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Pubblicato il 25/06/2007 alle 11:12:52Commenti alla notizia: Leggi - Inserisci nuovo

Metasax, anteprima del Roma Jazz Festival dal 25 giugno al 6 luglio

di: Alessandro Sgritta

Al via con la prima delle tre serate dedicate al progetto Masada di John Zorn l'anteprima del 31° Roma Jazz Festival, che ha per titolo MetaSax e si sposterà dall'Auditorium Parco della Musica alla Casa del Jazz a Villa Celimontana, fino al 6 luglio.

Al via oggi 25 giugno con la prima delle tre serate dedicate al progetto John Zorn Masada (nella foto il Masada quartet) l'anteprima del 31° Roma Jazz Festival, che ha per titolo ''MetaSax'' e si sposterà dall'Auditorium Parco della Musica alla Casa del Jazz a Villa Celimontana, fino al 6 luglio, e ospiterà nei prossimi giorni musicisti come The Yellow Jackets, Jan Garbarek, Joey DeFrancesco, Ron Blake, Gato Barbieri.

Dopo essere stato uno dei protagonisti delle ultime due edizioni di Luglio Suona Bene e aver riscosso un enorme successo registrando sempre il tutto esaurito, l’Auditorium Parco della Musica di Roma dedica a John Zorn e alla sua musica un vero e proprio festival. Sarà un’occasione unica per ascoltare in tutte le sue declinazioni, nella versione acustica, elettrica e orchestrale, il progetto Masada ispirato alla musica e alla cultura ebraica e, in proprie formazioni, dal solo al duo fino all’ensemble più largo, i nomi più noti del jazz contemporaneo, in un viaggio emozionante attraverso klezmer, be bop, jazz contemporanea, surf rock, hardcore e musica classica. Masada raccoglie intorno a sé molti musicisti alle prese con un songbook di oltre trecento brani, una fonte inesauribile di ispirazione e di combinazioni che John Zorn porta avanti da oltre dieci anni e che rivela ogni volta, in ogni concerto una energia unica. Masada vuole riportare alla luce, re-interpretare e infondere nuova linfa vitale alla tradizione musicale ebraica

In programma lunedì 25 giugno il concerto in solo del violoncellista Erik Friedlander, che farà una prima esplorazione dei territori di Masada attraverso l’inventiva, il virtuosismo e la capacità di improvvisare unica che lo contraddistinguono; il trio di Jamie Saft, pianista e multistrumentista chiave di Electric Masada, che rilegge nella formazione classica del trio jazz il repertorio di Masada; la formazione Bar Kokhba, l’ensemble cameristico di corde e percussioni in cui il Masada String Trio si incontra con la batteria di Joey Baron e le percussioni di Cyro Baptista.

Martedi 26 giugno aprirà la serata il geniale chitarrista e storico collaboratore di Masada Marc Ribot con il suo trio. A seguire il violinista Mark Feldman, già componente del Masada String Trio, stella del jazz d’avanguardia si esibirà in duo con la pianista Sylvie Courvoiser giovane promessa della moderna musica di ricerca. Insieme proporranno i temi di Masada magistralmente arrangiati per violino e pianoforte dalla Courvoisier. Ultima formazione della serata il classico Masada Quartet (nella foto) composto da John Zorn, Dave Douglas, Greg Cohen e Joey Baron, la formazione storica originaria di Masada.

La serata di mercoledi 27 giugno vedrà esibirsi in solo il pianista Uri Caine, uno dei personaggi più innovativi della scena musicale contemporanea, collaboratore di John Zorn, che nella sua musica unisce con inventiva musica ebraica, classica ed elettronica. Subito dopo tre grandi virtuosi delle corde si incontreranno per interpretare il repertorio di Masada nel Masada String Trio, una delle formazioni più originali e potenti per virtuosismo, interplay e passione. A conclusione della rassegna il gruppo Electric Masada uno degli ensemble più sorprendenti degli ultimi anni che unisce l’hard rock e il jazz elettrico al lirismo di Masada .

