Madonna, Confessions Tour - 6 agosto 2006: 70.000 fans si confessano all’Olimpico di Roma!
di: Stefano Trentadue
Il ritorno in Italia a 5 anni di distanza dal “Drowned World Tour”, ecco il diario di bordo di Stefano Trentadue che descrive come l’Olimpico di Roma abbia accolto la star. La vera prova del nove per i fan accaniti è stata trovare i biglietti, e credeteci...impresa tra le più ardue!
Giovedì 20 aprile il sito di Ticketone apre le vendite alle ore 8.45, 15 minuti prima dell’orario ufficiale, inutile sottolineare un crash del sistema informatico che rende impossibile l’acquisto ai più fortunati (cioè chi ha avuto fortuna con l’accesso al sito) e l’emissione dei biglietti alle rivendite autorizzate sparse in tutta Italia.
Poco prima dell’una di notte sembra tutto a posto, è ora possibile acquistare i biglietti per tutte le destinazioni dello stadio, cominciando con la prima disponibilità della sfigata curva nord, tra poco capirete il motivo. Il mio biglietto ufficiale è quello della tribuna Montemario laterale numerata, ottenuto alle ore 10.54 del giorno dopo, 21 aprile 2006.
In meno di una settimana tutto esaurito per Madonna.
Trascorrono i giorni, le settimane e i mesi e arriva così la fatidica domenica 6 agosto 2006, una data da non dimenticare. Non solo per il concerto della Signora Ciccone, ma anche per un tremendo dolore che costringe il sottoscritto ad una visita urgente al Pronto Soccorso di Roma nella mattinata. Per fortuna l’inconveniente non frena la volontà di essere all’Olimpico con l’agognato biglietto, qualche ora di dolore e un po’ di pillole rimettono il sottoscritto in carreggiata.
Alla stazione Termini però tutti i taxi sono impegnati per trasportare i ‘madonnari’ alla meta, non ce ne sono a sufficienza e i turisti in arrivo li prendono d’assalto per recarsi ai loro alberghi, ovviamente spazientiti. Sono le 19.30, mancano solo 2 ore al concerto, e la disperazione di non trovare taxi o autobus prende il sopravvento, se ne approfitta un tassista abusivo che si guadagna 40 “euroni” per accompagnarmi allo stadio!
Una volta arrivato al primo cancello mi ritrovo gli immancabili bagarini con i biglietti che si vendono a caro prezzo e i merchandising non ufficiali, più abbordabili come prezzi rispetto a quelli ufficiali che una t-shirt la offrono alla modica cifra di 75 euro.
Nonostante il biglietto emesso da ticketone sia chiaro e preciso con il numero di posto, settore e cancelli di accesso, le informazioni scarseggiano prima dell’ingresso e il fan non esperto va in tilt, ma armato di pazienza e superata la lunga coda arrivo finalmente al mio settore 4C di Montemario laterale, fila 60 posto 19.
Riesco a godermi gli ultimi 40 minuti del Dj set di Paul Oakenfold, apripista del “Confessions Tour”. Incredibile è vedere lo stadio in festa completamente scatenato, una grande disco all’aperto che urla il “po’po’po’ “, inno dei tifosi italiani ai Mondiali di calcio, e si scatena quando nella selezione include “Sweet Dreams” degli Eurythmics in versione techno.
Oakenfold lascia il palco alle 21, nell’attesa le varie aree dello stadio si scatenano con le ole e gli applausi, sul palco al lavoro gli inservienti che eliminano le tracce della pioggia caduta su Roma poche ore prima.
I fan sono impazienti e “Nostra Signora” ritarda l’ingresso sulle scene alle 21.30, me ne approfitto per osservare i vari settori dell’Olimpico. Il palco si affaccia sulla curva sud, alla sua sinistra la tribuna Tevere non numerata che dovrebbe godere di una buona visione. La distanza dello stage dalla curva nord è penalizzata dalla zona prato dove si trovano i fan piu’ audaci, 3000 di loro premiati dalla lunga attesa e dormiveglia. Infatti con braccialetto a portata di mano fanno parte del “Golden”, l’area che circonda la passerella dove Madonna e ballerini si esibiranno e sosteranno per buona parte della serata. La parte destra è caratterizzata da settori numerati, per prima la tribuna VIP affiancata dalla Montemario centrale. E infine la Montemario laterale con una buona visuale dello stage, ma purtroppo penalizzata dai dettagli troppo piccoli da comprendere (le sagome dei ballerini, di Madonna e scenografie varie) e per questo in aiuto ci sono due maxischermi a sinistra e destra del palcoscenico.
Alle 21.45 circa le luci si spengono, con un lungo applauso e urla a squarciagola l’Olimpico accoglie con trionfo Madonna che canta “Future Lovers” dall’ultimo album “Confessions on a Dancefloor”, vestita da fantino gioca e armeggia un frustino mostrando in video le immagini di un cavallo bianco, ovviamente ironizzando circa l’incidente subito un anno fa. E’ ironia anche l’esibizione delle sue lastre durante “Like A Virgin”, come è ironia anche la gigantesca croce di cristallo Swarovski (valore commerciale un miliardo di dollari) dove crocifissa canta “Live to Tell”, ricordando che nel Mondo ci sono milioni di bambini che muoiono di Aids.
