Grande spolvero per il progetto Etnoritmo di Paolo Farina, cd uscito per la nostra U.d.U, Records
di: Patty Busellini
Reduce dal notevole Sitanafri, nel quale le atmosfere etnico pugliesi si manifestavano in grande spolvero, con questo Tondomondo quel progetto viene ampliato: cosi' ne parla L'isola che non c'era, come disco consigliato della settimana. Reduce dal notevole Sitanafri, nel quale le atmosfere etnico pugliesi si manifestavano in grande spolvero, con questo Tondomondo quel progetto viene ampliato: cosi' ne parla L'isola che non c'era, come disco consigliato della settimana.
L'articolo e' firmato da Rosario Pantaleo ed e' su una testata molto sensibile alla musica italiana, interesse che si concretizza nell'omonimo festival.
Ma andiamo a leggere alcuni passaggi di questa importante recensione. Scrive Rosario Pantaleo...Paolo Farina/Etnoritmo ha scritto, cantato, registrato, prodotto un album tanto eccellente che se non avesse avuto la possibilità di vederlo stampato, distribuito, acquistato, ascoltato come invece è successo avrebbe i suoi buoni motivi per lamentarsi...
Storia vera, perche' il progetto discografico era pronto da diversi mesi e Paola Farina ha cercato con costanza una etichetta discografica (vera e dal nome importante) che si assumesse anche l'onore/onere di promuoverlo. I risultati sono stati assai deludenti ed allora siamo intervenuti come U.d.U. Records, perche' senno' il disco rimaneva scandalosamente altri mesi a prendere la polvere...
Prosegue la recensione su L'isola che non c'era...Reduce dal notevole Sitanafri (nel quale le atmosfere etnico-pugliesi si manifestavano in grande spolvero), con questo Tondomondo quel progetto viene ulteriormente ampliato, investigato, esplorato, messo in bella copia in tutto il suo piacevole incedere. Già con Sto Bene Con Te si percepisce che la qualità artistica è di notevole spessore e che i musicisti che accompagnano Farina sono di grande livello. Ma per rendersene conto ancora meglio basta soffermarsi sulle note della chitarra elettrica suonata da Antonio Neglia e dal suono, quasi nascosto ma efficace, dell’organo Hammond di Lele Battista...
Ma andiamo avanti, perche' la recensione va ancora piu' a fondo dell'anima del disco ...Chess Je’ a Stor’J è una canzone dove il dialetto pugliese si impossessa del brano e lo trascina in una sorta di ipnotico incedere a cui contribuisce anche il contrabbasso di Massimo Bonuccelli e il flauto traverso di Giancarlo Parisi che buca l’immaginazione dell’ascoltatore...Vero ed e' anche una delle canzoni che a noi mette piu' i brividi...!
Cudd Ca Sent ha un andamento musicale che sarebbe piaciuto a Donald Fagen, inclusa la fisarmonica di Claudio Ranalli che ne ingentilisce le dinamiche sonore. Fall I Dall è secca e decisa, con sterzate rock e liriche che si indirizzano su strade di disagio politico...cosi' continua Rosario Pantaleo che arriva in modo spedito ai giudizi finali...In Le Montagne Sono Alte prevale invece il canto corale, mentre Tijmp d c’Ros è brillante, ritmata, allegra, invitante al ballo con il suo marranzano ipnotico, la mandola suonata da Leo Gadaleta e le armonie ancestrali del suling. Con Verso Sud siamo all’epilogo (purtroppo) di un lavoro di grande spessore, originale, fresco, immediato, artisticamente rotondo e privo di particolari defaillances....
Grazie per le bellissime parole contenute in questa recensione.
Articolo letto 4090 volte
|