L’Arè Rock Festival 2008 incorona la Fame di Camilla
di: Ambrosia J.S. Imbornone
La seconda edizione del concorso nazionale per emergenti si chiude con la vittoria de La Fame di Camilla( indie-rock) che ha regalato al pubblico un'esibizione di rara intensità e violenta visceralità. Storia di una favola e' un hit! La seconda edizione del concorso nazionale per emergenti si chiude con la vittoria de La Fame di Camilla( indie-rock) che ha regalato al pubblico un'esibizione di rara intensità e violenta visceralità. Storia di una favola e' un hit!
La musica può essere un hobby incidentale, un accidente, un piccolo complemento della propria vita. Ma può anche essere tutto. Il sangue che scorre attraverso le vene, i nervi irradiati ad animare il corpo, la voce che rende dicibile tutto ciò che attraversa, incrina, distrugge e colma lo spirito ed illumina impietosamente le ombre che sfumano il pensiero, quelle della memoria e delle ferite del tempo. E’ questo la musica per le band che mettono l’anima in quello che fanno. E’ questo la musica probabilmente per i gruppi che sono approdati in finale alla seconda edizione dell’Arè Rock Festival. E’ questo sicuramente per i vincitori della manifestazione, la band italo-albanese La Fame di Camilla. Venerdì 27 giugno presso il piazzale della Lega Navale a Barletta è toccata a loro la palma della vittoria, a seguito di un’esibizione di notevole intensità che ha convinto l’illustre giuria a premiare la completezza del progetto musicale proposto dal gruppo. Ad emettere l’atteso “verdetto” del concorso nazionale per emergenti, organizzato dall’associazione culturale Europa Giovane, sono stati Marcello Balestra (direttore artistico Warner Music Italia), Roberta Balzotti (giornalista Rai), Giuseppe Dimiccoli (Gazzetta del Mezzogiorno) e Antonio Ranalli (Musicalnews.com, Jam e Vintage, direttore responsabile di Musikbox), che hanno riservato una menzione speciale ai Floating State, gruppo prog-rock di Bari.
La Fame di Camilla ha impressionato per l’energia emozionale “liquida” riversata sul palco: Ermal Meta (voce, chitarra, piano), Giovanni Colatorti (chitarra), Dino Rubini (basso), Lele Diana (batteria, sequenze) hanno presentato una setlist all’insegna della qualità, tra arrangiamenti ad alto potenziale evocativo e versi lancinanti, che con spietata sincerità mettono a nudo sofferenza e inquietudine, i pensieri “più nascosti che fanno male” e la rabbia accumulata come corrente elettrica. E rabbiosa, tesa, violentemente viscerale è stata l’interpretazione del cantante Ermal Meta,ex chitarrista degli Ameba 4, che ha scosso il pubblico con brani come la dolcissima “Ne doren tende” (in albanese,sua lingua madre),aperta da una struggente intro distorta di Colatorti, e “Storia di una favola”, che alla levità fascinosa della musica associa, tra vocalizzi da brivido, lo schizzo drammatico di un’autobiografia. Autentica perla di cantautorato indie è stata poi la delicata ballata delle “in-differenze” “Piccole cose (che sai ignorare)”, che da sospeso notturno classico per piano e voce si trasforma in un brano rock sontuoso ed eloquente, ben oltre gli schemi classici intro-strofa-strofa-ponte-ritornello su cui ironizzava Cristicchi.
La band ha partecipato al festival Aritmia Mediterranea, al M.E.I. di Faenza, al format-contest di Luca Nesti Area 24 (tra i 6 finalisti scelti dalla giuria di qualità) e alla finale regionale dello Sziget Sound Fest. Il 12 luglio sarà in tv ad Operazione Soundwave, talent-show di MTV e Coca-Cola dedicato agli artisti e ai gruppi emergenti.
All’Arè Rock Festival 2008 la Fame di Camilla si è aggiudicata il premio finale di 2000 euro.
Senza dubbio grandiosa la performance dei Floating State, che hanno eseguito un estratto della suite ispirata al film “Profondo rosso” “Suite dall’inconscio dell’assassino”. Il gruppo rappresenta di sicuro un’eccellenza nel campo del prog, per la sensibilità musicale e la qualità tecnica dei musicisti, ispirati, fantasiosi e precisi, Domenico (tastiere) e Luigi Ferri (chitarra elettrica) in primis. L’orchestrazione dei suoni è magistrale nei vari “movimenti” della suite, tra arpeggi, decelerazioni, momenti quasi jazzati impreziositi dal clarinetto, l’eco del theremin e linee di organo impetuose.
