Un libro per bambini scritto da Keith Richards
di: Manuela Ippolito Giardi
Keith Richards scrive un libro per. Sta per arrivare nelle librerie statunitensi “Gus & Me: la storia di mio nonno e della mia prima chitarra” scritto dal chitarrista dei Rolling Stones. Keith Richards scrive un libro per. Sta per arrivare nelle librerie statunitensi “Gus & Me: la storia di mio nonno e della mia prima chitarra” scritto dal chitarrista dei Rolling Stones.
“E' stata un idea del mio editore”, ha detto, “Quando lavoravo a “Life”, la mia autobiografia del 2010, mi suggerì di trasformare il capitolo dei rapporti col nonno un un libro per l'infanzia. Gli dissi, mi stai prendendo in giro?”.
Il libro racconta l'incontro di Keith bambino e del nonno Theodore Augustus "Gus" Dupree, un musicista con sette figlie e un solo nipote maschio con cui nacque una relazione molto speciale. “Tirò un sospiro di sollievo quando arrivai, finalmente aveva qualcuno in famiglia con cui fare cose da uomo”, racconta Richards, 70 anni, nell'intervista.
Il legame familiare al centro del libro si è allargato al processo di tradurre i ricordi in pagine. Per le illustrazioni il chitarrista degli Stones si è rivolto alla figlia Theodora, nata dal matrimonio con Patti Hansen. “Era la prima volta che lavoravo con mio padre”, spiega, “E' stato surreale sedermi con lui e passare in rassegna le vecchie foto di famiglia. Papà mi ha appoggiato in tutto e mi ha incoraggiato a usare la mia immaginazione”. Dopo aver “studiato” gli album di famiglia, Theodora è andata a Londra per proseguire la ricerca nei luoghi citati nel libro.
Keith Richards è nato in una famiglia in cui la musica aveva un ruolo di primo piano, “un po' come respirare, come il canto degli uccelli”. La madre suonava: “Louis Armstrong, Ella Fitzgerald, Duke Ellington, senza saperlo ho ricevuto una istruzione musicale di prim'ordine. Gus suonava con la sua band nelle sale da ballo negli anni Trenta, ma aveva chiuso col sassofono dopo esser finito sotto i gas della prima guerra mondiale, così aveva cominciato con gli strumenti a corda”. E' una chitarra appoggiata su un pianoforte che stabilisce il contatto attraverso le generazioni: “Avrò avuto cinque anni, non arrivavo a prenderla. Lui mi disse: quando ci arrivi, suoniamo assieme”. Così un giorno presi una sedia, mi arrampicai e lui capì che facevo sul serio”.
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