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Pubblicato il 21/03/2003 alle 07:24:12Commenti alla notizia: Leggi - Inserisci nuovo

Martedi' 25 Marzo si parla di passione rock alla Sapienza a Roma

di: Giancarlo Passarella

L'entrata e' libera al convegno intitolato Dalla passione al lavoro: creare e reinventare professioni nella comunicazione: si svolgera' Martedì 25 Marzo, presso l' Università degli studi di Roma La Sapienza, via Salaria 113.

L'entrata e' libera al convegno intitolato Dalla passione al lavoro: creare e reinventare professioni nella comunicazione: si svolgera' Martedì 25 Marzo, presso l' Università degli studi di Roma La Sapienza, via Salaria 113.

Il dibattito verrà aperto da Mario Morcellini (Presidente dei corsi di laurea in Scienze della Comunicazione) e Stefano Mosetti (direttore del portale italiano di scienze della comunicazione www.ScienzeDellaComunicazione.Com). Interverranno: Edoardo De Angelis (cantautore e direttore artistico della casa discografica D’Autore), Giancarlo Passarella (responsabile dell'Osservatorio permanente sulle passioni giovanili del Comune di Firenze e direttore di Musicalnews.com), Daniele Mignardi (responsabile della Mignardi Promopress Agency), Daniela Ubaldi (direttore di Next Exit), Luigi Maria Perotti (regista, direttore creativo Stamen Film&New Media), Marco Cassini (direttore editoriale della casa editrice Minimun Fax), Pierluigi Boda (new media consultant), Roberto Bonu (fondatore Synteam New media Agency), Gianfranco Virardi (direttore creativo copy Gddl Italia), Luigi Mariano (docente di comunicazione d’impresa all’Università La Sapienza), Max Lanzi Rath (caporedattore dell’Agenda del Giornalista), Giampaolo Colletti (curatore della business tv di Vodafone Omnitel), Nello Barile (direttore editoriale della rivista C:CUBE - cultura, comunicazione consumo-) e Pierluigi Diaco (conduttore radiofonico di Rtl102.5). Il giornalista Ernesto Assante sarà il moderatore del convegno.

Il convegno, che permetterà ai giovani comunicatori di confrontarsi ed interagire con i professionisti del settore, è articolato in quattro aree: la produzione discografica e la promozione musicale; l’editoria e il giornalismo radio-televisivo; la comunicazione d’impresa e la produzione di contenuti per i nuovi media.

Gli interventi, affidati a osservatori del settore e a giovani che hanno raggiunto il successo partendo da una passione, hanno l’obiettivo di individuare le linee di tendenza del mercato attuale, fare chiarezza sulle reali prospettive ed opportunità offerte alla nuova generazione di comunicatori e suggerire i migliori percorsi formativi e pratici da seguire per realizzare il proprio progetto individuando le competenze necessarie per intraprendere la professione a cui si aspira.

Stefano Mosetti, direttore di ScienzeDellaComunicazione.Com, spiega che “non è facile affermarsi ed emergere in un mondo altamente competitivo com'è quello della comunicazione. Per inserirsi bisogna aver esperienza, ma per farla bisogna trovare strutture ricettive e disposte ad investire sui giovani. In questo senso credo che la passione e la creatività siano due elementi fondamentali su cui i giovani devono puntare per farsi notare e per dimostrare quello di cui sono capaci”. Non promette iter di carriera definiti, né orme predeterminate da seguire, ma un valido orientamento per incanalare la propria passione e creatività verso sbocchi professionali concreti.

L’incontro è promosso dal portale italiano di Scienze della comunicazione (www.ScienzeDellaComunicazione.Com) in collaborazione con il Dipartimento di Sociologia e Comunicazione dell’Università degli Studi “La Sapienza” di Roma ed al mensile Next Exit.

All’infinito mondo fanzinaro: Giancarlo Passarella intervistato da Antonio Ranalli..
E’ difficile descrivere Giancarlo Passarella in poche righe: giornalista musicale, conduttore radiofonico, promoter, discografico, ma anche e soprattutto punto di riferimento per il rock indipendente italiano e fondatore dell’associazione Ululati dall’Underground, associazioni che raccoglie i migliori fans club e fanzine musicale. Un movimento molto vasto ed interessante, che ha trovato dignità proprio grazie all’attività svolta da Passarella.

