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Interviste
Pubblicato il 28/09/2011 alle 15:54:07Commenti alla notizia: Leggi - Inserisci nuovo

Giuseppe Cardello, cavaliere senza macchia e senza paura nella Compagnia d'Encelado Superbo

di: Francesca Odette Croxignatti

Un poeta prestato alla musica per raccontare le storie della sua terra di Sicilia: viene da Lentini ed in gioventu' ha amato Genesis, Pink Floyd, Jethro Tull, King Crimson. Ora segue molto Ivano Fossati, Francesco De Gregori, Fiorella Mannoia.

Un poeta prestato alla musica per raccontare le storie della sua terra di Sicilia: viene da Lentini ed in gioventu' ha amato Genesis, Pink Floyd, Jethro Tull, King Crimson. Ora segue molto Ivano Fossati, Francesco De Gregori, Fiorella Mannoia ...

Nella mitologia greca Encelado è uno dei Giganti, figlio di Gea (la Terra) fecondata dal sangue di Urano che cadde al suolo quando il figlio Crono evirò il padre.

Con gli altri Giganti, Encelado partecipò alla cosiddetta Gigantomachia, la battaglia tra i Giganti e gli dei dell'Olimpo. Durante la battaglia Encelado tentò di fuggire ma la dea Atena lo sotterrò gettandogli sopra l'isola di Sicilia; il mito narra che l'attività vulcanica dell'Etna sia originata dal respiro infuocato di Encelado... personaggio superbo ed ora anche il nome di una delle Lune di Saturno.

Bentrovato a Giuseppe Cardello: ti autodefinisci un artista con quali caratteristiche?
Mi piace definirmi poeta cuntastorie ....... un poeta prestato alla musica per raccontare delle storie, le storie della mia terra di Sicilia, le storie dei miei sogni, delle mie ansie, delle mie paure, del mio impegno sociale e politico.

Il tuo nome e' legato al successo della Compagnia d'Encelado Superbo....
E’ vero. Nel lontano 1993, per presentare il mio secondo libro b>Assedio alla Città, con i miei amici musicisti mettemmo in scena un progetto teatrale ambizioso, poesiacometeatroinmusica, con circa trenta protagonisti sul palco fra attori, musicisti, ballerini. Nacque così La Compagnia d’Encelado Superbo, un progetto culturale e musicale di alto respiro che ancora oggi sfida i segni del tempo. Negli anni abbiamo messo in scena svariati progetti, si sono alternati con entusiasmo e orgoglio decine e decine di musicisti di notevole spessore che hanno intrecciato nei suoni del gruppo i loro variegati bagagli, dalla musica jazz alla musica classica, dalla musica etnica alla world music, dal rock alla musica irlandese … Ed io stesso sono riuscito così a portare la mia poesia per le piazze e i teatri del mondo, adagiando i miei versi sulla musica, per un sentiero che all’inizio sembrava difficile ma che riesce ancora ad entusiasmarci come ragazzini. E ancora oggi mi ritrovo con Salvo Amore, il responsabile musicale del gruppo, a parlare di nuovi progetti, di nuove strade da intraprendere.

Si riesce a campare di musica e cultura? Tu come tiri avanti? Ed i musicisti con cui ti esibisci?
Per chi opera nella seconda fascia, riuscire a campare di musica e cultura è difficilissimo, anche per i tagli che subiscono di continuo gli Enti Pubblici. Fare un concerto, per un gruppo delle nostre dimensioni, sta diventando sempre più complicato. Io sono un funzionario pubblico per necessità e così posso dedicarmi con serenità al grande amore della mia vita. I miei amici musicisti sono quasi tutti professionisti, anche se devono alternare l’insegnamento della musica all’attività concertistica, che va oltre l’impegno con La Compagnia, soprattutto nella musica jazz e nelle collaborazioni con altri artisti.

Giuseppe Cardello uomo e Giuseppe Cardello artista: riescono le due realta' a convivere? Quali hobby riesci a coltivare?
Giuseppe Cardello impiegato pubblico, marito e padre di famiglia con un figlio, Iacopo, che quest’anno ha sostenuto gli esami di terza media; Giuseppe Cardello poeta e artista: due realtà in apparenza non proprio affini ma che in me riescono a funzionare, con scambio di mutua energia. Certo, ogni tanto qualcuno, conoscendomi di persona dopo avere letto i miei versi, mi dice che mi aveva immaginato più scapigliato …. I miei hobby? Le buone letture, la musica, qualche viaggio, il piccolo giardino che circonda la mia casa a Lentini, in Sicilia.

