Mario Giammetti - Musical Box. Le canzoni dei Genesis dalla A alla Z (Arcana 2010), una suite di rock dreams
di: Giancarlo Passarella
Ben 450 pagine per analizzare (con gusto, leggiadra e lente d'ingrandimento) quello che e' uscito da quella cooperativa di compositori che sono stati i Genesis: ovviamente solo il Giammetti poteva riuscire in questa opera omnia! Ben 450 pagine per analizzare (con gusto, leggiadra e lente d'ingrandimento) quello che e' uscito da quella cooperativa di compositori che sono stati i Genesis: ovviamente solo il Giammetti poteva riuscire in questa opera omnia!
Qualche mese fa di Giovanni De Liso e' stato pubblicato un libro che presenta i testi griffati Genesis, proponendone anche un commento: il libro di Mario Giammetti affronta invece le singole canzoni come fossero parte integrante di un momento, una fotografia di un reale piu' o meno vero, un quadro di una esposizione alla quale volentieri partecipiamo.
Considerando anche la concezione concept dei primi dischi dei Genesis, e' ovvio che l'analisi di ogni canzone debba tener conto del contesto in cui e' nata e poi ha operato, raccogliendo (o meno) consensi o facili interpretazioni: a questo si aggiunga il fatto che come italiani il nostro e' un inglese appena velato di vera conoscenza, spesso letterario o peggio frutto dei vari metodi BBC per stranieri. Dello slang o del cockney non ne sappiamo nulla, bollando espressioni ostiche a tradursi come frutto del dialetto in cui l'artista si cimenta: da Brighton a Liverpool, la lingua inglese ha colori e sapori assai distanti ed e' come passare da Bari a Cremona, se paragonata a quella italiana.
Aiutato anche da una carta retro', il libro sembra proprio un diario di uno dei membri dei Genesis: in fondo Mario Giammetti lo e' uno di loro ed ha avuto il compito (postumo) di raccoglierne le memorie, cercando di sfruttare la canzone singola come chiave o passepartout per capire quel preciso fotogramma. La parte analitica del brano, viene subito esaurita in apertura di ogni scheda: compaiono infatti i riferimenti storici e burocratici, come ad esempio i dischi che contengono quel brano, ma anche l'elenco dei musicisti che l'hanno composta. Intelligente poi mi sembra lo spazio che ogni scheda possiede: non importa se si parli di iper successi come Follow you, Follow me o di canzoni spesso considerate minori, perche' ad ognuno le riflessioni occupano lo stesso spazio e numero di righe, mantenendosi cosi' con un modus operandi didascalico, ma non antipatico. Ed e' giusto che sia cosi', perche' per ogni artista la canzone e' paragonata ad un figlio: avete mai visto una mamma che fa distinzioni tra i suoi pargoli, stilando una classifica meritoria? Anzi... spesso il figlio piu' sfortunato, riceve piu' calore: quindi anche Mario Giammetti (nei panni materni di un diligente scrivano, assunto da anni nel ruolo di deus ex machina del magazine Dusk, the Genesis magazine) al brano meno noto (o inedito) dedica la stessa cura e lo stesso amore riservato ad un evergreen dei Genesis.
Come recita la quarta di copertina ...Ci siamo sempre considerati, prima di ogni altra cosa, una cooperativa di compositori. Per noi, le canzoni sono la cosa piu' importante dei Genesis..., dichiarazione del 1974 del Signor Peter Gabriel ....
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