John Zorn è uno dei musicisti più estremi degli ultimi anni, esponente della avanguardia downtown di New York, si è ispirato, nella sua produzione musicale, ai compositori americani Charles Ives, John Cage, Harry Patch e a jazzisti come Anthony Braxton, Ornette Coleman, Jimmy Giuffre e Roscoe Mitchell. Amante dell’interpretazione libera e dell’improvvisazione, la sua tecnica al sax contralto è unica e impressionante. La sua musica attraversa diversi generi ma alla base di ogni suo imprevedibile concerto c’è soprattutto violazione dei confini e potente creatività.
Nato a New York nel 1953, dal 1974 è musicista attivo del lower east side di New York e diviene presto un esponente rappresentativo dell’avanguardia della “downtown” applicando la “teoria del gioco” alla struttura dell’interpretazione libera, una tecnica parallela a quella della “conduzione” di Butch Morris. Lo studio appassionato del bebop e la sua tecnica al sax contralto “affilata come un rasoio” gli procurano ampia considerazione da parte dei musicisti jazz. Naked City (Frisell alla chitarra, Horvitz alla tastiera, Fred Frith al basso, Joey Baron alla batteria) diviene il veicolo con cui John Zorn riesce a passare attraverso lo Sleaze – Jazz, il surf rock e l’hardcore: il loro emozionante debutto nel 1990 per la Elektra Records è l’avvio di un periodo, che durerà per tutti gli anni ‘90, di altre registrazioni impegnative e provocatorie (con la collaborazione a tempo pieno di Yamatsuka Eye cantante dei Boredoms). Alla metà degli anni ‘90 dà vita a Masada per esplorare la cultura e la musica ebraica.


''Dalla musica jazz il sassofono ha ricevuto quella consacrazione che lo ha reso strumento tra i più popolari, crescendo velocemente d’importanza sulla scena mondiale grazie anche alle sue doti di espressività e duttilità.
Ecco quindi l’idea di dedicare il festival ai grandi maestri ed ai giovani talenti che con il sassofono esprimono la grande arte del jazz.
la domanda che ci poniamo è: possiamo ancora parlare di “metasassofono”? Esiste ancora la differenza tra sax “rivoluzionario” e sax “borghese”? Il jazz si è uniformato ad un mainstream globalizzato? Esiste ancora la ricerca e l’innovazione nel linguaggio jazz? I sax rappresenta ancora la voce delle istanze degli afro-americani? Con questa 31ma edizione del Roma Jazz Festival cercheremo delle risposte attraverso un programma variegato che contempla le migliori “voci” della scena jazz internazionale di questi ultimi cinquant’anni. Il programma estivo è solo una anteprima del festival che si terrà il prossimo novembre''.

(Mario Ciampà, Direttore Artistico)


PROGRAMMA DEL FESTIVAL

25 GIUGNO 2007
AUDITORIUM PARCO DELLA MUSICA
Sala Sinopoli – ore 21.00 - Ingresso 30 Euro

JOHN ZORN MASADA
In co-produzione con la Fondazione Musica per Roma

ERIK FRIEDLANDER SOLO
Erik Friedlander cello
JAMIE SAFT TRIO
Jamie Saft - piano
Greg Cohen - bass
Kenny Wollesen - drums
BAR KOKHBA
Marc Ribot - guitar
Mark Feldman - violin
Erik Friedlander - cello
Greg Cohen - bass
Cyro Baptista - percussion
Joey Baron - drums


26 GIUGNO 2007
AUDITORIUM PARCO DELLA MUSICA
Sala Sinopoli – ore 21.00 - Ingresso 30 Euro

JOHN ZORN MASADA
In co-produzione con la Fondazione Musica per Roma

MARC RIBOT TRIO
Marc Ribot - guitar
Trevor Dunn - bass
Calvin Weston - drums
MARK FELDMAN/SYLVIE COURVOISIER
Mark Feldman violin
Sylvie Courvoiser - piano
MASADA QUARTET
John Zorn - sax
Dave Douglas - trumpet
Greg Cohen - bass
Joey Baron - drums


