In un eremo rock, Charlie Mingus diventa pop: con noi i romani Eridana ...
di: Francisco De Mazzei Paradisi
La personalita' di Emanuele Bartoli e' forte, ma ben contrastata dalla caparbieta' di Cristina Patrizi e da Andrea Cetta: un trio che ha pubblicato due ep a distanza di pochi mesi l'uno dall'altro. Cosa ci hanno raccontato? La personalita' di Emanuele Bartoli e' forte, ma ben contrastata dalla caparbieta' di Cristina Patrizi e da Andrea Cetta: un trio che ha pubblicato due ep a distanza di pochi mesi l'uno dall'altro. Cosa ci hanno raccontato?
Eridana e' espressione di se' stessi e di tutto quello che ci riserva il quotidiano, affinche' la liberazione del nostro spirito occasionalmente venga raggiunta.
Bentrovati agli Eridana: come vi definite e da quanto tempo siete coinvolti in questo progetto?
Cristina = Ciao!.... personalmente sono più di due anni che faccio parte del gruppo..
Andrea = Sono negli Eridana da un anno e mezzo circa. Se per definizione si intende una definizione musicale, non credo sia utile darcene una, anzi! Sterilizzerebbe qualsiasi eventuale nostra spontaneità.
Emanuele = Siamo semplicemente 3 persone che amano condividere insieme delle emozioni suonando in una band. Siamo coinvolti in questo progetto anche con Andrea dal Settembre 2009. Io e Cristina da un anno esatto prima....
Corre voce che i vostri recenti cd siano tra loro assai diversi: come mai? Qualche aneddoto dietro la registrazione di ognuno di loro?
Cristina = Io ho partecipato all’ incisione di Intro ma non c ero nel primo disco.. sicuramente l’ ultimo lavoro risulta più smaccatamente rock e credo sia una scelta artistica ben precisa anche da parte di Emanuele.
Emanuele = Il nostro primo disco Acqua di Luna è stato registrato da una line up completamente differente e credo che questo abbia molto condizionato le sonorità, del tutto diverse rispetto alle attuali. Eravamo inoltre seguiti da un produttore artistico che purtroppo per noi nella vita ha sempre masticato poco rock, ma essendo per noi la prima esperienza importante in studio, e mancando totalmente di esperienza, abbiamo accettato dei compromessi che a mio avviso si sono rivelati controproducenti per la band. Penso che il risultato finale di “Acqua di Luna” sia un ibrido tra pop e rock che ha scontentato noi musicisti e non incuriosito più di tanto il pubblico al quale ci siamo rivolti. Sento invece più veritiere le sonorità del nostro Ep “Intro”, non impacchettate e confezionate bene, ma più viscerali e ingenue ma molto dirette.
Un brano come Eremo e' in rotazione fissa da mesi sulle radio italiane: pensate che vi rappresenti ancora?
Emanuele = Forse ci rappresenterà sempre....(le radio de Il Re del Gancio la mandano spesso - n.d.r.) Personalmente non mi fido mai troppo delle persone e amo chiudermi nel mio “eremo”, che non è altro che la mia mente, a riflettere su tutto quello che mi circonda. La canzone è inoltre un disprezzo verso le alte cariche del Vaticano che tutto mi sembrano tranne che persone di spirito umile e disinteressato al denaro. Penso che siano dei veri e propri politici che invece di vestire in giacca e cravatta indossano abiti talari.
Cristina = Ora ne abbiamo fatta una nuova versione che ci si addice di più e dove modestamente c è anche una linea di basso diversa dall’ originale che non è niente male...Comunque è un bel pezzo e piuttosto rappresentativo.
Andrea = Considero questo brano alla stregua di un segnalibro. È utile tenerlo fermo lì, in modo da misurare quante pagine positive ho girato da allora fino ad oggi.
Non si vive facendo musica e quindi mi sembra logico domandarvi se lavorate o …
Cristina = Veramente io sono musicista di professione...Studio contrabbasso jazz al conservatorio e questo è il mio unico lavoro.
Emanuele = … seguo la conduzione di alcuni affitti immobiliari per conto di una società.
Andrea = Si, lavoro. Non credo sia la mia sistemazione definitiva comunque, e magari sarà questo progetto a darmi ragione.
Quali sono stati gli artisti che hai amato da giovane e quali quelli che invece segui ora con particolare interesse?
Cristina = Sono nata con il rock anni 70 dai classici fino al progressive Led Zeppelin, Jetro Tull.The Who, Emerson Lake and Palmer..Ormai sono un po’ di anni che la fusion ma sopra tutto il jazz hanno preso il sopravvento sui miei ascolti musicali:in particolare il be pop di Charlie Parker e Dizzie Gillespie ma apprezzo anche il jazz più moderno..ovviamente MINGUS docet..
Andrea = Iniziai con i Red Hot Chili Peppers. Ero stregato dalle ritmiche sexy e dalle linee melodiche semplici ma efficaci. Allora non suonavo ancora, né capivo alcunché di teoria musicale. Ora che sono passati alcuni anni, ho capito che studiare teoria musicale non serve, anzi inibisce la fruizione genuina della musica: ci sono dei casi in cui la bellezza di un brano non è sintetizzabile in numeri e note scritte su pentagramma; è un istinto, un banalissimo istinto, seppur potente, che si ha e che si risveglia di volta in volta ascoltando il brano adatto, dietro predisposizione. Ovviamente la teoria serve nel momento in cui si deve creare, ma bisogna essere capaci di scindere i due momenti.