Quali sono stati i tuoi esordi di fanzinaro?

Storicamente il tutto è iniziato nel 1980: mi sono abbonato a Pinky, una fanzine realizzata dal parmense Edo Bartoletti a favore dei Pink Floyd. L'anno dopo ho seguito il primo tour italiano dei Dire Straits e l'idea di fare una cosa simile mi è balzata in testa anche a me, anche perché ero già in contatto con diverse decine di collezionisti e fans del gruppo di Mark Knopfler: tutti mi spingevano alla realizzazione di un fan club e la cosa ha visto ufficialmente la nascita nell'Ottobre del 1983 con il nome di Solid Rock. Questa fanzine tuttora esiste e sta raggiungendo il 300esimo numero stampato: un vero e proprio record da Guinness dei Primati.Sin dal primo numero di Solid Rock, ho ricevuto tanti attestati di simpatia e mi sono fatto coraggio, convinto del suo valore aggregativo: mi sono comunque spinto più in la, spedendo la fanzine ad un programma radio che ascoltavo sulle frequenze della Rai, ottimamente condotto da Serena Dandini e Luca De Gennaro. Questi due loschi figuri hanno addirittura segnalato l'esistenza di Solid Rock, arrivando a leggerne alcuni passi con continuità: questo fatto ha comportato un enorme successo mio tra tutti i fans dei Dire Straits, ma soprattutto mi ha permesso di dialogare con lo staff che produceva quel programma radiofonico. Parallelamente intanto cominciavo ad interessarmi ad altre fanzine sorte nel frattempo in tutta Italia e dedicate ad altre rockstar del momento (Clash, Springsteen, Ramones...), assumendo piano piano il ruolo di coordinatore di questo piccolo movimento giovanile. Il regista dello show radiofonico ed il capo struttura Rai (su suggerimento di Serena Dandini e Luca De Gennaro) mi hanno chiesto se volevo collaborare con loro. Il 6 Febbraio 1986 sono perciò apparso per la prima volta sulle frequenze Rai con il nome Tommy Fanzinato: per tre mesi ho recensito fanzine di tutti i tipi, giunte nel frattempo in Via Asiago 10 in numero copioso.

Il movimento dei fans club è oggi una grossa realtà, ma restano ancora delle barriere da superare soprattutto da parte di alcuni organi di informazione, e credo anche da parte di una certa sociologia, che non ha mai saputo veramente capire lo spirito e il potenziale di Fanzine e Fans Club. Qual è la tua opinione in proposito?

La tua analisi è spietata, ma la risposta non è così immediata: la colpa di questa mancata valorizzazione del movimento dei fans è un po' di tutti. Da una parte sono gli stessi ragazzi a non sapersi dare un giusto ruolo, ma dall'altro sono quasi tutti i mass media che preferiscono non approfondire il modus operandi del nostro movimento, realizzando così articoli stampa o radio televisivi puramente di "colore" e quasi mai rivolti all'indotto che coinvolgiamo, mondo che può avere anche risvolti di marketing, ma anche sociali e perfino politici. Solo i laureandi in questi ultimi anni hanno cercato di penetrare più a fondo nel linguaggio che usiamo, nel modo in cui ci rapportiamo con la società esterna.

Com'è nata l'associazione Ululati dall'Underground?

Legalmente siamo nati davanti un notaio nell'Aprile del 1996, ma come coordinamento siamo operativi dal Giugno del 1986, quando (dopo i primi 3 mesi di programma radiofonico) sono stato costretto a realizzare la prima convention tra tutti i fan club italiani: ci siamo ritrovati per ben 4 giorni al Parterre di Firenze e ci sono venuti a trovare circa 4 mila persone. Alla sera sul palco esterno si sono esibite ben 17 rock band, dal metal al dark più estremo: l'anno dopo sono ritornato in Rai e la mia rubrica si intitolava proprio Ululati dall'Underground ed il mio personaggio era sempre Tommy Fanzinato, Assessore Rock alle Cantine d'Italia. Ovviamente il secondo anno di Rai è stato più soddisfacente: avevo anche la qualifica di programmista regista e potevo perciò firmare i palinsesti del programma. Ne ho subito approfittato per mandare in onda i demotapes dei gruppi esordienti (compresi gli allora imberbi Dirotta Su Cuba), compilando il relativo borderò Siae e facendo di conseguenza arrivare qualche royalties anche a gruppi sconosciuti: credo di essere stato il primo in assoluto a realizzare una cosa del genere e (scusa la falsa modestia) è una delle cose di cui sono più orgoglioso!

