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Pubblicato il 04/10/2009 alle 18:20:49Commenti alla notizia: Leggi - Inserisci nuovo

Addio a Mercedes Sosa, la voce dell'Argentina libera

di: Lucia Salinas

E' morta all'eta' di 74 anni la cantante argentina Mercedes Sosa, leggendaria voce del folclore e della coscienza dei popoli latinoamericani, il cui impegno politico contro l'ingiustizia sociale l'ha costretta all'esilio negli anni della dittatura.

E' morta all'eta' di 74 anni la cantante argentina Mercedes Sosa, leggendaria voce del folclore e della coscienza dei popoli latinoamericani, il cui impegno politico contro l'ingiustizia sociale l'ha costretta all'esilio negli anni della dittatura.

Dal 1976 al 1993 e' stata esule fuori dalla sua terra natia! Mercedes Sosa nasce a San Miguel de Tucumàn il 9 luglio 1935, e per un curioso scherzo del destino pochi giorni prima, a causa di un incidente aereo avvenuto in Colombia, l’Argentina perde il suo più grande cantante di tango, Carlos Gardel. La prima apparizione sulla scena musicale folk argentina avviene in modo piuttosto insolito. A metà degli anni ‘60 a Mendoza, dove a quei tempi viveva, fonda insieme al marito, al musicista Manuel Oscar Matus e al poeta Armando Tejada Gomez il Movimiento del Nuevo Cancionero, rinnovando così tutte le espressioni artistiche legate alle tradizioni popolari del tempo. E’ in quella occasione che registra l’album di debutto, Canciones con Fundamento. Nell’autunno 1966 realizza Yo no canto por cantar, il suo primo album con la Polygram ed inizia la sua collaborazione con la casa discografica che durerà ben 33 anni. Nell’ aprile ‘67, dopo aver inciso il secondo e il terzo album, Hermano e Para Cantarle a mi Gente, inizia a girare in tutto il mondo: canta a Lisbona, Miami, Roma, Varsavia, Leningrado, Kislovo, Sochi, Gagri, Bakù e Tiflis e durante il tour incontra Ariel Ramirez, l’autore di Misa Criolla che le chiede di fare da solista nel lavoro Mujeres Argentinas. Accetta e partecipa alla registrazione dell’album nel 1969, subito dopo la realizzazione di Con Sabor a Mercedes Sosa. Nello stesso tempo la sua musica di denuncia inizia a rivelarsi scomoda per il governo militare del suo Paese e per questo subisce frequenti censure nelle radio ufficiali. Nel 1970 Mercedes Sosa è protagonista di un’esperienza cinematografica; prende parte infatti al film El Santo de la Espada di Leopoldo Torre Nilsson, basato sulla storia del Generale Josè de San Martìn, considerato il padre della nazione Argentina. Incide altri due album molto importanti per la sua carriera: El grido de la tierra e Navidad con Mercedes Sosa, che contengono, tra le altre, le tracce Canciòn con todos, Cuando tenga la tierra e La navidad de Juanito Laguna. L’anno successivo realizza due opere antologiche dal titolo: La voz de Mercedes Sosa e Homenaje a Violeta Parra.

Torna al cinema ed interpreta la parte dell’eroina peruviana Juana Azurduy nel film Guemes (La tierra en armas) sempre diretto da Leopoldo Torre Nilsson. E’ il 1972 quando, nonostante i duri attacchi alla sua arte imposti dalle autorità militari, lancia Hasta la victoria, un disco di orientamento politico e sociale. Partecipa come voce solista a Cantata Sudamericana, un’eccellente lavoro di Ariel Ramirez cone testi di Felix Luna. Mercedes Sosa e Traigo un pueblo en mi voz, escono nel 1973 mentre l’Argentina sembra tornare alla democrazia. Nell’agosto ‘76, dopo un nuovo blitz militare, viene pubblicato Mercedes Sosa che include canzoni di Victor Jara e Pablo Neruda (Cile), Alicia Maguina (Perù) e Ignacio Villa (Cuba). L’anno successivo M.Sosa, rende omaggio al più grande artista argentino realizzando Mercedes Sosa interpreta a Atahualpa Yupanqui.