La tradizione dei cantastorie: e' una realta' che non esiste in tutta Italia, ma tu sembra l'hai fatta tua ..
E’ chiaro che nell’era globale ed immediata di internet e del satellite s’è persa inevitabilmente la figura del cantastorie che col telone e la chitarra andava per i paesi a raccontare i fatti del mondo, anche se in Italia ancora oggi uno sparuto manipolo di cantastorie esiste. Da piccolo rimanevo stregato da questo personaggio che arrivava nel quartiere e viaggiavo con lui con le storie del pazzo Orlando e dei paladini di Francia. Con il mio progetto attuale tutta La Compagnia diventa cantastorie, mischiando così la grande tradizione siciliana con le moderne sonorità contemporanee, un tuffo nel passato per raccontare la storia di oggi, senza infingimenti o cartoline di maniera.

Il nostro diretur Giancarlo Passarella dice che la vostra proposta musicale e' posta con molto garbo, ma vissuta con molto pathos: concordi?
Cerchiamo di offrire una proposta musicale di qualità, che possa coniugare spettacolo e momento culturale. Lavoriamo sui miei testi, in dialetto e in lingua italiana, cercando di proporre un percorso originale e coinvolgente. E quando raccontiamo la storia di Sicilia, per esempio, è una storia vera, che dal mito arriva ai nostri giorni. Una storia di lutto e di luce, per dirla con Gesualdo Bufalino, di drammi e di gioie, di mafia e di stragi, di stranieri invasori e di lotte bracciantili, di feste popolari e di continue contraddizioni.

Quali sono gli artisti del passato che hai amato? Chi invece adesso segui con maggiore attenzione?
Come quelli della mia età, vengo dal rock progressive. Genesis, Pink Floyd, Jethro Tull, King Crimson … In Italia PFM. Banco, Le Orme, Il Rovescio della Medaglia, Area. E ancora Bob Dylan, Leonard Cohen, Bruce Springsteen. Oggi seguo Ivano Fossati, Francesco De Gregori, Fiorella Mannoia …... chi riesce a coniugare cioè la musica con testi interessanti.

Qual'e' la cosa piu' gratificante che hanno detto su una tua esibizione? Quale invece quella che ti ha fatto piu' male?
In questi lunghi anni di attività poetico/musicale ho vissuto parecchi momenti entusiasmanti, dalla esibizione alla Fiera del libro dell’Avana, Cuba, nel 2001, alla vittoria del Musicultura Festival nel 2005, con l’esibizione nella magica cornice dello Sferisterio di Macerata; dallo speciale in studio di Demo Radio Uno Rai di Michael Pergolani e Renato Marengo al premio Siae x Demo di Avellino nel 2009; dalla partecipazione al Summer Fest di Atene nel 2003 al premio The Best Etno Demo di Lamezia Terme nel 2007

Ancora con La Compagnia e con i ragazzi del liceo scientifico di Scordia (CT) che avevo curato come esperto di dialetto; dalla vittoria al Giffoni Film Festival nel 2002 alla partecipazione a Terra Madre Salone del Gusto di Torino nel 2008. Ma sicuramente il momento più gratificante che ancora ricordo con grande piacere è stato quando, nel 1996, dopo avere vinto il Grinzane Cavour Musica, mi sono esibito con La Compagnia al mitico Folk club di Torino. Dopo il concerto, un ragazzo è venuto ad abbracciarmi, dicendo di non avere capito una sola parola di quello che avevo detto, ma di essere entrato per intero nella storia della Sicilia grazie ai nostri suoni e al ritmo e al pathos delle mie parole. Avevo raggiunto il mio scopo! La cosa che ancora ricordo con grande fastidio è stata una mia esibizione poetica (con chitarra e voce cantante) in un pub/ristorante. Mentre declamavo con sofferta partecipazione, un tizio si è alzato di scatto dal tavolo e gridando come un ossesso invitava un amico appena entrato in sala a prendere posto accanto a lui … Mi resi conto che per il tizio – e chissà per quanti altri – era come se non ci fossi, il mio stare lì totalmente inutile.

Data la tua conclamata esperienza, dacci una serie di consigli per cambiare la filiera della musica in Italia. Da dove cominciare?
Credo che bisognerebbe cominciare da un serio investimento sulla musica di qualità. Esistono oggi in Italia tante proposte interessanti, me ne accorgo anche nei limiti del mio territorio.
Ma prevale purtroppo la logica dell’usa e getta, l’industria musicale non investe più, si cercano prodotti di facile consumo, di presa immediata, inevitabilmente senza vero spessore.
Chi dovrebbe farlo? Credo la struttura pubblica, ma rimane attualmente un’utopia, stante i tagli di cui dicevo prima.

Spostiamoci con una macchina tempo/spazio: in quale epoca ti trasferisci?
Sono sempre stato affascinato dal Medioevo, la culla dei popoli, così come lo descrivevano gli autori romantici dell’Ottocento. Mi piacerebbe trasferirmi lì, accanto ai miei cavalieri senza macchia e senza paura, a rotear di spada e cavalcare per mondi lontani.

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