Addio a Ray Manzarek, assieme a Jim Morrison l'anima dei Doors!
di: Antonio Ranalli
Il tastierista e fondatore dei Doors è morto (circondato dalla moglie Dorothy e dai suoi fratelli Rick e James) a 74 anni: con loro ha venduto oltre 100 milioni di dischi. Era ricoverato in Germania per un cancro al sistema biliare. Il tastierista e fondatore dei Doors è morto (circondato dalla moglie Dorothy e dai suoi fratelli Rick e James) a 74 anni: con loro ha venduto oltre 100 milioni di dischi. Era ricoverato in Germania per un cancro al sistema biliare.
Ray Manzarek è conosciuto principalmente per il suo lavoro con i Doors, band che ha formato nel 1965 dopo un incontro su Venice Beach con il poeta Jim Morrison. I Doors hanno venduto più di 100 milioni di dischi in tutto il mondo e hanno ricevuto 19 dischi d’oro, 14 di platino e 5 multi platino solo negli States.
Il successo dei Doors si deve anche al talento musicale di Ray Manzarek. Jim Morrison, una delle icone fondamentali della cultura rock, era il simbolo della creatività intesa come trasgressione. Jim Morrison ha concluso prematuramente la sua esistenza fatta di musica, poesia, sogni ed eccessi e questo ha fatto di lui un mito contemporaneo che ha trovato un terreno fertilissimo tra i dubbi della “generazione x”. Manzarek dal canto suo ha portato avanti il mito dei Doors, anche attraverso reunion più o meno dubbie.
...Jim era un poeta, una persona profondamente spirituale e divertente. Niente a che fare con l'immagine del film di Oliver Stone che lo ha descritto come un pazzo che non ride mai: se quello fosse stato il vero Jim Morrison avrei lasciato i Doors... , raccontò Ray Manzarek, in occasione di una sua visita a Roma per la promozione della riedizione di An American Prayer.
Con la sua serenità e in perfetta forma, Manzarek diffondeva un' idea dell' avventura dei Doors lontana da quella sorta di viaggio nell'autodistruzione che il pubblico ha imparato a conoscere. “Quando nacquero i Doors eravamo quattro ragazzi innamorati del cinema di Fellini, Antonioni, De Sica, della musica di John Coltrane e Miles Davis, della letteratura beat, di Rimbaud, della spiritualità degli indiani d'America e del buddismo”, spiegò Manzarek , “il nostro era il mondo della psiche delia che ha a che fare con l'ingestione di sostanza psicotrope ma che per noi voleva dire ricerca dell' energia vitale, dell'armonia del mondo. Per noi l'amore era un'idea religiosa. Jim si è allontanato da tutto questo quando ha cominciato a bere. Soffriva perché la critica letteraria non riconosceva il suo talento di poeta e perché era angosciato dai due assurdi processi per oscenità che pendevano sul suo capo. Andò a Parigi perché voleva tornare il vecchio Jim Morrison. Quello morto a Parigi era Jimbo, un ragazzaccio aggressivo che non aveva nulla a che fare con il poeta che conoscevamo noi”.
Negli anni ’90 Manzarek si limitava a dire “mi piacevano il punk e la new wave della fine degli anni '70. Oggi mi piacciono l'ambient music, la techno, i Pearl Jam e i Nirvana: Kurt Cobain aveva una sensibilità simile a quella di Jim Morrison”. Manzarek amava molto l’Italia, tanto da esibirsi spesso nel nostro paese. Da ricordare lo show tenuto il 30 agosto 1996 a Venezia, in occasione della Mostra del cinema. Manzarek salì sul palco insieme a Vittorio Gassman e al regista Gillo Pontecorvo per una esibizione al piano sui temi beat. Lo scorso anno invece l’ultima visita in Italia con un mini tour insieme a Robbie Krieger.
Articolo letto 5818 volte
|