Intanto la situazione politica si deteriora, la Giunta Militare attua una politica di repressione che si conclude con l’orrore dei desaparecidos (oltre 30.000 persone scomparse). Nel 1979 realizza Serenata para la tierra de uno che, in mezzo a tanta violenza, vuole comunque celebrare la vita. La situazione diventa intollerabile: dopo essere stata imprigionata durante un concerto tenuto nella città di La Plata, Mercedes Sosa è costretta all’esilio, inizialmente a Parigi e l’anno successivo, nel 1980 a Madrid, dove si stabilisce, lontana dalla sua terra e dalla sua famiglia. Il 18 febbraio 1982 finalmente torna ad esibirsi per un pubblico argentino, tenendo una dozzina di concerti al Teatro dell’Opera di Buenos Aires accompagnata da alcuni dei più famosi musicisti locali, in parte di formazione rock, come Leòn Gieco e Charly Garcìa. Il suo rientro è considerato da molti di buon auspicio per l’Argentina, tuttavia il paese assiste ancora una volta ad un triste evento: il governo militare coinvolge infatti la nazione nella guerra delle Falkland, ma la sconfitta, nel giugno dello stesso anno, pone fine alla dittatura. Il ritorno alla democrazia coincide con il successo discografico del live Mercedes Sosa en Argentina dallo Stadio Ferro Carril Oeste. Lo spettacolo diventerà poi parte del documentario a lei dedicato, dal titolo Como un Pàjaro libre ­ che darà il nome ad un omonimo album.
La sua immagine, dopo anni di morte e silenzio, diventa il simbolo della vita, sia per i fan di sempre che per le nuove generazioni.
Ristabilitasi nella casa di Buenos Aires, M. Sosa riprende a tenere concerti all’estero; si esibisce tra gli altri al Lincoln Centre e al Carnegie Hall di New York. Nel 1984 realizza Serà posible el sur? Nello stesso anno partecipa allo spettacolo Corazòn americano, con Milton Nascimento e Leòn Gieco, che ha luogo allo stadio Velez Sarfield di Buenos Aires. Nella stagione successiva si aggiungono due titoli importanti alla carriera discografica; l’album Vengo a ofrecer mi corazòn, ricco di collaborazioni con compositori argentini, che include le tracce omonime di Fito Pàes, Razòn de vivir e Madre de madres di Vìctor Heredia, Entre a mi pago sin Golpear di Carlos Carabajal e Pablo Raùl Trullenque, Cancìon para Carito di Antonio Tarragò Ros e Leòn Gieco. E’ una fase particolarmente intensa della carriera di Mercedes Sosa: nella prima metà del 1986, partecipa ad una lunga tournèe in Europa, negli Stati Uniti e in Brasile.

Nonostante gli impegni, in quegli anni riesce ad incidere Mercedes Sosa ’86 e Mercedes Sosa ’87. A Buenos Aires, nel 1988, durante il ciclo di concerti “Los grandes en vivo”, M. Sosa lancia Amigos mìos, una compilation a più mani, nella quale compaiono brani di Milton Nascimento, Pablo Milanès, Teresa Parodi, Charly Garcìa, Fito Pàez e Raimundo Fagner. Nel giugno ‘89, M. Sosa, riceve la medaglia dell’Ordine del Cavaliere delle Arti e della Letteratura, consegnatole dal Ministro della Cultura Francese. Tra il 1990 e il 1991 escono due nuovi album: Mercedes Sosa en vivo en Europa e De mì, entrambe registrazioni dal vivo dei concerti tenuti in quegli anni in Europa e in Brasile. Nel 1992, le viene conferita la carica di cittadino onorario della città di Buenos Aires, nel Salone d’Oro del Conciglio. Prima della fine dell¹anno, torna negli Stati Uniti dove viene nominata ospite onorario del Texas e Houston, dal Sindaco e dal Governatore di Stato. Nel ’93 partecipa alla colonna sonora del film Convivencia, duettando con Pablo Milanès e Roberto Goyeneche, uno dei più grandi cantanti di tango e incide l’album Sino.
A novembre, sulla scia di un successo inarrestabile, esce la compilation Mercedes Sosa, 30 anos, un disco che raggiunge i vertici nelle classifiche delle vendite; stessa sorte, l’anno successivo toccherà a Gestos de amor, che diventa Disco di Platino.
Alla fine del ‘94 esce l’album Mercedes Sosa-Oro, una compilation di 17 brani registrati tra il 1969 e il 1994 che la consacra definitivamente come la più grande artista popolare del paese.
Nel settembre ‘96 esce l’album Escondido en mi paìs, la cui presentazione avviene a Buenos Aires al Teatro dell’Opera.
Nel marzo ‘97, Mercedes Sosa rappresenta l’America Latina e le isole caraibiche, in veste di Vice Presidente della Commissione per la stesura della Carta della Terra: il convegno stila un documento per la Tutela dell’ Ambiente equivalente alla Carta dei Diritti Umani.
Intanto, lavora alacremente alla realizzazione dell’album atteso da lungo tempo Alta fidelidad-Mercedes Sosa canta a Charly Garcìa che esce quello stesso anno. Sul finire dell’anno, lo stato di salute dell’artista peggiora: più volte in pericolo di vita, si ristabilisce solo dopo mesi di sofferenza, al termine dei quali realizza un nuovo album, non a caso intitolato Al Despertar che riceverà poi il Premio Gardel come Disco dell’Anno.

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