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Luca Madonia e'… Vulnerabiledi: Antonio Ranalli Luca Madonia torna con un nuovo bellissimo album. Si tratta di “Vulberabile” (Don’t Worry / Storie di Note), che contiene anche un duetto con Franco Battiato. “Vulnerabile” è il quinto disco solista di Luca Madonia, dopo i quattro gloriosi album realizzati negli anni ’80 sotto la sigla Denovo, un’esperienza che ha segnato profondamente la storia del rock italiano e che nella vita di Luca non è mai uscita di scena. Per oramai ventidue anni di carriera all’insegna dell’eleganza e della freschezza compositiva. Come dimostra ancora una volta con questo nuovo progetto, in cui ha scelto di farsi produrre artisticamente dal vecchio amico Fabrizio Federighi, già fondatore della storica Kindergarten e compagno dell’avventura Denovo perlomeno fino al 1988 nello storico album “Così Fan Tutti”, esperienza finita sul palco di Sanremo con il brano Ma che idea. Ma soprattutto da Rolando D’Angeli, nome storico per la musica in Italia, già fautore dei grandi successi di Nek, Giorgia, Kelly Joyce, Umberto Tozzi, Amedeo Minghi, Michele Zarrillo ed organizzatore di eventi a livello internazionale, oggi anche manager di Patty Pravo. In “Vulnerabile” Luca Madonia si mette a nudo ancora una volta con grande sincerità e maturità. Senza concedere nulla alle mode, ma portando avanti la sua linea musicale personalissima e dai timbri inconfondibili. Gentleman del rock come pochi ce ne sono in circolazione. Il destino ancora una volta gioca un ruolo decisivo e infatti Madonia rincontra dopo molti anni Fabrizio Federighi in occasione dell’uscita di una recente biografia pubblicata sui Denovo: “Tempi di libero rock” (Arcana). La scintilla covava sotto la cenere ed è un lampo ritrovarsi insieme come una volta quando scandivano il tempo delle notti del rock italiano e contribuivano a costruirgli una nuova dentatura. “Vulnerabile” si riaggancia dunque alle esperienze indimenticabili di dischi dei Denovo come “Unicanisai”, “Persuasione”, “Così fan tutti”, anche se questo capita solo dal punto di vista della modalità realizzativa. Per il resto i dieci brani del disco formano il ritratto perfetto di un artista che ama i contorni levigati, gli autoritratti, il gioco di specchi, ma anche riabbracciare le antiche chitarre. Sono dieci canzoni sulla fedeltà alla musica, ad una precisa idea artistica. Canzoni sull’essere più che sull’apparire. Un album in dieci capitoli in cui Madonia decide ancora una volta di fare outing, di rivelare e rivelarsi. Dichiarando la sua fragilità, il suo detestare la schiera di superuomini che invadono troppo spesso le nostre strade e le nostre giornate. Il racconto lucido e romantico di un post adolescente diventato troppo grande per sopportare l’isteria collettiva ma non tanto per definirsi adulto. L’artista fin dalla prima canzone confessa senza ritrosie la sua insicurezza, elencando i suoi punti deboli, ma con positività e languore. Un disco che spalanca un nuovo discorso sulla fragilità e sulla conseguente indignazione di un individuo che ha raggiunto un discreto livello di insicurezza nella società di oggi, avendo accettato il tempo che passa ed imparato a convivere con la propria natura. Un alternarsi perfetto tra tematiche personali a canzoni più impegnate socialmente con la finale consapevolezza che comunque anche in un rapporto siamo e possiamo restare sempre e solo da soli. Poi esattamente a metà del discorso arriva la strepitosa cover di un classico dei Moody Blues: “Nights In White Satin”, tratto da quel loro album concept del 1967 “Days Of Future Passed”. Ed è il perfetto spartiacque del disco. Come un intermezzo che viene a spezzare la commedia rappresentata. In scena ancora una volta Luca Madonia con la sua voglia di suonare chitarra e pianoforte e tastiere, ma soprattutto di cantare, di mostrare le sue straordinarie capacità vocali, quel timbro e colore di voce inconfondibile che in questo lavoro risalta come mai prima era successo in precedenza, come uno strumento esemplare, voce che diventa suono, timbrica, venatura. Inseguendo in tutto e per tutto solo le sue iniziali intenzioni ed intuizioni musicali ed armoniche. Unico ospite ancora una volta l’amico Franco Battiato, a cui lo lega un’assidua frequentazione, una stima reciproca, da portarlo a scegliere di cantare insieme a Luca nel brano “Quello che non so di te”. E per Luca Madonia la perfetta terapia di questo disco solista, “vulnerabile” ed imprevedibile. Ne abbiamo parlato con l’artista. Articolo letto 10750 volte Riferimenti Web
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