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Pubblicato il 10/07/2016 alle 15:45:39Commenti alla notizia: Leggi - Inserisci nuovo

Jean Michel Jarre – Roma (Auditorium Parco della Musica) 9 luglio 2016

di: Antonio Ranalli

Uno spettacolo futurista di luci e laser, video hd e arti pirotecniche. Jean Michel Jarre ha incantato il pubblico dell’Auditorium Parco della Musica di Roma, che sabato 9 luglio ha partecipato al suo concerto inserito nel "Just Music Festival".

Uno spettacolo futurista di luci e laser, video hd e arti pirotecniche. Jean Michel Jarre ha incantato il pubblico dell’Auditorium Parco della Musica di Roma, che sabato 9 luglio ha partecipato al suo concerto inserito nel programma del “Just Music Festival”.

Jean Michel Jarre è diventato famoso per i suoi spettacolari concerti-eventi. A Roma l’artista francese mancava dal 5 novembre 2008 (quando si esibì al Gran Teatro), ma nel complesso le sue esibizioni in Italia sono state sempre molto centellinate e, in alcuni casi, anche annunciate e poi annullate. Eppure l’artista, figlio di Maurice (compianto autore di colonne sonore), ha sempre amato l’Italia ritenendola “insieme alla Francia, il paese ideale per ospitare le mie produzioni”. Noto alle cronache per essere anche un grande tombeur de femmes (tra gli amori della sua vita le attrici Charlotte Rampling, Isabelle Adjani e Anne Parillaud), Jarre ha alle spalle clamorosi successi come l'album “Oxygene”' e i mega-concerti con uso di schermi e luci realizzati a Parigi (davanti a un milione di persone), Pechino, Houston e Lione (in uno spettacolo organizzato per Papa Giovanni Paolo II), alcuni dei quali lo hanno fatto entrare nel Guinness dei primati.

Arriviamo dunque a Roma, unica data italiana del tour iniziato lo scorso 17 giugno dal Sonar Festival di Barcellona, e che prende spunto dall’ultimo lavoro “Electronica 2: The Hearth Of Noise”. Il musicista e compositore francese è salito sul palco dopo le 21:30, orario giusto per via dell’assenza di luce naturale, così da consentire al pubblico di godere appieno dello spettacolo. Le note di “En attendant Cousteau” hanno accompagnato l’arrivo di Jarre e dei suoi collaboratori. La scenografia del concerto lascia poco da desiderare. Jarre inizia con “The Hearth Of Noise”. Un muro metallico diventa rosso e il musicista appare (occhialetti neri e abito scuro) e inizia la performance. Nel mezzo del palcoscenico, un assemblaggio di tastiere, computer e campionatori di suoni ricorda il ponte di controllo di un'astronave. Di lato due musicisti prendono le proprie posizioni tra strutture che assomigliano a dune lunari e che nel corso del concerto vengono investite di toni vivaci. Il musicista ha alternato composizioni recenti ai suoi grandi classici. E cos’, per la gioia del pubblico sono arrivate, tra le altre, “Oxygène 2”, “Équinoxe 7” e “Oxygène 8”, intervallate da composizioni più fresche come “Circus”, “Web Spinner”, “What You Want” e “Zero Gravity”, oltre a “Exit with Edward Snowden”, brano che vede la collaborazione dell’informatico statunitense, ex tecnico della CIA e fino al 10 giugno 2013 collaboratore della Booz Allen Hamilton, noto per aver rivelato pubblicamente dettagli di diversi programmi di sorveglianza di massa del governo statunitense e britannico, fino ad allora tenuti segreti. Maxi-schermi sullo sfondo del palscoscenico proiettano immagini di onde e luci che si scagliano e si ritirano per tutta la Cavea dell’Auditorium. Per “Oxygene 10” Jarre ha usato una versione tecnologica e laser del Teremin, ovvero il primo strumento elettronico presentato dall'inventore russo (Leon Teremin) a Josef Stalin nel 1927. Adoperando le due antenne, la prima per il volume e la seconda per la tonalità, ha prodotto suoni e melodie impensabili. Il brano più celebre, ovvero “Oxygene 4”, Jarre lo ha eseguito con un campionatore ultra moderno e sottilissimo, mentre dal palco partivano luci pirotecniche.

Per “Oxygene 11” invece un susseguirsi di tastiere, manopole, spie elettroniche. Pubblico entusiasta. Jarre ha concesso al pubblico un solo bis: “Chronologie Part 4”, tratto dall’album del 1993 in cui l’artista ha conciliato gli stili degli anni '70 con la tendenza al recupero della musica etnica tipico degli anni '90.

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