Sepultura A-Lex (Spv) dal Brasile senza legge
di: Emanuele Gentile
Passati gli anni di gloria per i Sepultura? Neanche per sogno! L’ascolto di A-Lex rivela una band non solo viva e vegeta, ma straripante. Dopo aver venduto ben 15 milioni di album i Sepultura potrebbero campare di rendita. Sono uno dei gruppi thrash più riveriti e popolari al mondo.
Invece, non domi e incapaci di sentirsi “pensionati di lusso” sfornano il loro decimo album. Tanto per far capire che ci sono e che sono pronti ad offrirci legnate dall’impressionante potenza distruttiva.
“A-Lex”, espressione russa che significa “assenza di legge”, vede il debutto del batterista Jean Dollabella. Un batterista in grado di apportare nuove idee a un gruppo che ha già dato molto a costruire un sound polivalente e mai ripetitivo.
“A-Lex” è un album composto da ben diciotto brani che rovesciano addosso al povero ascoltatore un torrente di note senza momenti di sosta. C’è da sbizzarirsi ascoltando il nuovo album dei Seps (così i loro fan li chiamano). L’architrave portante del sound è come sempre il thrash metal. Su questo asse i Sepultura costruiscono un sound globale e senza confini. Dal Brasile abbracciano l’intero scibile musicale esistente. Ecco allora tutta una serie di situazioni dove emergono echi tribal. Altri hardcore. Altri ancora nu metal/groove. Anche world music.
Tutte queste differenti sensazioni musicali vengono inseriti in un gigantesco frullatore dove il cantante spinge al massimo il parossismo espressivo, la chitarra di Andreas Kisser disegna geometrie brutali, il basso di Paulo Jr. impone ritmi d’infarto e infine il nuovo batterista che mette in moto la batteria come un camion diesel.
Un album forse non facile, non unidirezionale, ma affascinante ed esemplare. Un album da ascoltare con perizia.
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