Festival di Sanremo 2019: le nostre pagelle
di: Massimo Giuliano
Daniele Silvestri in assoluto tra i migliori di questa edizione. Il dirottatore artistico Claudio Baglioni volutamente un po' defilato. Vi proponiamo i nostri voti su tutti i cantanti in gara dopo un primo sommario ascolto dei brani. Daniele Silvestri in assoluto tra i migliori di questa edizione. Il dirottatore artistico Claudio Baglioni volutamente un po' defilato. Vi proponiamo i nostri voti su tutti i cantanti in gara dopo un primo sommario ascolto dei brani.
Al di là degli ascolti, prevedibilmente in calo, quella che ha inaugurato Sanremo 2019 è stata una serata abbastanza di qualità, seppur non paragonabile all'esordio dell'edizione 2018. Più che altro, è mancato quel "botto" che l'anno scorso era stato garantito da un ospite come Fiorello, senza contare che il "dirottatore artistico" Claudio Baglioni ha scelto - saggiamente - di defilarsi un po' anche a livello canoro, per evitare inutili protagonismi autoreferenziali.
L'esito finale, tuttavia, ne ha risentito sia sotto il profilo dello spettacolo, sia sotto l'aspetto legato all'Auditel. Qui di seguito le nostre pagelle su tutti i cantanti in gara dopo un primo, sommario, ascolto dei brani:
- Francesco Renga - "Aspetto che torni", voto 7: sicuramente penalizzato dagli iniziali problemi di audio che non consentivano alle voci di spiccare particolarmente rispetto alla base strumentale, l'ex Timoria presenta un pezzo che in radio avrà futuro ma non si può annoverare tra le sue migliori produzioni. Al Festival, in passato, Francesco ci ha fatto sentire di meglio.
- Nino D'Angelo e Livio Cori - "Un'altra luce", voto 5,5: andamento eccessivamente classico, all'insegna della tradizionale melodia partenopea "da Sanremo". Sarebbe stato apprezzabile qualcosa di meno vecchio.
- Nek - "Mi farò trovare pronto", voto 8: fedele al titolo della sua canzone, Filippo Neviani non si fa trovare impreparato alla prova dell'Ariston e sforna una canzone di grande impatto, tra le più efficaci del Festival. Ritmata e trascinante. Bene così.
- The Zen Circus - "L'amore è una dittatura", voto 7: è uno dei brani più originali di questa edizione ma risente di una performance non eccezionale, dove l'intonazione ha lasciato parecchio a desiderare. Promosso comunque per le buone intenzioni.
- Il Volo - "Musica che resta", voto 6: netto passo indietro rispetto a Grande amore, che nel 2015 valse la vittoria al trio di tenorini. Quanto proposto stavolta è debole e non lascia il segno: insomma, proprio "non resta".
- Loredana Berté - "Cosa ti aspetti da me", voto 7: la mano di Gaetano Curreri c'è e si sente. Questo deve essere il Festival del rilancio definitivo di Loredana, e lei ci prova con un pezzo forte ma non fortissimo, interpretato non al top ma con tanta voglia di fare. Menzione a parte per le sue splendide gambe.
- Daniele Silvestri - "Argento vivo", voto 8: un rap intrigante, sicuramente candidato per il Premio della Critica anche se non esce fuori dai consueti standard del suo autore. Lo stesso discorso, come vedremo più avanti, vale per Cristicchi. Ad ogni modo, il testo è incisivo e l'argomento è di peso. Già solo per tale ragione consideriamo Silvestri uno dei migliori di Sanremo 2019.
- Federica Carta e Shade - "Senza farlo apposta", voto 5: più che chiaro l'intento di ricostituire l'accoppiata vincente che aveva fatto sfaceli con Irraggiungibile, ma ne viene fuori una canzoncina modesta e decisamente trascurabile.
- Ultimo - "I tuoi particolari", voto 6,5: era difficile chiedere di più a uno dei favoriti. Tuttavia non ci sarebbe dispiaciuto un piccolo, ulteriore sforzo per sembrare meno scontato. Cercheremo di accontentarci.
- Paola Turci - "L'ultimo ostacolo", voto 7,5: il singolo non è all'altezza di Fatti bella per te, ma la cantautrice romana è una garanzia e non delude mai. Classe ed eleganza.
- Motta - "Dov'è l'Italia", voto 7,5: seguiamo questo artista da tempo e lo reputiamo un interessante esponente della moderna canzone d'autore. Dopo averlo sentito ieri sera, possiamo solo ribadire la nostra (positiva) opinione.
- Boomdabash - "Per un milione", voto 7: è la strada già tracciata dalla loro super hit Non ti dico no. Questo gradevole reggae, se adeguatamente spinto in fase promozionale, potrebbe accompagnarci fino all'estate.
- Patty Pravo con Briga - "Un po' come la vita", voto 6,5: in tutta sincerità questo duo ci sembrava improbabile, ma alla fine è andata meglio di quanto immaginassimo. Nonostante l'improvvisa pipì del pianista.
- Simone Cristicchi - "Abbi cura di me", voto 8: dolce, delicata, tenera, questa romantica ballata colpisce dritta al cuore. Il vincitore di Sanremo 2007 non rischia e, come detto prima anche per Silvestri, sceglie di non uscire dal seminato con un brano nel suo stile, ma come si fa a fargliene una colpa se poi questo è il risultato? Cristicchi ed i ricercatori della felicità.
- Achille Lauro - "Rolls Royce", voto 7: le cose più interessanti quest'anno sembrano venire dai giovani, e un brano come "Rolls Royce" ne è la dimostrazione. Fresco e piacevole.
- Arisa - "Mi sento bene", voto 6,5: una canzone che scorre, il piede non può fare a meno di portare il tempo e quindi la sufficienza è ampiamente meritata. Il suo vibrato da usignolo, poi, come consuetudine è molto preciso. Brava.
- Negrita - "I ragazzi stanno bene", voto 7,5: Pau e soci non osano particolarmente, ma tutto sommato il pezzo si fa ascoltare. Un azzeccato tributo ai loro 25 anni di carriera.
- Ghemon - "Rose viola", voto 5: una noia mortale.
- Einar - "Parole nuove", voto 5: idem come sopra.
- Ex Otago - "Solo una canzone", voto 7: siamo, molto banalmente, nel territorio dell'indie pop italiano, ma la scrittura è riuscita e di conseguenza il giudizio è buono.
- Anna Tatangelo - "Le nostre anime di notte", voto 6: tecnicamente valida, lei canta bene da sempre e, oltretutto, è tra i più intonati della serata. Il brano, però, non convince.
- Irama - "La ragazza con il cuore di latta", voto 5: apprezzabile il tema (la violenza sulle donne), ma la canzone suona scialba, banale e scontata. Passiamo oltre. Irama l’abbiamo intervistato proprio su questa canzone..
- Enrico Nigiotti - "Nonno Hollywood", voto 6: è capace di esprimersi a ben altri livelli, ma strappa ugualmente l'applauso della platea con un lento riflessivo e, tutto sommato, ben fatto.
- Mahmood - "Soldi", voto 7: ce ne fossero di più di tipi come lui. Sale sul palco a notte fonda e ci sveglia un po' tutti. Frizzante.
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