Ligabue: il giorno della protesta
di: Alessandro Mallozzi; Fonte: www.alicenonlosa.it
La delusione più mortale per un fan: non poter ascoltare la musica al concerto di uno dei suoi artisti preferiti. Diciamolo. Mi sarebbe piaciuto aprire la nuova stagione di Alicespettacolo, la rubrica spettacoli del Settimanale Alicenonlosa di Parma, con una bella e totalmente positiva recensione del concerto più atteso dell’anno: il grandioso ritorno del Liga. Ma così purtroppo non sarà perché la delusione ha avuto la meglio sulla mia passione per la musica. E’ già, ormai per assistere ai concerti in Italia occorre una lunga preparazione perchè il biglietto lo devi acquistare con mesi di anticipo, perché spesso devi correre ad una rivendita di Ticket-One o farti le notti on-line per non perderti l’”evento”. Nell’ultimo business che è rimasto a tenere in vita un settore sempre più in crisi di identità e a caccia di soldi, quello musicale funziona così. Settimane passate pensando ”speriamo che questa sia la volta buona”, settimane in attesa del nuovo singolo sperando che fosse il singolo del vero rilancio, della ritrovata vena artistica aspettata da troppo tempo forse. Questo è il guaio di tanti fan di Luciano della prima ora, quelli che l’hanno visto nascere, crescere e l’hanno seguito facendo il tifo per lui pur non approvando molte delle sue ultime uscite, e non parlo solo del look griffato perché con i propri miliardi ognuno decide di fare quello che vuole, ma delle scelte musicali e non. Così dopo la mia malcelata delusione per il nuovo singolo Il giorno dei giorni, una “buona canzone” che purtroppo non aggiunge però nulla ad una grande carriera, la speranza si è riversata nel live: il Liga dal vivo non mi aveva mai tradito.
Un’attesa costante, un’attesa pompata ad arte dai quotidiani e dai media in generale. I primi manifesti già riportavano “20mila biglietti venduti!”. Ma come, ma se i biglietti devono ancora metterli in vendita, come hanno fatto? Potenza del marketing, della promozione. E si prosegue, 50mila!, 100mila!, ormai è chiaro anche al fan più ottuso che l’unica cosa che importa è il record. Ansia da record. Bisogna assolutamente battere il concerto degli U2 al Campo Volo di Reggio Emilia! Ma anche il meno ottuso dei fan passa sopra queste sottigliezze, crede in buona fede che tutto sarà perfetto, insomma hanno davanti mesi per preparare questo mega-evento, per progettare la disposizione dei palchi!
Si, palchi, perché il Liga bisogna ammetterlo, un po’ megalomane lo è, ma l’idea di suonare su 4 palchi nella stessa sera con i Clandestino, con la sua band attuale, con il coro del Monte Cusna, da solo e con Mauro Pagani è grandiosa, stuzzica la fantasia alimentando ancora di più le aspettative per il “concerto dell’anno”.
Aspettative, non c’è cosa peggiore per un artista che deludere le aspettative di un fan, non c’è cosa peggiore per un fan della musica di non poterla ascoltare.
Tutti i megaconcerti sono comunque delle grandi feste, così eravamo felici, entusiasti e carichi mentre percorrevamo le strade di Reggio intasate da ragazzi e ragazze provenienti da tutta Italia. Il nostro obiettivo era raggiungere il palco cosiddetto “Vintage”, scelta obbligata, la voglia di risentire i classici del Liga da vicino era tanta. La cosa che lascia stupefatti è l’ingresso: i controlli sono quasi inesistenti. Se ripenso che al megaconcerto dei R.E.M. ad Hyde Park con 100mila persone tutti sono stati perquisiti e gli zaini aperti mi domando quale sia il concetto di sicurezza in Italia. Qualche piccolo dubbio sul volume dell’audio ci viene dopo aver ascoltato lo showcase di Elisa ma siamo sicuri che con il Liga sul palco sarà tutta un’altra storia.
Purtroppo non sarà così.
Il concerto inizia alle 21.30 ma se ripenso a quando è cominciato veramente il concerto per noi che eravamo al Palco Vintage devo mandare le lancette un bel po’ più avanti, direi al passaggio sul Palco Teatro con Una vita da mediano un’ora e mezza dopo.