Dalle Fanzine musicali e dai Fans Club sono emersi tanti professionisti, che poi sono andati ad occupare posti importanti nel mondo della musica, dell'industria discografica e della comunicazione. Tu che hai seguito da vicino tanti fanzinari, quali sono stati in proposito i casi più esemplari?

Stiamo parlando di un periodo che abbraccia quasi 4 lustri e quindi di situazioni e personaggi ne ho visti tanti: è comunque vero che dal nostro movimento sono nati molti professionisti! Senza fare i nomi cito il caso del leader del fan club dei Clash ora manager ai massimi livelli in una casa discografica europea come la Edel, ma più numerosi sono gli esempi per quanto riguarda il giornalismo musicale: la naturale crescita e passaggio dalla fanzine al magazine è stata notevole, soprattutto 10 anni fa. Penso che succederà la stessa cosa con Internet: dalle webzine più attive, sicuramente uscirà qualche buon giornalista e/o ufficio stampa. Credo proprio che il mondo dei fan club sia stata e sarà una bottega artigiana di giornalismo!

Dal 1986 Ululati dall'Underground propone ogni anno appuntamenti periodici che mettono in contatto il grande pubblico con la vostra realtà. Ultimamente anche il mondo dell'Università e della scuola in generale si è interessato a voi. Diversi studenti hanno scelto di trattare nelle loro tesi di laurea del lavoro svolto in tanti anni da Ululati dall'Underground e so che a Firenze avete data vita ad una forte collaborazione con l'Assessorato alla Pubblica Istruzione. Come mai tutto questo interesse dal mondo della scuola e dagli ambienti accademici?

Spero non sia dovuto al mero fenomeno del momento: mi auguro insomma che i laureandi non siano interessati a noi solo perché ci hanno letto su un giornale. Tragico sarebbe ad esempio se una tesi fosse stata scelta sul movimento dei fan club solo perché mi hanno visto al Maurizio Costanzo Show a parlarne: io mi auguro con tutti il cuore che questi laureandi (tra l'altro provenienti da differenti Università e con corsi di laurea distanti tra loro) abbiano convinto il proprio relatore, perché motivati dall'aspetto aggregativo del nostro movimento, ma anche dalle nuove professionalità che da noi stanno uscendo! In 20 anni ho poi prodotto tonnellate di progetti per riuscire a dare voce, visibilità e dignità al mio lavoro: solo ultimamente il Comune di Firenze (tramite l'Assessore alla Pubblica Istruzione e Politiche Giovanili) mi ha proposto di collaborare come consulente. Da qui poi il fatto che la Convention nazionale di Ululati dall'Underground sia da due anni a Firenze (sembra in pianta stabile), la nascita dell'Osservatorio Permanente sulle Passioni Giovanili e mille festival, occasioni ed eventi per dare la possibilità al nostro movimento di mettere la testa fuori dalla sabbia.

Recentemente hai dato vita alla U.D.U. Records, etichetta che intende promuovere realtà musicali indipendenti. Cosa puoi dirci in proposito?

I gruppi italiani soffrono in modo cronico di una situazione paradossale ed anacronistica: vi è una iperproduzione (siamo attorno agli 8 mila gruppi underground italiani, contro il migliaio di quelli inglesi), ma sono pochissimi quelli che riescono a raggiungere un posto al sole, Anche in questo caso le colpe sono tante e contingenti, ma un ruolo determinante è da addossare alle case discografiche, grandi e piccole, major ed indipendenti. Infatti in molti casi i giovani gruppi vengono sfruttati anche economicamente: perciò ho cominciato ad interessarmi al fenomeno e mi sono riletto lo statuto della nostra associazione, arrivando alla conclusione che noi potevamo anche creare al nostro interno una etichetta discografica. Ho chiesto un parere legale e poi ho rivolto la domanda alla S.I.A.E.: appena ho avuto una risposta positiva, ho varato il progetto della U.D.U., Ululati dall'Underground Records, strutturata come casa discografica di servizio, no-profit ed al servizio dei propri associati. E' solo un'altra voce, un nuovo canale per dimostrare quanto sia bello ed originale quello che il nostro mondo produce....!

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