Marco Parente - Neve Ridens (Mescal / SonyBmg)
di: Lorella Di Carlo
E’ una delle migliori produzioni italiane degli ultimi anni. Tema portante è la poesia intimista che non riesce a non scavare a fondo nei sentimenti. E’ una delle migliori produzioni italiane degli ultimi anni. Tema portante è la poesia intimista che non riesce a non scavare a fondo nei sentimenti.
Dal primo lavoro “Eppur non basta” del 1997”, la musica di Marco Parente racconta di inquietudini interiori, delle proprie nevrosi e del proprio piacere sfoggiando un talento melodico da songwrither. Come da booklet non disprezza nemmeno alcune strutture tipiche della letteratura per la composizione della parte testuale (Amore cattivo, 30 secondi di vento). Non fa ridere o ballare ma sa sfiorare i dolori dell’anima, trasportare in luoghi della mente attraverso i suoni incantevoli e l’intensità delle parole. Dopo il capolavoro “Testa di cuore” il musicista realizza un lavoro in cui accantona totalmente la struttura rigida delle canzoni (vedi l’interruzione e il cambio di tempo in “Lampi sul petto”). Il cantautore sa di aver realizzato un album complesso bisognoso di diversi ascolti per comprendere bene quei versi poetici che a primo impatto possono sembrare senza senso. “Neve ridens” è assolutamente controcorrente, lontano dalle artificialità strumentali, minimal nei suoni e puro nei testi. La sua forza è la semplicità: batteria jazz, sax che compare e scompare, pianoforte imprevedibile. Vicino alle sonorità degli ormai sciolti Scisma, Marlene Luntz nella versione più melodica o ai C.S.I. di “Cupe vampe”. Quaranta minuti per quardarsi dentro e poi diciamolo: costa meno dell’analista!
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