Così il concerto inizia ma noi non ce ne accorgiamo!
C’è sempre una prima volta, ho visto centinaia di concerti in vita mia ma questa è la prima volta che ad un concerto non riesco a rendermi conto che il concerto è iniziato!.
Vediamo le immagini sui megaschermi ma pensiamo sia una sorta di pre-show, un intro ma ecco che comincia a giungere un flebile suono, sì ragazzi è iniziato davvero, purtroppo. La voce è completamente assente, facilmente coperta dai commenti dei miei compagni di sventura, “non è possibile, si accorgeranno subito che qua non si sente nulla!” Tra l’altro sui megaschermi vediamo Luciano che sembra avere problemi con gli auricolari, fa cenni, forse se ne sono accorti, dai speriamo!
Ma il concerto prosegue, qualcuno dice che spostandosi dietro il palco il megaschermo si vede e qualcosa si sente. Aspettiamo. Si sente la voce!
“Ciao, ci siete, cioè non è una balla, ci siete davvero? Allora ho una comunicazione di servizio: anche noi ci siamo!”.
Parte I ragazzi sono in giro ma la voce improvvisamente si abbassa e non solo, c’è anche un poco simpatico ritorno che ci viene dal fondo rendendo il tutto ancora più inascoltabile di prima. Iniziamo a gridare “Voce, Voce!”, speriamo che sia un problema momentaneo, quindi il solo modo per segnalarlo ai tecnici è farsi sentire. Come se non bastasse giusto all’inizio di Hai un momento Dio ecco un elicottero che passa radente. Si canta continuando a sperare che il guasto sia momentaneo. L’audio continua ad andare e venire, si alza e abbassa continuamente. Al termine si riprende a gridare “Audio, Audio, Voce, Voce!” Quasi non si sente l’attacco di batteria di “Vivo Morto o X”. Il volume invece di aumentare diminuisce, si canta ma non si sente quasi nulla, solo quasi i bassi. E’ come stare accanto ad una stanza dove c’è uno stereo con la porta chiusa. Qualcuno a mo’ di battuta chiede se dobbiamo prestare l’autoradio al Service. Il pubblico inizia a spazientirsi ma parte “Marlon Brando è sempre lui”, si cerca di partecipare lo stesso al nulla. Fischi, “Tutti a casa!”, L’Odore del Sesso è coperta dai fischi e dalle urla “Voce, Voce!”, ora proprio il volume è minimo. Si cerca di scherzare, sdrammatizzare, ma i tecnici che fanno? Nessuno si è accorto di niente? Ancora fischi, ma si va avanti, Eri bellissima, decidiamo di spostarci verso il fondo, almeno il ritorno non c’è, il volume è un po’ più alto anche se veramente con un acustica oscena che va’ e viene e riusciamo a vedere il megaschermo. Chi si accontenta gode ma 40 minuti di spettacolo ce li siamo già giocati. Con A Che Ora è la fine del Mondo ci accorgiamo che i megaschermi sono fuori sincrono, quindi neanche si può godere appieno del video. Con una corsa mozzafiato il Liga passa al Palco Solo con Sogni di Rock’n’roll contemporaneamente l’arrivo di un sms del nostro vicino copre per un attimo la flebile voce. La cosa che fa più rabbia è che in alcuni momenti di Non è tempo per noi si sente decentemente per ritornare improvvisamente in apnea e i fischi ripartono. Riusciamo a capire a malapena che Luciano ci chiede silenzio per spedire una canzone Sono qui per l’amore a New Orleans. Purtroppo per noi a questo punto la gente si è veramente stancata e parte un vero e proprio coro da stadio “C’avete rotto il c.” coronato da una selva di fischi che copre totalmente quel poco che si sentiva. Una situazione a dir poco imbarazzante, vediamo persone che cominciano ad uscire dal Campo Volo. Il Coro di Libera Nos a Malo si sente al volume minimo possibile, coperto completamente dai fischi, dovrebbe essere, è il nostro turno, il Liga è sul Palco Vintage, finalmente le casse di fianco a noi funzionano, ma a questo punto non sentiamo neanche la voce ma solo un suono ovattato e piatto. Scorrendo vari forum di fan ho scoperto che gli spettatotori del Main non sono riusciti a sentire nulla di quanto provenisse dal Vintage. Parte Bambolina e Barracuda e si fatica a riconoscere le parole della canzone. Se questo è il famoso “surround sound” che voleva Ligabue complimenti ai tecnici del suono! Un vero peccato perché nei momenti in cui si sente riusciamo ad apprezzare il sound dei Clandestino, molto più curato della Banda attuale. Si può proprio dire che i Clandestino sono stati i vincitori della serata. Tiratissime e decisamente da applausi le versioni di Lambrusco e Pop-Corn e di Bar Mario con tanto di siparietto con Maioli che imbraccia la scopa come fosse una chitarra e Cottafavi che ci regala un assolo da mozzafiato. Da brividi Ho messo via con un fantastico finale grazie al suono della tromba di Daniele Moretto.
