Sempre graffianti i Tygers of Pan Tang autori di un adrenalinico Ambush (Rock Sector)
di: Emanuele Gentile
Per certi gruppi il tempo non passa davvero. Prendete ad esempio i Tygers of Pan Tang gruppo simbolo della Nwobhm. Sono in attività da più di trent’anni, ma non sentono affatto il trascorrere del tempo. Anzi… Corrono più di prima! Quando venni a sapere che i Tygers of Pan Tang avevano realizzato il loro nuovo album mi attivai subito per averne una copia. Una recensione su Musicalnews doveva essere fatta. L’avete capito un album al giorno dei Tygers of Pan Tang toglie il medico di torno. Mettono addosso una sensazione di pura adrenalina che non vi dico. Pertanto, scrissi a Jacopo Meille (il loro cantante italiano – nda) e di lì a qualche giorno il postino mi fece un bel regalo. Il nuovo album dei Tygers of Pan Tang era finalmente con me! Ascolto immediatamente “Ambush”. La magia del leggendario quintetto albionico è sempre presente. Tutte le specificità che li hanno resi così unici sono non solo rimaste inalterate, ma subiscono un generale trattamento di cesello. In breve, i Tygers of Pan Tang ci sono. Eccome!
Certo parlarvi dei Tygers of Pan Tang è rileggere la grande storia dell’heavy metal britannico a cui il gruppo ha dato tanto sia come popolarità che dal punto di vista più prettamente tecnico. Il gruppo nasce nel 1978 ad opera di Jess Cox (cantante), Robb Weir (chitarre), Richard “Rocky” Laws (basso) e Brian Dick (batteria). Agli inizi suonavano in locali per soli uomini. Dopo la solita gavetta furono messi sotto contratto dalla Neat Records a cui subentrò subito dopo la potente major Rca. Per i cui tipi fu pubblicato nel 1980 quel “Wild Cat” considerato da molte persone uno dei manifesti della Nwobhm. L’album arrivò al numero 18 delle chart britanniche! John Sykes raggiunse la band e fu presente in due album: “Spellbound” (1981) e “Crazy Nights” (1982). Anche questi album ebbero un grandissimo successo di pubblico e di critica.
Chiamato per un’audizione da Ozzy Osbourne, John Sykes lasciò la band per essere sostituito da Fred Purser. La band pubblicò un altro album “The Cage” che sancì la rottura con l’etichetta accusata di non aver supportato adeguatamente la nuova release. Per un paio di anni il gruppo smette le proprie attività per riprenderle fra il 1985 e il 1987. In questo periodo fu pubblicato “The Wreck-Age” che non andò affatto bene e la band fu costretta a sciogliersi nuovamente. Solo nel 1999 i Tygers of Pan Tang si riformano con una line-up in condominio con i Blitzkrieg, altri eroi della Nwobhm. Nel 2001 viene pubblicato “Mystical” su Z-Records. Nonostante l’album fosse stato ben accolto l’etichetta rescisse il contratto per scarse vendite. Nel frattempo produrre uno split commemorativo con le Girlschool e Oliver/Dawson Saxon. Il 2004 è l’anno della release di “Noises in the Cathouse” con Richie Wicks. Lo stesso anno Wicks se ne va sostituito dall’italiano Jacopo Meille da Firenze. Quattro anni dopo è la volta di “Animal Instict”. Nel 2011 i Tygers of Pan Tang firmano per la Rock Sector per i cui tipi viene pubblicato il nuovissimo “Ambush”.
La formazione che ha registrato e prodotto “Ambush” è la seguente: il vanto nazionale (ogni tanto lasciatemi essere nazionalista – nda) Jacopo Meille alla voce, Robb Weir e Dean “Deano” Robertson alle chitarre, Gav Gray al basso e Craig Elklis alla batteria. “Ambush” è un tipico album dei Tygers of Pan Tang. In che senso? Il gruppo è sempre stato conosciuto per il suo rumoroso ed energetico rock’n’roll suonato molto velocemente. Orbene, queste caratteristiche vengono riproposte interamente in “Ambush”. Tuttavia hanno necessitato di alcune limature. Il sound ora è più mid-tempo. C’è un maggiore feeling armonico che da ai pezzi una bella venatura epica. I fraseggi delle chitarre cercano di equilibrare la potenza con la velocità. E ci riescono alla grande. La base ritmica fornisce un prezioso lavoro di orpello che permette al sound di essere sempre vario e dinamico. Su tutti si erge la voce di Jacopo Meille che da un contributo davvero importante all’economia complessiva del sound dei Tygers of Pan Tang. Un momento è riflessivo. Un altro “rough”. Un altro ancora potente. Un grande cantante? Sicuramente. Voglio citare tutti i brani dell’album: “Keeping me Alive”, “These Eyes”, “One of a Kind”, “Rock & Roll Dream”, “She”, “Man on Fire”, “Play to Win”, “Burning Desire”, “Hey Suzie”, “Mr. Indispensible” e infine “Speed”. Undici brani di vero heavy rock britannico!
Le tigri sono tornate. Un consiglio fatevi pure graffiare. I graffi delle tigri non hanno mai messo in pericolo nessuno. Sono in giro dal 1978 e il tempo non sembra essere passato. Per nulla. Qual è il segreto di tutte queste band sorte negli anni settanta e che godono di una freschezza e vitalità che spesso latita nei gruppi più giovani. Comunque sia “good vibes with your Tygers of Pan Tang”!
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