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Pubblicato il 12/07/2015 alle 22:23:32Commenti alla notizia: Leggi - Inserisci nuovo

Burt Bacharach - Roma (Auditorium Parco della Musica) 11/07/2015

di: Antonio Ranalli

Sono passati esattamente 20 anni dalla sua prima tournée italiana, ma Burt Bacharach non smette mai di regalare emozioni. Grande successo per il concerto che il compositore statunitense ha tenuto sabato 11 luglio a Roma.

Sono passati esattamente 20 anni dalla sua prima tournée italiana, ma Burt Bacharach (nella foto di Giovanni Buonomo) non smette mai di regalare emozioni. Grande successo per il concerto che il compositore statunitense, accompagnato dalla sua orchestra, ha tenuto sabato 11 luglio alla Cavea dell’Auditorium Parco della Musica.

Burt Bacharach, uno dei più celebri autori di canzoni della musica contemporanea, venne per la prima volta in Italia (con un notevole ritardo) proprio 20 anni fa: era il 27 marzo 1995 quando fece il suo primo concerto al teatro Smeraldo di Milano. Allora arrivò con la sua interprete prediletta Dionne Warwick, per esibirsi anche a Roma e Bari. In questi 20 anni l’artista ha sempre toccato l’Italia ed è sempre stato ripagato dall’affetto di un pubblico che abbraccia ogni fascia di età. L’artista ha ricambiato incontrando, nel corso delle prove pomeridiane, i componenti del suo fans club italiano, con i quali si è intrattenuto firmando autografi e concedendosi per delle fotografie. Ad attenderlo in platea anche personaggi dello spettacolo e della musica, come il maestro Demo Morselli e il comico Max Tortora. Da segnalare inoltre che a Pescara, dove l’artista si è esibito lo scorso venerdì 10 luglio, gli è stata anche conferita la cittadinanza onoraria.

A Roma il musicista, con i suoi 87 anni ben portati, ha proposto un cocktail emozionante che ha entusiasmato il pubblico. Ogni canzone è stata interrotta più volte dagli applausi. Elegante, in giacca senza cravatta, accompagnato da una piccola orchestra di professionisti esemplari, con tre cantanti all'altezza del compito (ovvero Josie James, Donna Taylor e John Pagano), Bacharach ha proposto un viaggio nel suo repertorio che dagli anni '60 rappresenta un caso unico di pop apparentemente semplice ma fondato su raffinatissime trame melodiche e armoniche e un mix di elementi che vanno dal jazz alla musica latina, al rock e persino alla classica che ha dato alle sue composizioni la capacità di sfidare il tempo. Non a caso ancora oggi è amatissimo anche dai musicisti rock, Elvis Costello, che con lui ha inciso un disco bellissimo, i fratelli Gallagher (ex Oasis), i White Stripes sono tra i suoi fan più accaniti. Un suo concerto è una sorta di elegantissimo juke box dal quale escono, con i consueti e inconfondibili suoni eleganti, canzoni che si ha l'impressione di conoscere da sempre e che hanno una diffusione trasversale, grazie anche alle tante interpretazioni susseguitesi negli anni che ha pochi confronti nella storia. “What the World Needs Now”, “Don't Make Me Over”, “Walk on By”, “This Guy's in Love with You” e “I Say a Little Prayer” sono solo alcuni dei titoli che scorrono in un'atmosfera rilassata, con quella energia sottile e quella capacità di intrattenere con grazia e classe attraverso la musica.

Bacharach dirige l'orchestra, suona ovviamente il pianoforte a gran coda e fa da divertito anfitrione presentando i brani che sono divisi più o meno per epoche e per stili (canzoni, musica da film ecc.). Ogni tanto è comparso sul palco anche suo figlio Oliver per unirsi all’orchestra suonando le tastiere. Si ritaglia anche qualche pezzo da cantare, come avviene con la struggente "Alfie". In scaletta ci sono tutti i grandi successi da “I'll Never Fall in Love Again” a “Only Love Can Break a Heart”, passando per “Do You Know the Way to San Jose”, “Anyone Who Had a Heart”, “The Look of Love”, “Arthur's Theme”, “What's New Pussycat?” per arrivare fino a “Raindrops Keep Fallin' on My Head” cantate e accompagnate dal pubblico con il battimani.

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