Arriva la batteria di Gigi Cavalli Cocchi e qui gli aggettivi si sprecano per l’ottimo assolo finale, schitarrata di Max Cottafavi e parte Salviamoci la pelle, altra grandissima prova che accende nei fan storici un bel po’ di sana nostalgia per i tempi passati.
Questo si che è rock’n’roll!
Si capisce che forse finalmente qualcuno al mixer audio sta cercando di migliorare le cose anche se spesso il basso non si distingue dalla chitarra.
Ma ecco finalmente il miracolo che si materializza!
Siamo sul Palco Teatro, la chitarra di Mauro Pagani ci porta dentro al concerto!
E’ come se dopo un’ora e quaranta qualcuno si fosse deciso ad accendere l’impianto audio!
La rabbia viene mitigata da una grande Una vita da mediano. Ora finalmente si canta tutti felici e contenti anche se il video continua ad essere fuori sincrono. I brividi non sono solo del freddo che alle 11 comincia ad avvolgerci.
Qualche dubbio riguardo al fatto che Ligabue sapesse dei problemi segnalati viene quando se ne esce con questa frase: “Sapete tante volte quando si cerca di organizzare un concerto uno punta ad una idea di perfezione che è quella che ha in testa lui però fortunatamente i concerti non sono mai perfetti, così uno continua a farli nella speranza che prima o poi un giorno o l’altro lo siano, ma tante volte i concerti non sono perfetti per un semplice motivo perché manca qualcuno. Ad esempio, Stefano Ronzani…rispetto a questo voi fate un po’ di posto io gli dedico la prossima canzone” Il giorno di dolore che uno ha, sembra un sogno sentire il suono intenso di Pagani che ti entra nella pelle strappandoti emozioni a piene mani, quindi tocca a Piccola stella senza cielo che riarrangiata così è semplicemente sublime. Applausi. Questa è la mia vita. Ora il volume è quasi assordante anche se continua ad andare e venire. Non commentiamo, semplicemente cerchiamo di partecipare a quella che doveva essere sin dall’inizio una festa. Il Liga lancia Mauro Pagani che si arrampica con i suoi arpeggi stile PFM facendo ballare tutti per riempire il passaggio al Palco Main per il gran finale.
Incrociamo le dita mentre l’elicottero continua a sorvolare l’area del concerto; scopriremo il giorno dopo che sta riprendendo le immagini per il dvd.
L’emozione prende ancora Luciano che si impappina presentando la nuova Happy Hour, scelta quanto mai suicida quella di proporla dopo le perle del passato, canzone insulsa, forse la sua peggiore mai scritta che fa il paio con Radio Radianti. Con Tutti vogliono viaggiare in prima il volume continua a crescere, finalmente è arrivato ad livello da concerto normale, forse anche esagerato. Qualcuno ridendo fa una battuta “forse vogliono farci arrivare a casa sordi cosi non possiamo dire che non sentivamo!” Finalmente si balla e si canta veramente, Balliamo sul mondo e arrivano i fuochi d’artificio! La chitarra di capitan Fede Poggipollini la fa da padrone in Tra palco e realtà canzone con cui termina il concerto. Il meglio come sempre deve ancora arrivare, parte Certe Notti ma è un bluff alla Vasco: il batterista ha sbagliato partenza. La fine trionfale parte con Ho perso le parole, Certe notti. Tutti i palchi sono attivi, inutile dire che il suono ora è perfetto, versione mozzafiato di Urlando contro il cielo che inizia con una brutta entrata del Liga ma ci sono duecentomila persone che cantano all’unisono. Impossibile non pensare al concerto che avremmo potuto vivere: ora non vorremmo più andare a casa. Ma non è ancora finita, dopo quasi tre ore Ligabue, a luci spente, solo con la chitarra ci regala Leggero. Il concerto termina, i fan tra la delusione di chi non ha vissuto appieno lo spettacolo e la contentezza di quelli che comunque si accontentano sciamano al buio lungo i campi pieni di fango. E’ solo l’ennesima riprova di una disorganizzazione totale dell’evento. Camminando vediamo una ragazza a terra, ci dicono che hanno chiamato il 118 venti minuti fa ma ancora non si è fatto vivo nessuno, si ferma un’auto dei carabinieri, camminando dopo altri dieci minuti incontriamo l’autoambulanza che fatica a passare tra la gente, ma una corsia preferenziale? Le persone in trenta minuti possono anche perdere la vita ma cerchiamo di non pensarci.
