Devocka - La morte del sole (I dischi del Minollo 017) questa distanza post punk ci porta a carillion dark rock
di: Giancarlo Passarella
Ogni tre anni la band ferrarese ci delizia di un suo volo pindarico sulle disgrazie umane: recitato, urlato e vissuto con lo stomaco, riporta alle lezioni dei C.C.C.P., dei Cure e financo ad altre aperture mentali ... Ogni tre anni la band ferrarese ci delizia di un suo volo pindarico sulle disgrazie umane: recitato, urlato e vissuto con lo stomaco, riporta alle lezioni dei C.C.C.P., dei Cure e financo ad altre aperture mentali ...
Come e' lontana quella Milano da bere che ha marchiato il nostro decennio '80, quello dei giovani rampanti e yuppies!
Non vi e' nel progetto dei Devocka mera emulazione della lezioni dei padri, ma un coraggio propositivo vissuto pero' con molta serenita': bella la loro ipotassica scrittura, cosi' come la sinuosa litania che caratterizza alcuni loro brani, una volta dubbiosi sul perche' sorridere e sulle vicende di vecchi bavosi che abitavano dalle loro parti. In questo La morte del sole il cantato di Igor Tosi diventa ancora piu' da muizzin che dal minareto ci lancia i suoi anatemi: non ha pero' verita' o dogmi con cui sommergerci, ma semplici riflessioni su quello che lo circonda: sono micro realta' amorose, anche se tinteggiate di un pesante colore grigio, tonalita' che a volte si macchia di sangue, ma piu' spesso di tetro nero da ragnatela.
I Devocka sono ormai stabilizzati nella seguente formazione:
Igor Tosi – voce, chitarra, sintetizzatore
Francesco Bonini – basso
Ivan Mantovani – batteria
Matteo Guandalini – chitarra
Gli aggettivi piu' consoni per descrivere un album cosi' sono sicuramente ossessionato, cupo, tetro, paranoico, ma vanno presi non nella connotazione negativa, ma in quella cromatica: il tappeto sonoro su cui si muovono le singole canzoni e' ben fatto e preciso. E poi c'e' Igor a sputare il veleno che gli intossica le viscere e la carne che altrimenti verrebbe conquistata da un virus stile Alien. Ben ha colto quel critico che ha scritto che ...siamo in terra kubrickiana, fra Nietzsche, post-modernismo e uomini che rinunciano (impotenti o indifferenti) - alla facolta' di scegliere e agire...perche' questa sensazione e' quella che condividiamo, mentre fuori la nostra finestra l'effimero luccicante della globalizzazione sembra proporci solo modelli positivi e iper sorridenti. Qualche dubbio invece sulla scheda di presentazione che accompagna questo disco, dove si parla di ...una resa inconsapevole e ineluttabile dell'io... il post punk, la new wave e ascolti neofolk, hanno condizionato la scrittura e le tinte scure di questi nuovi brani!
Il ricordo della simpatia dei singoli Devocka come persone, mi ha poi convinto della giustezza di questa descrizione. Soprattutto sul neofolk, forse inconsciamennte nascosto dentro quel loro carillon che gira lento e stonato, come alcuni aspetti della vita!
Track list di Devocka - La morte del sole:
- Morte Annunciata Dell’Io
- Non Solamente Un’Apertura Mentale
- L’Amore
- Cagne
- Questa Distanza
- Morte Del Sole
- Croce
- Carne
- Carillon
- Tecnologici
- Ultimo Istante
... Devocka is an outburst, a dash of necessity, above all a dash of passion.... Devocka è uno scatto di rabbia, di necessità, soprattutto di passione....
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