Attualmente i miei gusti sono un po’ più orientati a generi complessi: un gruppo che possa definirsi mio “manifesto” sono i Tool, perché i loro brani hanno tutte caratteristiche apprezzabili e notevoli: particolarità tecniche, liriche complesse e polivalenti, strutture quasi perturbanti, il tutto riuscendo a non uccidere la musicalità dietro inutili virtuosismi fini a se stessi, che personalmente considero un errore madornale, in cui spesso cadono altri gruppi che pur incredibilmente dotati tecnicamente, mancano totalmente di sentimento.
Emanuele = All’ età di12/13 anni mi sono avvicinato al rock scoprendo le band più rilevanti del grunge. Dopodichè ho cominciato a scoprire tutto ciò che è venuto prima. In questo periodo nutro un interesse particolare per i Porcupine Tree.
E' davvero Roma una delle nuove capitali della musica italiana o pensate/sognate una vostra promised land?
Emanuele = … la mia promised land è stare bene con me stesso continuando ad essere emozionato dalla musica che questa band tira fuori. Ma vi posso dire con certezza che Roma è la città più sbagliata dove riuscire ad emergere suonando rock.
Cristina = … amo Roma ma purtroppo vivendola non è una città che da molto spazio alla musica e alla cultura come dovrebbe essere..
Andrea = Roma come l’Italia non sembra essere una terra promettente per chi spera di guadagnare notorietà con la musica, specie se con musica fuori dalle righe, o che comunque non segue i soliti cliché. Avverto, questa è una mia considerazione da totale ignorante della effettiva situazione musicale italiana; nulla vieta che mi sbagli, anzi, spero di sbagliarmi
Vi e' concesso cambiare il mondo della musica: da dove cominciare? Quali le tue iniziative immediate?
Cristina = …..... è una domanda davvero difficile che richiederebbe una risposta di due pagine.. forse bisognerebbe iniziare dando molto più spazio agli eventi dal vivo e togliendo un po’ di potere ai mezzi di comunicazione istituzionali. Dal vivo non si può mentire, la musica deve essere suonata. E’ assurdo che certi ”artisti” si facciano un nome e una fama solo tramite video e internet.. Ancora più assurdo è che chi decide le sorti della musica non sappia neanche tenere uno strumento in mano e di conseguenza non abbia gli elementi tecnici per distinguere la qualità dalla spazzatura. Così ci propinano spazzatura e noi ce la beviamo scambiandola per musica..
Emanuele = Purtroppo penso che la gran maggioranza dei giovani abbia poca personalità e perciò si fa piacere quello che i network propinano loro 24 ore su 24. Non parlo solo di musica ma anche di programmi tv, come i reality, che sono alquanto idioti, ma che invece hanno invaso le case degli italiani. Se le major ricominciassero a investire e a promuovere della buona musica vedete che anche la gente comincerebbe nuovamente ad apprezzare l’ arte. Una volta era così e non vedo per quale motivo non si possa riuscire a ridiventare padroni di quei buoni valori, che oggi sono nel dimenticatoio.
Andrea = Sinceramente non saprei. Sicuramente bisognerebbe tentare di diversificare i gusti musicali, avere il coraggio di produrre qualcosa che si discosti dagli attuali paradigmi. Se le case discografiche devono vendere per sopravvivere, dovrebbero anche accollarsi qualche rischio per investire su generi diversi. Magari potrebbe rivelarsi un fallimento, o magari potrebbe creare una dialettica nuova in Italia in cui il confronto potrebbe portare a nuovi prodotti. Quando si dice che ormai hanno inventato tutto, musicalmente parlando, io dissento: sicuramente c’è da qualche parte un gruppo che sta facendo bene qualcosa di inaspettato ed inedito; se non lo sappiamo, è solo perché i produttori non hanno deciso di rischiare con loro e per loro.
Con quali artisti hai dei rapporti? Con chi invece ti piacerebbe iniziare una collaborazione artistica seria?
Andrea = Non ho rapporti con alcun artista, ma vorrei prima essere sicuro dei miei mezzi per potermi poi permettere di scegliere con quale artista collaborare. Attualmente credo sia più il contrario: a quale artista piacerebbe collaborare con me? Per ora a nessuno, immagino…devo ancora crescere…
Emanuele = Ho avuto la possibilità, in passato, che Steve Fisk, produttore ed artista americano e soprattutto persona meravigliosa, abbia lavorato su un missaggio di un nostro brano. Il desiderio sarebbe quello di trasferirci, temporaneamente, negli Stati Uniti per lavorare su un album interamente progettato e prodotto con Steve. Purtroppo i costi sono molto proibitivi!
Diamoci un appuntamento a domani o fra un mese o un anno: cosa avrai combinato con gli Eridana?
Andrea = Sicuramente tanti confronti in sala prove e di registrazione, a suon di bacchette, basso, chitarra, parole e spirali di fumo sopra il posacenere rosso. Questo è l’unico futuro certo, preferisco fermarmi qui.
Emanuele = Tanta sala prove è di sicuro una certezza!
Cristina = Nell’ immediato spero che più gente possibile conosca la nostra musica specialmente sentendoci suonare dal vivo.
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