Cerchiamo di non pensare al mega ingorgo creato dai vigili di Reggio Emilia incapaci di convogliare il traffico verso più direzioni, persone che abitavano a pochi chilometri hanno impiegato cinque ore per uscire dalla città, non è il nostro caso perché decidiamo di fermarci a mangiare e conoscendo le strade alternative in mezzora siamo a casa, a Parma, strade vuote mentre vediamo la tangenziale completamente bloccata. Ci dicono che in stazione la situazione non è stata affatto migliore. Insomma sarà stato pure difficile da gestire un evento del genere, ma tutti questi problemi erano prevedibili, l’esperienza degli U2 non ha insegnato nulla mi pare. Riguardo al concerto non ci si puo’ non complimentare, e dico seriamente, con Ligabue per la scelta dei brani e l’idea dei palchi. Se avessi avuto la possibilità di ascoltare tutto lo show probabilmente sarei qui a battere le mani ma non è andata così. Qua o si è peccato di non professionalità o veramente il l’ego di qualcuno ha dato alla testa, si voleva il record a tutti i costi, le duecentomila presenze, un record pagato a caro prezzo caro Liga, da migliaia di persone. La sensazione di essere stati fregati è molto forte e non bastano certo le parole che hai pubblicato sul sito a scusarsi con decine di migliaia di persone.
Ciao a tutti.
Lasciatemi cominciare con la parola con cui ho finito il concerto: grazie.
E' ancora oggi sbalorditivo, per me, immaginare che così tanti di voi abbiano deciso di esserci.
E l'avete fatto pur sapendo le difficoltà che, inevitabilmente, ci sarebbero state, nell'arrivare sul posto e nel tornare a casa.
Nonostante questo eravate lì e tutti, dai tecnici, agli addetti ai lavori, ai giornalisti, non facevano che ripetere, prima del concerto, di quanto foste belli nel vostro essere civili e festosi.
Gli ultimi pezzi dello show, come sempre, vi illuminavano tutti e io non potrò mai dimenticare il colpo d'occhio con cui finalmente vi ho visti nella vostra completezza, a mani alzate, ballare, tenere il tempo.
Doveva essere emozione al cubo e così è stato.
Quindi, scusate se mi ripeto ma: grazie.
Il tempo di fare la doccia e le emozioni vanno avanti: i ladri sono entrati in casa. Be', onestamente speravo in ben altro post-concerto ma si sa. non si può avere tutto. Non vi sto a tediare troppo su questa cosa ma, chiunque di voi abbia vissuto un'esperienza del genere, lo sa che, al di là dell'entità del furto, si subisce una violenza forte nel vedere la propria casa violata, rovesciata, non così protetta come speravi.
Ma il furto più grosso l'ho subìto dopo. Perché si tratta di un furto all'anima. Quando sono venuto a sapere che una parte di voi non è stata servita bene dall'audio per una buona parte del concerto.
Da sempre si sa che nei grandi spazi è molto difficile assicurare una perfetta resa sonora a tutti quanti. Questa volta però, abbiamo chiesto per mesi, a chi si sarebbe occupato dell'audio, le più ampie garanzie perché questo succedesse.
Volevamo fortemente che si riuscisse anche dove di solito non si riesce, anche in uno spazio così grande e nonostante la natura sperimentale del concerto.
