A 20 anni dalla caduta del muro di Berlino. Ricordando il concerto di Roger Waters!
di: Simone Tricomi
Oggi si festeggia l’anniversario di un appuntamento socio-politico fra i piu' importanti di sempre. Ai grandi appassionati di musica non puo' che far pensare ad uno dei concerti piu' significativi della storia. Berlin 13 Agosto'61 Oggi si festeggia l’anniversario di un appuntamento socio-politico fra i piu' importanti di sempre. Ai grandi appassionati di musica non puo' che far pensare ad uno dei concerti piu' significativi della storia. Berlin 13 Agosto'61
Potsdamer Platz. Viene eretto il muro di Berlino. Quella piazza che un tempo era il cuore della capitale tedesca, ora si ritrova divisa in due e ridotta ad un’area desolata.
Potsdamer Platz, Berlino, 9 novembre 1989. Viene finalmente smantellata questa costruzione lunga più di 155 km e certificata l’unione tra Repubblica Democratica Tedesca e Germania Ovest.
Potsdamer Platz, Berlino, 21 luglio 1990. L’unico artista al mondo capace di costruire e distruggere un muro nel corso di uno spettacolo musicale, rimette in scena, a distanza di un decennio dall’uscita del disco originale, la sua visione più imponente: The Wall. Davanti a 400.000 persone.
Roger Waters, fondatore e principale autore dei Pink Floyd, è sempre stato un artista piuttosto ambizioso. Con la pubblicazione di “The Wall” (1979) decise di dare sfogo alle sue angosce più remote regalandoci un’opera monumentale sviluppatasi poi in un disco doppio, una serie di concerti faraonici ed un film diretto da Alan Parker.The Wall è la storia di Pink, le cui vicende sono strettamente collegate alle biografie dello stesso Waters e di Syd Barrett. Una rockstar ormai consumata da una vita di vizi e droghe, segnato dalla morte del padre, mai conosciuto, in guerra (il padre di Waters morì nel 1944 nel corso della battaglia di Anzio) e da un rapporto sempre più deteriorato con la moglie. Un uomo che decide di imporsi un isolamento umano rappresentato da un muro simbolico atto a proteggerlo dal mondo esterno. Ciò lo porterà sull’orlo della pazzia e del fanatismo fino al processo finale, in cui un fantomatico giudice-verme lo condanna a tornare fra i suoi simili.
Come si può vedere niente di strettamente correlato al celebre muro di Berlino. Questo almeno fino alla sua caduta. E’ in quel momento che all’autore di The Wall viene l’incredibile idea di un concerto-evento per celebrare la fine della divisione, arricchendo così l’opera di nuovi significati più universali.
La messa in scena riprende fedelmente i concerti originari e le immagini del film, con un gigantismo ancora più marcato. Pupazzi dalle dimensioni enormi a rappresentare i personaggi della storia, limousine e carri armati che irrompono sul palco, fuochi d’artificio ed ovviamente il muro di polistirolo, dalle spaventose dimensioni di 120 metri di lunghezza per 30 di altezza, costruito mattone su mattone fino a metà dello show, e distrutto poi per il gran finale.
Un concerto davvero incredibile, con la presenza di vari ospiti musicali. Su tutti vale la pena citare la performance degli Scorpions su “In the flesh”, la carica rock di Bryan Adams nel corso di “Young lust”, la scatenata Cyndi Lauper nel classico “Another brick in the wall” e la personalissima versione di “Mother” affidata ad un’emozionata Sinead O’Connor.
Un evento davvero unico. Se proprio volessimo trovare un momento di piccola malinconia, in questo concerto svoltosi in un momento di pre-riconciliazione floydiana, potrebbe essere sul finale di Comfortably Numb, quando i due chitarristi Rick Di Fonzo e Snowy White non arrivano neanche lontanamente a toccare l’epicità emozionale dell’originale solo Gilmouriano. Come dire che due non ne fanno uno! Ma questa è un’altra storia…
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