Madonna come Cristo morto in croce? No, la croce come simbolo di sacrificio e fratellanza. Peccato che la Chiesa italiana non l’abbia capito e apprezzato, e messo in scena pochi giorni prima del concerto una protesta che va dall’invito al boicottaggio alla “scomunica” della cantante.
Come nel “Reinventetion Tour” non possono mancare le frecciatine a Bush e ai potenti della Terra, con un medley di immagini che rendono buffi Hitler, Blair, Berlusconi e c’è posto anche per il nuovo Papa. Le immagini si fondono con il volto di Madonna ripreso dal video di “Sorry”, soprattutto il primo piano che mima il suo “Don’t TALK”, l’invito a riflettere prima di pronunciare frasi o concetti.
Ovviamente i fan non possono fare a meno di seguire il ritmo accompagnando con il battimano e fungendo da esperti coristi, non vi è canzone che non sia cantata a squarciagola, anche le nuove canzoni sono ben digerite e conosciute. Le più gettonate restano i singoli: “Sorry”, “Get Together”, il prossimo “Jump” e l’immancabile “Hung Up”, dove Madonna invita ad unirsi a lei nel famigerato ritornello “Time goes by, so slowly”.
Citazione importante merita la preparazione tecnica e acrobatica dei ballerini, sanno davvero affrontare tutte le ‘rogne’ imposte dalla lady Ciccone come saltare con i pattini su uno stage, o fare il verso alle scimmie impazzite muovendosi sulla gigantesca gabbia allestita.
Vera novità del concerto è un corista maschile, Yitzhak Sinwani, che canta nell’album e su palco “Isaac”, brano tradizionale yemenita, accompagna Madonna anche in altri brani di natura ‘spirituale’ quali “Paradise (Not for Me)” e “Drowned World (Substitute for Love)”.
Troppo pochi i vecchi cavalli di battaglia che fanno mandare in delirio la platea, ma il pubblico non sembra preoccupato. A parte le citate “Like A Virgin” e “Live to Tell“ ritroviamo “Ray of Light”, con l’invito di Madonna al pubblico di non smettere mai di saltare, “La Isla Bonita” con nuova vita e riarrangiamenti.
Il gioco del medley tanto caro a Madonna (che dire di “Billy Jean” di Michael Jackson con “Like a Virgin” del lontano “Virgin Tour”?) entra in azione anche in questa tournee, la Ciccone omaggia Donna Summer con “I Feel Love” tra un ritornello e l’altro di “Future Lovers”, la musica di “Disco Inferno” cult Anni ’70 arrangia “Music”, “Erotica” invece s’incrocia con “You Thrill Me” che sembra la prima stesura della stessa canzone non fatta uscire ufficialmente anni fa.
E infine va sottolineata la maestosità della scenografia che non bada decisamente a spese, a parte la croce di Swarovski abbiamo la palla gigante dalla quale esce Nostra Signora, le 4 palle stroboscopiche che simboleggiano la grafica dell’ultimo album, la citata gabbia gigante, il radiolone di “Hung Up”, le due sagome giganti dei cavalli a sinistra e destra del palcoscenico che s’illuminano di vari colori, e infine le luci, soprattutto il coro di luci bianche che accompagna l’assolo finale di chitarra di “I Love New York”, ti fa capire quanti megawatt siano occorsi per realizzare quel gioco impazzito di luci.
Qualcuno, soprattutto la stampa professionista un po’ distratta e poco partecipe all’evento, ha lamentato in Madonna una scarsa sensibilità e attenzione verso il pubblico italiano. Credo si sia un po’ esagerato, anche perché ha urlato e salutato con un “Ciao Roma”, ha affermato che due cose importanti la rendevano soddisfatta in quel giorno: che l’Italia avesse vinto i Mondiali di Calcio e la pioggia avesse risparmiato il suo tour. Dopo “I Love New York” ha riconfermato il suo amore per la “Grande Mela”, ribadendo di amare anche Roma.
Chi è senza peccato scagli la prima pietra? Ce lo ricorda a fine concerto con la frase proiettata sul maxischermo, “Have you confessed?”
A fine serata per molti fan credo non sia stato molto importante il saluto di Madonna quanto ritrovarsi per strada a fare l’autostop, o a cercare mezzi di fortuna come autobus strapieni e taxi che avevano terminato il servizio, mentre quelli notturni erano troppo pochi per far salire centinaia di fan rimasti appiedati.
Roma è una splendida città, ma molto disorganizzata per un evento di tale portata. Gli autobus hanno cessato il servizio all’una di notte lasciando molta gente a terra e non prevedendo servizi speciali. Il servizio notturno di taxi non garantiva copertura a sufficienza.
Per fortuna il sottoscritto con amici a seguito si è nuovamente imbattuto nel tassista abusivo, che per portarci a destinazione chiedeva la solita modica cifra di 40 “eurazzi”, questa volta la spesa era da dividere in quattro! Sulla strada incrociamo la disperazione degli appiedati, un’ora la strada dallo stadio al centro di Roma!!!
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