Controlli su controlli.
Prove su prove.
Sappiate che c'è stato il nostro più forte impegno economico di sempre perché questo ci venisse garantito e, pure, quella garanzia ci è stata data ripetute volte.
Purtroppo, abbiamo saputo che non è andata così fino in fondo.
Ecco, venire a sapere che una parte di voi (ci dicono quelli in prossimità del palco vintage e, a dire la verità, quando ho suonato su quel palco avevo visto facce scontente e un cartello con scritto "non si sente" e l'ho fatto presente ai tecnici vicini) che una parte di voi, dicevo, possa non avere goduto del concerto per come l'avevamo pensato e studiato e organizzato è il vero furto che mi è stato fatto.
Volevo che tutti foste felici.
Che tutti poteste sentire quello che io rovesciavo sui vari palchi.
Perché ve lo meritavate tutti.
Chiedo scusa personalmente a quelli di voi che non hanno potuto sentire come si doveva.
Anche se non sono quello che smanetta gli impianti.
Casomai quello che subisce l'amarezza di avere indirettamente insoddisfatto qualcuno di voi.
Ancora una volta grazie a tutti per questa giornata pazzesca.
E’ un bel gesto, che mi aspettavo, ma non basta per ripagare persone che si sono fatte chilometri,ore di fila e stress per essere qui, non basta perché eventi del genere si organizzano tutti gli anni in altre città, ad esempio Roma e non si sono mai verificati simili problemi.
Ho letto che il concerto sarà trasmesso sul Digitale Terrestre di Berlusconi a pagamento, Mediaset Premium, (una delle tante scelte che non comprendo) il 30 settembre ed il dvd sarà pubblicato il 25 novembre. Sarebbe un bel gesto regalare uno sconto sull’acquisto del dvd a quanti erano al Campovolo o in alternativa trasmettere il concerto in chiaro, spero prenderai in considerazione queste proposte visto che il Codacons si sta già muovendo per ottenere la restituzione dei soldi del biglietto per uno spettacolo che abbiamo visto ma non sentito.
Palco Main
Il Giorno dei giorni
I Ragazzi sono in giro
Hai un momento Dio
Io morto o X
Marlon Brando è sempre lui
L’Odore del sesso
Eri Bellissima
Sulla Mia strada
A che Ora è la fine del mondo
Palco solo
Sogni di rock’n’roll
Non è tempo per noi
Sono qui per l’amore
Palco Vintage
Libera nos a malos
Bambolina e barracuda
Sarà un bel souvenir
Bar mario
Lambrusco e popcorn
Ho messo via
Salviamoci la pelle
Palco Teatro
Una vita da mediano (prima canzone che si è sentita bene)
Il giorno del dolore che uno ha
Piccola stella senza cielo
Questa è la mia vita
Palco main
Happy Hour
Tutti vogliono viaggiare in prima
Balliamo sul mondo
Tra palco e realtà
Bis
Ho perso le parole
Certe notti
Urlando contro il cielo
Leggero
“Oggi Le Comiche”
Dal sito di Barley Arts
DIECI BUONI MOTIVI PER ANDARE AD UN CONCERTO
1) Perchè la musica aiuta a vivere meglio.
2) Perchè si possono fare degli incontri importanti.
3) Perchè la musica lascia la libertà mentale di essere interpretata come
ognuno vuole e può.
4) Perchè spesso (non sempre) costa poco o niente o comunque non troppo, se
comparato a tanti altri generi di consumo.
5) Perchè spesso (non sempre) serve a scaricare le tensioni nervose
accumulate durante il giorno.
6) Perchè molti, dopo aver assistito ad un concerto, decidono di imparare a
suonare uno strumento musicale ed esprimono così la loro creatività.
7) Perchè così non si sta a casa a vedere la televisione o a rincoglionirsi con qualche giochino elettronico.
8) Perchè un concerto è comunque nella sua essenza qualcosa di irripetibile e umano e non meccanico e ripetitivo.
9) Perchè spesso (non sempre) si scoprono nuove culture, diversi generi musicali e, perchè no, straordinari interpreti e musicisti.
10) Perchè dopo il concerto spesso (non sempre) si torna a casa più felici.
Per tutte le informazioni sui nostri concerti: info@barleyarts.com
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