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Pubblicato il 18/02/2019 alle 10:36:05Commenti alla notizia: Leggi - Inserisci nuovo

Positiva recensione di Rock Impressions sull'ep dei Project Czar, uscito per U.d.U. Records

di: Giancarlo Passarella

Il loro precedente disco era Fight to the Light, edito nel Dicembre 2014. Quel disco era stato definito di puro heavy rock, arrivando ad ottenere nelle recensioni anche punteggi assai alti: nel nuovo ep più situazioni strumentali ..

Il loro precedente disco era Fight to the Light, edito nel Dicembre 2014. Quel disco era stato definito di puro heavy rock, arrivando ad ottenere nelle recensioni anche punteggi assai alti: nel nuovo ep più situazioni strumentali ..

Con una certa trepidazione attendevo la recensione che Giancarlo Bolther stava scrivendo sull'ep dei marchigiani Project Czar, coproduzione tra U.d.U. Ululati dall'Underground e N.M.L. New Model Label.

Quando è uscita, alla trepidazione è giunta la gioia. Infatti leggo ...Tornano i Project Czar, nati nel 2008 come progetto solista di Ivan Perugini e divenuti nel 2012 una vera band. Ivan suona la chitarra e canta ed è il compositore di musiche e testi, poi ci sono Roberto Cannella alla chitarra, Massimo Ferrara al basso e Mauro Tosoni alla batteria. Questo è il quarto disco, un Ep di soli quattro brani che prosegue il cammino del gruppo nel segno di un corroborante heavy rock dalle melodie contagiose e pieno di vitalità..

Un inizio scoppiettante che ci porta a leggere il resto dello scritto con batticuore .. Si parte con l’anthemica “I Wanna Love Ya”, riffing secco e una bella linea melodica, è il piede giusto, rock pulsante che fluisce con enfasi e con un respiro internazionale. “I Have No Time” è meno trascinante, ma sempre molto rock, con un buon passaggio strumentale, che esalta anche le doti della band, che sono maturate nel tempo. Con “Welcome Everybody” si torna a correre, la cosa che mi cattura è l’abilità di Ivan di scrivere delle belle canzoni, poi la sua voce è perfetta per il genere, che se volete è molto americano, ma che funziona. Chiude la title track, una ballata malinconica, non è una canzone smielata, mantiene un piglio rock e aggiunge un tocco di profondità ad un disco che funziona..

Queste le conclusioni apparse sul sito Rock Impressions ..In My Heart è un disco breve, ma questa è anche la sua forza, quattro brani ben fatti, senza inutili riempitivi. Segno dei tempi forse, ma anche una scelta che condivido..

Pure noi, caro il mio omonimo recensore!






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