Molto alto è stato in generale il livello musicale della finale della manifestazione, che ha visto sul palco sei band, scelte nelle qualificazioni live tra 30, a loro volta selezionate tra 122 iscrittesi. L’apertura della serata, per sorteggio, è toccata ai Fragment e alla loro indietronica sofisticata ed “addictive”, che snocciola brani come “My Rainfall”,con le sue “lullabies” accattivanti e fascinose,l'irresistibile e sarcastica "Cicada's Juice" o la coinvolgente “Stella”. Il tipico sound chitarristico del gruppo ha trovato un ulteriore elemento di prepotenza sonora grazie all’espressività e alla presenza scenica della talentuosa Mariella Ranieri. Le Carote sbriciolate invece hanno fuso dub, reggae, rock, cenni di hip-hop, momenti ballabili ed accelerazioni vertiginose in brani ironici, intelligenti e accattivanti, come “Per presa visione” e “La linea”. Ottima la performance sul palco del batterista Enrico Strina e del tastierista Fabrizio Boffi; nelle canzoni in scaletta il gruppo ha sfoderato entusiasmo ed energia, chiudendo con l’estiva “Rum e pera”. I Chendisei hanno confermato la loro ricetta musicale raffinata ed elegante in brani cadenzati che mostrano grande cura dei suoni; suadente e armoniosa è la voce di Francesco Ferruccio, mentre il bassista Giuseppe Colonna e il batterista Marco Lafirenza si rivelano sempre molto attenti alle pause che punteggiano e variano la struttura delle canzoni, che sfiorano e attraversano blues e jazz per approdare all’indie. Infine strepitosi come sempre gli One Way Ticket, che come una bomba ad orologeria non sbagliano mai un colpo nel fare esplodere il loro rock denso e travolgente sul palco. Potenti e prepotentemente rock si presentano infatti le ballate “Quello che resta”, che sfoggia un crescendo magnifico, e “Spigoli”, chiusa da un’ottima coda strumentale. Maurizio Maremonti & co. hanno salutato infine l’imponente palco dell’Arè con l’incendiaria “Stagioni diverse”. Ha chiuso la serata, presentata da Mariella Dibenedetto e Gioacchino Barile, il concerto della Chop Chop Band, che ha entusiasmato e scaldato la platea con brani ritmicamente trascinanti, tra reggae, cenni di electro-pop e la grinta travolgente del rock, grazie al riconosciuto carisma del cantante Pino Pepsi e alla nota sapienza di Claudio “Kougla”, nonché alla destrezza e alla passione di ottimi guest musicians come Marco Valerio (batteria, percussioni), Ruggiero Balzano (basso), Cosimo Matteucci (chitarre) e Francesco Santalucia (pianoforte, tastiere), tutti componenti della Shaka band. Esperienza, classe, passione sono stati gli ingredienti fondamentali per dare vita ad un concerto senza respiro, grazie a brani di grande impatto arrangiati con gusto e sapienza senza scivolare mai nel banale. La Chop Chop sta attualmente cominciando il miraggio del suo nuovo disco e nel mese di giugno ha visto pubblicato il remix della loro “Sunshine” a cura di Taz(Simon Duffy, già produttore dei Planet Funk), nella compilation giapponese della Nitelist Japan "Emma House 2015" di dj Emma. Il prossimo 24 agosto il gruppo aprirà il concerto di Casino Royale e Shaggy in occasione della manifestazione "Acqua in testa", che avrà luogo presso il lungomare barese.
Soddisfazione è stata espressa per il successo della serata, preparata tra mille sacrifici ma con tanta forza di volontà e fiducia nel “sogno” di allestire anche quest’anno una splendida vetrina di valore per le band emergenti, dall’intera organizzazione dell’Arè Rock Festival,mentre elogiative e incoraggianti sono state le parole di Marcello Balestra,che ha dichiarato alla Gazzetta del Mezzogiorno:"Esprimo il mio più totale apprezzamento per l'organizzazione e per l'alta qualità della musica proposta.Credo che l'Arè Rock Festival rappresenti una realtà da imitare con delle ottime potenzialità che lo possono proiettare a candidarsi come manifestazione leader tra quelle esistenti.Mi ha molto colpito la passione dei giovani organizzatori e la Chop Chop Band".
La manifestazione si è avvalsa come mediapartner quest’anno del programma radiofonico inglese Radio Sofia, prodotto e presentato dall'artista Emilia Telese, del quinto portale di informazione musicale italiano per numero di visitatori, Musicalnews.com, della testata giornalistica quotidiana telematica CultTime, della milanese Radio Baldanza, del primo mensile gratuito di musica e concerti nato in Italia, MusicClub e del sito di informazione musicale MusicBoom.it. Gli eventi della manifestazione sono stati documentati con foto e video dalla BBC Group di Sabino Balestrucci, Dario Battaglia ed Enzo Campanella.
L'edizione 2008 ha previsto inoltre una Sezione speciale intitolata “Una canzone per il Darfur”, a cui hanno partecipato Garnet e i finalisti Chendisei.
Durante ogni serata del festival, è stato possibile firmare una petizione del movimento Italians for Darfur, che chiede ai canali televisivi nazionali di dare un maggior spazio all'informazione sulla tormentata regione sudanese.
Vincitori dell’edizione 2007 del concorso erano stati Giovanni Block e i Masnada, il cui valore è diventato sempre più palese nei mesi, con la vittoria del premio Siae/Tenco e la tournee teatrale del cantattore napoletano e della sua band. La giuria dell’Arè ci vide giusto e individuò tra i centinaia di iscritti un vero giovane talento: c’è da aspettarsi una carriera meritatamente luminosa anche per La Fame di Camilla.
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