Opera fondendo i brani con grande perfezione. Personalmente, nonostante la buona riuscita del concerto, ho sentito la “mancanza” di brani come “Per un pugno di dollari”, certamente non inferiore ai brani inseriti nel medley “western”, e di “Chi mai” dal film “Maddalena” che, a mio avviso, meglio di “Come Maddalena”, inserito nel medley “Fogli sparsi”, avrebbe rappresentato la drammaticità del film stesso. Nel complesso un concerto che ha regalato momenti di grande intensità emotiva e che ha dimostrato, una volta di più, la grandezza della “scrittura” di Ennio Morricone.

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