Povia contro i gay, i gay contro Povia... e Baccini prende le distanze
di: Massimo Giuliano
Sta suscitando non poche polemiche "Luca era gay", brano con cui Povia parteciperà al prossimo Sanremo e che ha ricevuto accuse di omofobia. Le associazioni gay chiedono invano chiarimenti. Intanto Francesco Baccini prende le distanze da Povia. Sta suscitando non poche polemiche "Luca era gay", brano con cui Povia parteciperà al prossimo Sanremo e che ha ricevuto accuse di omofobia. Le associazioni gay chiedono invano chiarimenti. Intanto Francesco Baccini prende le distanze da Povia.
E' opportuno ricordare, infatti, che i due cantanti avevano intrapreso, appena un anno fa, una lotta comune contro la tornacontocrazia che andava sotto il nome di "Independent Music Day". Si parlò, all'epoca, di una loro personale forma di protesta per essere stati "trombati" da Sanremo 2008, ma i diretti interessati smentirono subito queste illazioni. E ora? Ora Baccini affida a una breve nota le sue considerazioni: "Una cosa è la lotta comune per una legge per la musica portata avanti dall'Independent Music Day, il movimento apolitico e apartitico creato da me e da Povia, e una cosa sono le idee personali espresse dai singoli artisti". Francesco Baccini ha dovuto diramare questo comunicato stampa dopo aver ricevuto, nei giorni scorsi, numerose richieste di spiegazione da parte di gruppi che hanno partecipato alle tre edizioni dell'Imd.
Sul fronte anti-Povia si muovono, come detto, le associazioni gay: il presidente nazionale di Arcigay, Aurelio Mancuso, invita a fare chiarezza sui contenuti di "Luca era gay". E sottolinea: “Attendiamo ancora, dopo che abbiamo posto con chiarezza un interrogativo semplice, ovvero la canzone parla o meno di una supposta "guarigione di un gay", risposte che colpevolmente non giungono né dalla Rai né dalla direzione artistica né da Bonolis. Riteniamo questo silenzio offensivo e sprezzante nei confronti della dignità di milioni di cittadini italiani, che hanno diritto di sapere se il loro orientamento sessuale sarà oggetto di posizioni deliranti, sostenute solamente da ambienti del cattolicesimo integralista”. Franco Grillini, presidente di Gaynet (associazione omosessuale di informazione), è ancora più duro: “Sentirsi dare del ‘malato’ dal palco dell’Ariston, per fare quell’audience di 10-12 milioni a spese della reputazione di milioni di cittadini insolentiti e non rispettati, mi pare un’operazione disgustosa e immorale. Con ogni probabilità in Rai si avverte il nuovo clima del potere berlusconiano, l’arrivo della stretta sui contenuti e sulla cultura che la tv pubblica deve esprimere, magari in sintonia con un Vaticano sempre più aggressivo, che vuole imporre la ‘cattolicizzazione’ forzata della tv pubblica oltreché della politica”.
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