Farrell Spence - A Town Called Hell (Socan)
di: Alessandro Sgritta
A Town Called Hell è l'opera prima della cantautrice canadese Farrell Spence, un disco dalle atmosfere country e bluegrass tipiche delle sconfinate pianure nord-americane, caratterizzato dalla voce angelica e sofferta di Farrell, bella e dannata. Farrell Spence è una cantautrice canadese di Vancouver dalla bellezza mozzafiato (che non guasta), che ha iniziato recentemente la sua carriera di musicista in proprio a tempo pieno dopo aver collaborato e partecipato per 6 anni alle vicende del gruppo "30 Helens" di Vancouver da lei co-fondato.
Insieme a Rob Kozak (chitarra), Evan Stewart (percussioni), Owen Hurley (basso) e Ewan Clark (violino) ha formato "The Widowmakers", ora composti da Paul O'Callaghan (chitarra e piano), Johannes Grames (chitarra elettrica) e Donna Partridge (cori), che costituiscono il gruppo con cui ha inciso il suo primo album solista dal titolo "A Town Called Hell" (Una città chiamata Inferno), uscito in America nella scorsa primavera, che porterà dal vivo in Europa alla fine di agosto prima a Cork (Irlanda) passando anche da Roma (il 31 al Cantiere) e poi a Londra il 4 settembre per un live-set che si annuncia imperdibile.
Il disco si apre con il fischio del treno che introduce (e chiude) la title track "A Town Called Hell", una ballata nel classico stile cantautorale nord-americano scritta dalla stessa Farrell che canta e suona la chitarra acustica, con l'armonica di Rob Bracken (bluesman di Vancouver) in sottofondo, che ci riporta immediatamente alle sconfinate pianure canadesi e richiama il sound tipico di Neil Young, The Cowboy Junkies, Emmy-Lou Harris e Ricky Lee Jones. Si passa quindi a "Those Were The Days", un pezzo più ritmato e sincopato scritto da Farrell con Seth Timothy (anche alla chitarra e percussioni), con interessanti effetti vocali di echi e delay, che racconta i giorni lontani passati a cantare e ascoltare dischi, autobiografico come il resto del disco (Farrell è figlia d'arte, la madre è stata una celebre cantante folk del Winnipeg, il nonno un ammirato violinista, mentre il suo passato è stato burrascoso con un padre giocatore d'azzardo e il primo ragazzo rapinatore di banca, insomma la classica "bella e dannata").
"I Drink" è un brano country scritto da Mary Gauthier con Crit Harmon, che racconta il ritorno a casa di un vecchio uomo che beve e fuma, con l'apporto della chitarra elettrica suonata da Johannes Grames (veterano musicista dei "The Grames Brothers").
"Boys Like You and Girls Like Me" è una canzone d'amore sconsolata e tutto tranne che romantica, con Farrell che raccomanda al suo uomo di non scriverle lettere, di non dirle parole e di non piangere perché tanto non è il tipo di ragazzo ("kinda guy") che sta cercando, con l'hammond dell'irlandese Paul O'Callaghan.
"Tell It To Someone Else" è un'altra ballata sconsolata piuttosto triste in cui si invita il partner a sedersi e a chiudere la bocca, insomma Farrell non vuole sentire scuse...
"A Murder of Crows" è un brano musicalmente più strutturato con l'impiego di altri strumenti come il piano suonato dalla stessa Spence e un fiato non meglio identificato, di cui è stato realizzato anche un remix in Gran Bretagna da Dj Lume.
"Killing Time" è un pezzo "maledetto" con atmosfere psichedeliche che si discostano dal resto del disco, sospeso tra sogno e realtà come un brano dei Pink Floyd...
"Losing You Again" è stato scritto da Farrell con la madre Barbara Spence, un brano malinconico che racconta dell'ennesima perdita, forse del legame tra madre e figlia a causa del lavoro che ha scelto ("I've been trying everything to make this work" canta Farrell), con l'uso del fiddle di Ewan Clark, il violino tipico del bluegrass e del country americano e irlandese.
"High Fever Blues" è un classico blues scuro scritto da Bukka White, con Farrell che reclama l'arrivo del suo amante per farle passare la febbre alta...
L'album si chiude degnamente con "Here's To You and Me", struggente duetto tra le voci di Farrell e Rob Bracken, anche all'armonica, a suggellare un brano d'amore questa volta meno pessimista anche se non meno tormentato ("This cowboy is only in my bed just to get you out of my head").
Gli arrangiamenti sono stati curati dalla stessa Farrell, che ha anche mixato e prodotto da sola tutti i 10 brani del disco, da poco disponibile anche su Amazon e i-Tunes.
In definitiva il disco di Farrell Spence rappresenta quanto di meglio si può ascoltare della nuova scena country-folk nord-americana, specie in vista delle fredde serate d'inverno da trascorrere davanti al caminetto.
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