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Pubblicato il 21/08/2003 alle 02:39:50Commenti alla notizia: Leggi - Inserisci nuovo

Edoardo Bennato - Francavilla al Mare (CH) - 17/08/2003

di: Massimo Giuliano

Grande concerto dell’artista partenopeo nell’ambito dei festeggiamenti per San Franco, patrono della cittadina in provincia di Chieti. Con O’ sarracino omaggia Renato Carosone!

Grande concerto dell’artista partenopeo nell’ambito dei festeggiamenti per San Franco, patrono della cittadina in provincia di Chieti. Con O’ sarracino omaggia Renato Carosone!

Nel pomeriggio è stato avvistato mentre camminava, in maglietta e pantaloncini, lungo gli stabilimenti balneari di Pescara, come se fosse una persona qualunque, parlando al telefonino. La sera poi, dalle 21.30, ha suonato con altrettanta disinvoltura a Francavilla al Mare (CH). Questo è Edoardo Bennato: un artista semplice, schietto, come le sue canzoni, ora politiche, ora romantiche e smaniose di raccontare la vita in tutte le sue sfaccettature. Esercizi di stile per questo poeta napoletano, laureato in architettura, che nel lontano 1973 – dunque, ormai, 30 anni fa – ha debuttato nel panorama musicale italiano caratterizzandosi subito per il suo essere un cantautore “atipico”: con la band o con il solo trittico chitarra-kazoo-tamburello Bennato riesce sempre ad emozionare, grazie ad una naturale vena musicale molto comunicativa. Nelle oltre due ore di concerto che ha regalato ai presenti in Piazza San Franco, Edoardo ha ripercorso idealmente tutta la sua carriera, proponendo – come si addice ad ogni grande cantante – successi di oggi e di ieri: “Le ragazze fanno grandi sogni”, i nuovi singoli “Stop America” e “Ritorna l’estate” (tratti dall’ultimo cd “L’uomo occidentale”), “L’isola che non c’è”, “Una settimana, un giorno” (riproposta recentemente insieme ai Velvet, suoi grandi amici) e “Cantautore” fra le tante. Gli inizi non sono stati facili per Bennato: «A 18 anni sono andato via da Napoli e mi sono trasferito a Milano: volevo studiare architettura e contemporaneamente tentare l’avventura musicale. A Milano potevo farlo perché allora le case discografiche stavano solo lì. Ebbi però dei problemi dopo aver pubblicato il primo disco: la Rai non lo passava in radio perché le mie canzoni non erano ritenute sufficientemente “radiofoniche”. Solo due persone avevano comprato l’album: mia mamma e mia zia. Allora io ho preso la mia chitarra e sono andato a Roma a suonare nei posti dove si trovavano gli opinion leaders, per far conoscere la mia musica». Dopo questo racconto, parte un momento acustico molto interessante: armato infatti solo della sua chitarra, del kazoo e di un tamburello che percuote col piede, Edoardo esegue “Abbi dubbi” (title-track dell’omonimo album datato 1989), “Sono solo canzonette” e “Il gatto e la volpe”. Prima di suonare quest’ultimo pezzo, l’artista napoletano lascia emergere tutta la sua teatralità facendo finta di rivolgersi a Pinocchio nel momento in cui il celebre burattino viene “sedotto” dal gatto e la volpe, che è poi ciò che Bennato narra nel brano. Bugie di ieri, bugie di oggi: Edoardo si domanda anche “A cosa serve la guerra”, che è una bellissima ballata apprezzata dal pubblico. Rock’n’roll travolgente per “Il capitan Uncino” (da non confondere con “La canzone del capitano” di Dj Francesco: questa è decisamente tutta un’altra cosa), con ancora un siparietto incentrato su Peter Pan e la sua rivalità con il terribile Hook. Questi sono momenti che ci fanno riflettere anche sull’amore di Bennato per le fiabe: del resto, uno che cantava “Ogni favola è un gioco” non può non essere affascinato da storie come quella di Pinocchio o dell’Isola che non c’è. E infatti sono molte le canzoni che Edoardo ha dedicato a questi magici racconti. Alcune, come già detto, le ha anche suonate in questa serata d’agosto. Nel finale, spazio a tracce dell’ultimo lavoro: “Non c’è tempo per pensare” (concetto che condividiamo in toto) e “Bambina innamorata”, già sentita anche in radio. Ma la vera chicca deve ancora arrivare: un omaggio a Renato Carosone con una particolarissima versione di “O’ sarracino”, originale perché arricchita da un evidente richiamo a Bob Marley (la base, infatti, ricorda chiaramente “Could you be loved”). Dopo un altro paio di pezzi, Edoardo si congeda: è bello rendersi conto che stasera la nostra scelta musicale non è andata a vuoto, perché abbiamo deciso di assistere al concerto di un artista di classe.

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