P.F.M. Premiata Forneria Marconi - Stati D'Immaginazione (SonyBmg)
di: Paolo Ansali
Il primo disco strumentale della PFM Premiata Forneria Marconi è il manifesto di un nuovo rock chiamato immaginifico, evoluzione dell’inimitabile prog dei 70’s. Il primo disco strumentale della PFM Premiata Forneria Marconi è il manifesto di un nuovo rock chiamato immaginifico, evoluzione dell’inimitabile prog dei 70’s.
Se è vero che “nulla si sa tutto s’immagina” ben venga un disco come
“Stati D’Immaginazione” (Sony /BMG). E’ il primo disco strumentale della PFM e il manifesto di un nuovo rock chiamato “immaginifico”, evoluzione dell’inimitabile prog dei 70’s. Un progetto nato quasi d’istinto, dopo la prova impegnativa di “Dracula”, registrato in presa live negli Alari Park Studios di Milano, dove c’è un mixer appartenuto a David Gilmour, uno che di sonorità immaginarie se ne intende. La sigla PFM oggi contiene i nomi dei tre elementi storici, Patrick Djivas, Franz Di Cioccio e Franco Mussida. Non manca il contributo di Lucio “Violino” Fabbri mentre alle tastiere c’è la new entry di Gianluca Tagliavini, altra novità del disco. Otto brani ispirati ad altrettanti filmati, a partire da “La terra dell’acqua”, dedicata a Venezia. In questo lungo brano sono presenti tutti gli elementi “scenografici” del disco. Nel finale Mussida offre un assolo magistrale che ci riporta indietro ai fasti di “Alta Loma nine til five” immortalata su “Live in USA”. La successiva “Il mondo in testa” contiene una breve citazione iniziale di “Promenade the puzzle” brano portante di “Photos of ghosts”. La serrata ritmica funky di “La conquista” vede la sezione Djivas-Di Cioccio in grande spolvero, poi il brano si placa e torna la sei corde protagonista. “Il sogno di Leonardo”, scritta con la chitarra classica in una camera d’hotel, è una composizione serena e malinconica, ispirata al desiderio del volo umano. “Cyber Alpha” è una corsa frenetica contro il tempo, in un futuro non molto lontano. Dopo le suggestive “Agua Azul” e “Netherland 1903” gran finale con “Visioni di Archimede”, dove rivive il genio siracusano che fermò le truppe romane con la forza del suo ingegno. L’abbinamento immagini-musica è di sicuro effetto, ma anche da solo il sound regge bene l'impatto e non perde il suo fascino.
Articolo letto 7739 volte
|