Il Club Tenco per il 2006 premia Bruno Lauzi e Willy De Ville
di: Giancarlo Passarella
Andranno a Willy De Ville e Bruno Lauzi i Premi Tenco 2006 della Rassegna della canzone d’autore, programmata quest’anno dal 9 all’11 novembre, come sempre al Teatro Ariston di Sanremo. Andranno a Willy De Ville e Bruno Lauzi i Premi Tenco 2006 della Rassegna della canzone d’autore, programmata quest’anno dal 9 all’11 novembre, come sempre al Teatro Ariston di Sanremo.
Due artisti profondamente diversi nell’approccio stilistico così come nelle esperienze maturate, a confermare l’ampio spettro delle scelte del Club Tenco che da tempo considera la canzone d’autore nella sua accezione più ampia. Le figure di De Ville e Lauzi possono venire associate forse solo per una caratteristica: quella di essere non solo cantautori ma anche pregevoli interpreti di canzoni altrui.
Da New York a New Orleans, da Parigi all’America Centrale, Willy De Ville (il vero nome è William Boray), fedele alla sua anima gitana, ha sempre spaziato anche tra i generi musicali. Partito da territori quasi punk come leader della band Mink De Ville, è arrivato ad unire il rock di matrice americana a suggestioni, spezie, aromi provenienti dalla musica latina, dal blues, dal rhythm’n’blues, dal country, dal tex-mex. Ovvero le musiche più autentiche del continente americano (centro e nord soprattutto) in un meticciato assai fertile.
La voce di De Ville, rugosa come il suo viso, è riuscita ad essere a proprio agio, romantica e ardente, in ogni genere visitato. Alcune sue composizioni, come Demasiado Corazon, pur non arrivando mai al grande pubblico, sono divenute comunque note anche al di là della cerchia dei suoi estimatori (e' la sigla del programma Zelig su Italia Uno), ma De Ville nel tempo è riuscito anche in un’operazione difficile e affascinante come quella di far suoi, con vena estremamente originale ed inventiva, anche brani già entrati tra i classici della popular music come Hey Joe e Stand by me.
Una scommessa vinta, ed anche un ingegno creativo che, nel suo caso, richiede la stessa dote di estro che si addice alla composizione vera e propria. Sono molti gli album del “Pirata” ad essere passati alla storia della miglior musica degli ultimi decenni, da Le Chat Bleu a Coup De Grace, da Backstreets Of Desire a Crow Jane Alley, titoli che gli hanno permesso di conquistarsi una solida fama anche in Europa, ed in particolare in Italia. Tutto questo riuscendo a sfuggire alla insidie dell’industria discografia per mantenere la propria autonomia creativa nel nome della musica: la sua, torrida e ipnotica come un rito voodoo, nobile e passionale come le rose che lancia al suo pubblico. Il Premio Tenco va ad una carriera quasi trentennale (dal primo album, Cabretta, a nome Mink De Ville, del 1977, sino al dvd Live in the Lowlands, pubblicato da poco) portata avanti con il cuore e con l’anima.
Importante e' stata la sua collaborazione alla colonna sonora del film The Princess Bridge, realizzata con l'allora leader dei Dire Straits ovvero sia Mark Knopfler.
Bruno Lauzi è uno degli esponenti storici della canzone d’autore italiana, uno dei personaggi che all’inizio degli anni Sessanta hanno mutato radicalmente la scrittura e l’interpretazione della canzone nel nostro Paese. Compagno di banco di Luigi Tenco, proprio con lui si appassiona della nuova musica americana che negli anni Cinquanta arriva in Italia ed in particolare nella sua Genova. È soprattutto attratto dai songwriter statunitensi e dal jazz, ma ben presto è colpito anche dagli chansonnier francesi e dalla musica del Brasile (la cui lingua ricorda fra l’altro il dialetto genovese). Partendo da queste influenze e mediandole con un gusto tutto suo per una melodia di stampo italiano, ma trattenuta, lieve, mai melensa, Lauzi inizia a scrivere canzoni importanti. Spicca la capacità di utilizzare liricamente un linguaggio quotidiano che si scontra con la lingua aulica e stantia della canzone italiana fino a quel momento, un linguaggio a cui corrisponde l’attenzione per i fatti reali della vita e della società. Tra gli esempi più noti Ritornerai ed Il poeta. All’impegno di cantautore si affianca quello di traduttore (ad esempio da Brel, Vian, Aznavour, Moustaki, Vinicius De Moraes, Roberto Carlos, Djavan, Paul Simon, …) ma anche di interprete puro, con una vocalità che lui stesso definì “un vagone ferroviario carico di orchidee”. Lauzi ha cantato brani di molti colleghi (ed altri ne ha scritti con loro), da Lucio Battisti (Amore caro amore bello, e diversi altri) a Paolo Conte (Genova per noi, Onda su onda, …), ma è stato a sua volta autore per altri, in alcuni casi con notevoli successi, basti pensare a Piccolo uomo e Almeno tu nell’universo per Mia Martini. Ed ancora: le canzoni per bambini (La tartaruga e Johnny Bassotto su tutte), l’attività come cabarettista (grazie ad una affilata vena ironica mai sopita) e quella come scrittore e poeta tout court. Il Premio Tenco va doverosamente ad un percorso artistico eterogeneo nelle scelte musicali così come nei ruoli ricoperti, un percorso per certi versi anche controcorrente.
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Ricordiamo che i Premi Tenco sono i massimi riconoscimenti del Club Tenco, attribuiti alla carriera di artisti (soprattutto internazionali) dal comitato direttivo del Club, a differenza delle Targhe Tenco, assegnate invece da una nutrita giuria di giornalisti (ben 135) ai migliori dischi italiani della stagione. I vincitori delle Targhe 2006 verranno comunicati nelle prossime settimane.
La foto che completa quest'articolo e' stata tratta dall'archivio dello show Roxy Bar di Red Ronnie.
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