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Editoriale
Pubblicato il 06/03/2006 alle 12:40:24Commenti alla notizia: Leggi - Inserisci nuovo

Il Festival di Sanremo si scopre ottuso

di: Giancarlo Passarella

Possibile che ci sia ancora qualcuno che si meraviglia di come quella kermesse non rappresenti ne quello che piace alla gente, ne tanto meno offra una vetrina alle nuove generazioni?

Possibile che ci sia ancora qualcuno che si meraviglia di come quella kermesse non rappresenti ne quello che piace alla gente, ne tanto meno offra una vetrina alle nuove generazioni? Ma cosa sarebbe bello che rappresentasse?

Povero Panariello: lo attaccano tutti. Sta facendo da parafulmine ed invece lui e' quello che ha cercato di salvare capra e cavoli, remando con tutte le sue forze per portare in porto una barca vecchia e logorata dal tempo. Le incrostazioni si vedono ad occhio nudo e le falle ... fallano!

Nulla da dire sui 4 vincitori: alla fine la gente da casa ha scelto le cose migliori (Povia, Nomadi, Maffoni e la Tatangelo), ma il problema sta nelle giurie selettive e nella formula del festival.


A mio modesto parere (ma in Sala Stampa a Sanremo erano molti a sparare sulla Croce Rossa....) qui non si ha cognizione del fatto che siamo nel 2006 e che (e' un mero esempio...!) il tanto celebrato disco d'oro viene consegnato a chi ha venduto un quarantesimo di quello che hanno venduto i nostri fratelli maggiori. Diamo dei numeri? Vendere in prenotazione 25 mila copie come ha fatto Dolcenera, oggi ti comporta ricevere un disco d'oro: ma lo stesso riconoscimento veniva dato nel 1980 a Umberto Tozzi quando ha venduto del 45 giri Ti Amo la bellezza di un milione di copie....!

Questo e' il panorama variato ed il Festival di Sanremo non solo non tiene conto di cio' che e' successo in questi ultimi 25 anni, ma addirittura ripropone una formula desueta di scontro tra artisti che e' ancora piu' vecchia e precedente al 1980 di Tozzi,
Dall'altra parte questo tipo di manifestazione e' un grande spot per celebrare gli artisti famosi: questo ci sembra logico quando vediamo gli ospiti, ma non quando ammiriamo le esibizioni dei concorrenti.
In mezzo a questo ci sta ovviamente la Rai ed il ruolo di servizio pubblico che dovrebbe avere: sui quotidiani di questi giorni si leggono commenti ancora piu' acidi di quelli che ci vengono in mente, dimostrazione che le "penne" piu' famose forse hanno evidenziato altre pecche.

Ma non sarebbe meglio aprire da subito (anzi.... appena passata la tornata elettorale!) un tavolo per pensare al prossimo Festival di Sanremo?
Quali sono i comparenti? Di sicuro la Rai e poi tutte le categorie che rappresentano il mondo discografico italiano: quindi Siae, Fimi, Afi, Assomusica e le rappresentanze anche sindacali, partendo da Assoartisti per arrivare a quei pochi pazzi che comprano i cd ovvero sia i fan club, rappresentati dal 1986 da Ululati dall'Underground. NON cadiamo infatti nell'errore di aprire una bella fiera dove tutti vendono, senza mai considerare quelli che sono gli utenti finali ovvero sia gli acquirenti del supporti fonografici o dei biglietti di un concerto.

Lo diciamo da anni: iniziative di visibilita' come il Festival di Sanremo devono all'unisono servire a celebrare il successo conquistato, ma anche a scoprire ed aiutare i nuovi talenti. La stessa Rai in questo ha un' atteggiamento anacronistico: non puo' affidare ad altri esterni il lavoro di scouting, quando al suo interno ci sono trasmissioni e professionalita' che in questi anni hanno dimostrato di fare bene questo compito...
Chi legge abitualmente queste nostre pagine sa benissimo a chi mi riferisco: chi invece cade dalle nuvole, puo' sempre chiedere una mia consulenza gratuita sull'argomento.
Gli parlero' dei demo su cassetta da me mandati in Rai gia' nel biennio 1986/87 (passarono gli imberbi Ligabue, Bandabardo', Irene Grandi...) o di Demo (con Michael Pergolani e Renato Marengo), striscia quotidiana delle 23:20 che negli ultimi 5 anni programma nuovi talenti ........
Su quali frequenze? Ma quelle di Radio Uno...!

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