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Pubblicato il 08/02/2010 alle 20:35:12Commenti alla notizia: Leggi - Inserisci nuovo

Gerardo Casiello e la sua Contrada (Teatro Palladium, Roma, 5/02/2010)

di: Alessandro Sgritta

Lo scorso 5 febbraio al Teatro Palladium di Roma il cantautore Gerardo Casiello ha presentato il suo primo disco Contrada Casiello accompagnato dalla sua omonima band, tra gli ospiti della serata Rita Marcotulli, la Stradabanda e Federico Rosati.

Lo scorso 5 febbraio al Teatro Palladium di Roma il cantautore Gerardo Casiello ha presentato il suo primo disco Contrada Casiello accompagnato dalla sua omonima band, tra gli ospiti della serata Rita Marcotulli, la Stradabanda e Federico Rosati (il primo a sinistra nella foto con Rita Marcotulli al centro e Gerardo Casiello a destra).

Tutto esaurito al Teatro Palladium (con decine di persone rimaste fuori) e pubblico delle grandi occasioni (in platea tra gli altri anche Lilli Greco, celebre produttore di Paolo Conte e Avion Travel) per il primo concerto di presentazione del nuovo disco di Gerardo Casiello, cantautore sannita di origine (nato a San Giorgio del Sannio) ma ormai romano d'adozione, che alla fine dello scorso anno ha pubblicato l'album "Contrada Casiello" per la Poliedizioni di Pietro Paluello. Il disco è stato prodotto artisticamente da Francesco Giannattasio (tra i fondatori del Canzoniere del Lazio, anche lui in platea) e registrato in Umbria nello studio di Pasquale Minieri (ex Carnascialia e Canzoniere del Lazio).

Dopo un'introduzione recitata dell'attore Federico Rosati (che ha ideato lo spettacolo-concerto “Chetepozzanaccide - Un brindisi con Matteo Salvatore”, di cui fa parte anche Gerardo Casiello, che hanno portato con successo in giro per l'Italia l'estate scorsa) che legge alcuni estratti dei testi di Casiello, parte la musica de "La gazza ladra" di Rossini che serve a far entrare i musicisti della Contrada Casiello: Antonio Ragosta alle chitarre, Emiliano Pallotti alla fisarmonica, Stefano Napoli al contrabbasso e Pasquale Angelini alla batteria, oltre allo stesso Gerardo Casiello (voce, pianoforte, chitarra e banjo) che rimane di spalle in penombra facendo finta di dirigere l'orchestra.

Gerardo si siede quindi al pianoforte e attacca a suonare "Il festino", brano dal sapore folk che ha il tema strumentale ispirato alla tarantella di Montemarano (e che nel disco è suonato con la Stradabanda). Dopo aver presentato la Contrada Casiello rimane al piano ancora per due brani: la divertente rumba "Pallottole e macumba" piena di doppi sensi ("mi ritrovo con una canna in bocca che non posso fumare", quella di una pistola) e il lento "Che m'importa", in cui Gerardo dimostra tutte le sue doti di raffinato chansonnier e intrattenitore consumato da jazz club. Parte quindi una sequenza registrata con i dialoghi di un film e Gerardo si sposta al centro del palco per cantare "Il giudizio universale", arrangiata in chiave folk-jazz, dove si esprimono tutti i desideri mai confessati: poter baciare tutte le donne che non si sono avute, assaggiare tutto quello che non si è mangiato mai, cantare la propria musica e pregare per salvarsi l'anima, "ma questa richiesta si doveva inoltrare il giorno prima", forse è troppo tardi.
Il clima di caotica festa rimane lo stesso per la successiva "Animali in rotta" con Gerardo in piedi al tamburello, dove sfilano tutti i personaggi della vita di paese che ricorrono nelle canzoni di Casiello: il barbiere, il consigliere comunale, l'assessore, il maresciallo e il prete, suore e pornodive, in una naturale fusione tra sacro e profano tipica dell'atmosfera di provincia.
Segue un sentito omaggio a Domenico Modugno con "Marinai, donne e guai" (era il lato B di "Femmine di lusso" del 1960), interpretata in un modo molto teatrale adatto alla canzone e al suo autore. Il percussionista Karl Potter non ha potuto essere presente a causa di un piccolo incidente domestico sulla successiva "Sciolgo il voto (Palestina)", che racconta la storia di due amanti e viene eseguita prima solo da voce e fisarmonica e poi da tutta la band in un arrangiamento arabeggiante.
Il gruppo si sposta quindi al centro del palco per eseguire in un set acustico i brani "Filo di luce" con Gerardo al chitarrino e poi alla chitarra classica per l'inedito "Semafora" (che non è nel disco) con il batterista al cajon che poi torna al suo posto per il lento "Mon desir mon amour", ancora in perfetto stile da chansonnier francese.
Il gruppo esce e Gerardo presenta il primo ospite della serata, la grande pianista jazz Rita Marcotulli, che prima improvvisa un assolo in solitudine e poi lo accompagna in "Sguardi su sguardi", un altro inedito per piano e voce non presente sul disco. Quindi è la volta di un'altra cover del passato con "Ma cos'è questa crisi?" di Rodolfo De Angelis del 1933, brano molto ironico e divertente che si rivela ancora di estrema attualità, suonato con tutta la band.
Gerardo ricorda quindi Lhasa de Sela, una bravissima cantautrice americana (di origine messicana) scomparsa all'inizio dell'anno ancora molto giovane, di cui Casiello ha tradotto "Toda palabra" in italiano "Con ogni parola" che esegue al piano.
Presenta quindi la sua "Il poeta" che è la storia di Enrico, un suo conoscente "da Monterone con furore" che voleva cercare fortuna in America per diventare "un professore di cultura e spessore" e poi tornò in Italia senza averla trovata, a cui viene dedicata la canzone con un finale geniale che scandisce le sillabe della terzina "so-re-ta"!.
Sempre al piano Gerardo esegue quindi una versione molto honky-tonky di "Ah l'amore", prima di presentare ancora la sua band e di far entrare i 52 elementi (ma sembrano molti di più) della Stradabanda di Testaccio, l'orchestra popolare diretta da Paolo Montin con cui esegue prima le sue "Il festino" e "Il giudizio universale" (quest'ultima è presente anche nel disco in una doppia versione) e poi la celebre "Azzurro" scritta da Paolo Conte per Celentano. Dopo i saluti e i ringraziamenti di rito, mentre la Stradabanda lascia il palco Gerardo richiama gli ospiti sul palco (Rita Marcotulli e Federico Rosati) e a grande richiesta come bis esegue "Vecchio frack" di Modugno prima da solo al pianoforte e poi con tutta la band ("è giunta mezzanotte, si spengono i rumori...").
Un grande applauso meritato (anche dagli assenti che sono rimasti fuori o non sono potuti venire al concerto) per questo giovane cantautore appena nato ma già maturo e con una sua personale cifra stilistica in piena crescita.

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