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Pubblicato il 16/06/2009 alle 13:41:24Commenti alla notizia: Leggi - Inserisci nuovo

Fiorello festeggia 20 anni di lavoro e su Vanity Fair dichiara mai piu' a Mediaset

di: Maria Liberata Apisconi

Pochi giorni prima di chiudere questa stupefacente serie di 36 serate di monologhi su Sky, ha accettato di sostituire sassolini con parole: lo fa a cuore aperto sull'edizione italiana di Vanity Fai! Scoop, anticipazioni, dietro le quinte...

Pochi giorni prima di chiudere questa stupefacente serie di 36 serate di monologhi su Sky, ha accettato di sostituire sassolini con parole: lo fa a cuore aperto sull'edizione italiana di Vanity Fai! Scoop, anticipazioni, dietro le quinte...

Partiamo con il ringraziare Monica Ripamonti (della Mara Vitali Comunicazione) per queste notizie in anteprima che ci ha concesso: cosa dice di interessante Fiorello su Vanity Fair? Un sacco di cose, tutte da approfondire con la lettura del gia' citato magazine...

Mai mi sarei immaginato di riuscire a campare facendo solo cose che mi divertono. E di comprarmi una casa intera, tutta mia. E di avere una famiglia meravigliosa!
Doppiamente positivo il bilancio di Rosario Fiorello che, nel servizio di copertina del numero di Vanity Fair in edicola dal 17 giugno, celebra i 20 anni di una carriera iniziata nel Natale del 1989 («Nevica. Sono a lavorare al Valtur di Marilleva. Passa a prendermi Bernardo Cherubini, fratello di Lorenzo. Dice che c'è posto per lavorare a Radio Deejay») e i tre mesi di tutto esaurito al Fiorello Show, che chiude il 19 giugno al Teatro Tenda di Roma (ultimo appuntamento su Sky Uno il 21, poi tre speciali in luglio): teatro e satellite, una scelta temeraria e criticata da Silvio Berlusconi («Una strada senza ritorno»), da Piersilvio, da Confalonieri («Per fare quegli ascolti poteva passare a La7»), da Emilio Fede («Fiorello non mi piace più, preferisco Benigni»), da Carlo Rossella («Ha incassato 15 milioni di euro»), da più di un giornale.
Dice ora Fiorello a Vanity Fair..Non sapevo che mi ero infilato dentro a una guerra tra Berlusconi e Murdoch, proprietario di Sky. Né che avevo incrinato la sacralità del potere del Cavaliere. Tanto meno sapevo che sarei diventato il vaso di coccio in mezzo al ferro e al fuoco della politica. E che per quanti planetari problemi ci fossero nel Paese, come la crisi, o il terremoto, o i rifiuti a Napoli e Palermo, tutti i moschetti del centrodestra avrebbero trovato il tempo e la voglia di circondarmi per fucilarmi di parole e di sarcasmi e di rancori.... Fino al punto che, un certo giorno di metà aprile, smise di leggere i giornali. Smise di parlare con i giornalisti. E solo adesso, pochi giorni prima di chiudere questa stupefacente serie di 36 serate di monologhi, musica, invenzioni sul nero palco a specchio che (forse) riaprirà dopo l’estate, ha accettato di sostituire sassolini con parole.

«Lavorando ho sempre cercato di cambiare le carte in tavola dello spettacolo, di non accontentarmi mai. Di rischiare strade nuove. Ho smesso di fare il karaoke quando stavo a 6,5 milioni di spettatori a sera. Mi dicevano: “Sei un pazzo a lasciare”. Con Stasera pago io, sono arrivato a 9 milioni di spettatori. Un giorno ho detto basta, voglio fare solo la radio. E anche quella volta: “Sei un pazzo furioso, butti il successo dalla finestra!”». All’ultimo giro ha spiazzato tutti scegliendo la Tv satellitare. «Peggio ancora. Ho scelto il teatro, uno spettacolo con testi nuovi e improvvisazioni ogni sera. E l’idea di rimettermi in gioco. Di dimenticarmi degli ascolti tv. Di ricaricarmi». Ed è diventato la preda mediatica del momento. «In effetti pure i giornali di sinistra mi sono saltati addosso, come se avessi toccato i fili dell’alta tensione». Murdoch è alta tensione, con i suoi 4,5 milioni di abbonati. «Me ne sono accorto». E anche infilarsi in una contesa politica è alta tensione. Alle penultime elezioni lei aveva detto: «Strappate le schede elettorali». In queste, ancora peggio: «Votate Noemi». «Non ho detto votate Noemi. Ho detto: se dovessi votare il politico che ha fatto la migliore campagna elettorale, voterei per Noemi. È l’unica faccia vista in giro». Noemi le ha persino risposto: «Grazie, ma la politica non fa per me». «Poverina». Ha pure detto che da lei ci verrebbe anche a piedi. «Non la inviterò mai, finirei per massacrarla in pubblico e mi dispiacerebbe. Stiamo parlando di una ragazzina di 18 anni, devastata da questa storia di “papi”. Se fossi il padre vero, la terrei molto lontano da questa roba. Sotto a quel genere di luce puoi solo farti male, e specialmente dopo, quando si spegneranno i riflettori e tornerà il buio». La Tv generalista le interessa ancora? «Certo che mi interessa. Me ne sono andato per provare una strada nuova, per muovere lo stagno». Ha voltato le spalle a «papi» e a Piersilvio. «E pensare che con Piersilvio sono anche andato due volte a pranzo. Mi diceva: “Vieni da noi a qualunque cifra”». Ci stava pensando o no?


Con Mediaset in effetti c’era un progetto. Mi stavo vedendo con Valerio Staffelli e con il mio amico Antonio Ricci. Mi avevano proposto una nuova edizione di Striscia. Con Staffelli l’avrei anche fatta, magari tra un paio di stagioni. Invece? «Mai più». Come si è sentito a Palazzo Grazioli? «Dentro a una situazione assurda. Avevo davanti il presidente del Consiglio che si occupava di me, un guitto, un saltimbanco, e mi diceva: “La tua strada è senza ritorno”». E lei che ha fatto? «L’ho messa sul ridere e me la sono data a gambe». In Rai ci tornerebbe? Ci tornerà? «Perché no? Ci siamo lasciati benissimo, mi hanno fatto un sacco di in bocca al lupo, come si fa sempre tra persone civili. Ci ho lavorato per anni». Ma per il momento continua con Sky. «Sono fortissimi, parlano tutti l’inglese, sono australiani, sono planetari». Sono o non sono 15 i milioni, come ha detto Rossella in Tv? «È una balla colossale: sono 14». Bella battuta. «Quando la scriverà deve aggiungere, tra parentesi: ride». Però lei non sta ridendo. «Certo che non sto ridendo. Riderei se fossero 15 o anche 14». Invece? «Glielo dico: nemmeno la metà della metà». Allora è venuto via per niente. «Bravo».

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