27 GIUGNO 2007
AUDITORIUM PARCO DELLA MUSICA
Sala Sinopoli – ore 21.00 - Ingresso 30 Euro

JOHN ZORN MASADA
In co-produzione con la Fondazione Musica per Roma

URI CAINE SOLO
Uri Caine - piano
MASADA STRING TRIO
Mark Feldman - violin
Erik Friedlander - cello
Greg Cohen - bass
ELECTRIC MASADA
John Zorn - sax
Marc Ribot - guitar
Jamie Saft - keyboard
Ikue Mori - electronics
Trevor Dunn - bass
Cyro Baptista - percussion
Joey Baron - drums
Kenny Wollesen - drums



Biglietto singola serata: Platea 30 euro; Galleria 20 euro
Biglietto per tre serate: Platea 60 euro; Galleria 40 euro


1 LUGLIO 2007

VILLA CELIMONTANA
Ore 21, 00 – ingresso 15 euro
THE YELLOWJACKETS
In collaborazione con Villa Celimontana

BOB MINTZER: sax tenore, ewi; RUSSELL FERRANTE: pianoforte, tastiere; JIMMY HASLIP: basso elettrico; MARCUS BAYLOR: batteria.

Nel 1981 un piccolo e talentuoso gruppo capitanato dal chitarrista e virtuoso Robben Ford inizia a forzare i confini del jazz grazie ad un suono intenso e riconoscibile che incorpora elementi di bebop funk R&B e rock. Si fanno chiamare Yellowjackets; il loro impatto sulla scena è immediato. Tutto questo accade 25 anni fa.
Da allora la formazione originale ha inciso 22 dischi, sono stati pluripremiati per la loro attività, vissuto un alternarsi di nomi e facce e ad oggi la visione musicale dei YellowJackets è ancora strettamente legata alle origini del jazz improvvisato che attinge ad una vasta gamma sonora e che sovrasta ogni possibile categorizzazione; un quarto di secolo non ha in alcun modo scalfito l’impatto di questa formidabile band.


2 LUGLIO 2007

AUDITORIUM PARCO DELLA MUSICA
Cavea– ore 21.00 - Ingresso 25 Euro
JAN GARBAREK GROUP
In co-produzione con la Fondazione Musica per Roma

JAN GARBAREK – sax tenore, sax soprano; EBERHARD WEBER – basso elettrico; RAINER BRÜNINGHAUS – tastiere; MANU KATCHÉ – batteria

Il sassofonista e compositore norvegese Jan Garbarek è da anni un efficace sperimentatore di nuovi confini del jazz, della musica classica e della world music. La sua musica costituisce una delle bandiere della casa discografica ECM, che praticamente ha pubblicato tutti i suoi dischi. A partire dalla fine degli anni settanta, Garbarek ha sviluppato uno suo stile di ispirazione lieve e lunare che utilizza toni acuti e lunghe note sostenute che ricordano gli inviti alla preghiera islamici nonché l’uso generoso del silenzio. Seguace della prima ora del free jazz di Albert Ayler e Peter Brötzmann, nel 1973 voltò le spalle alle aspre dissonanze del jazz d'avanguardia. In qualità di compositore, Garbarek si ispira profondamente alle melodie folk della Scandinavia, una eredità dell’influenza di Albert Ayler. È un pioniere delle composizioni di ambient jazz, degno di nota a questo proposito è l’album Dis del 1976. Dopo aver registrato una serie inaspettata di album di avanguardia, Garbarek ha raggiunto le vette internazionali a metà degli anni settanta suonando jazz post-bop, sia come leader che come componente del famoso “European Quartet” di Keith Jarrett. Nella metà degli anni ’80 la sua musica ha cominciato ad incorporare sintetizzatori ed elementi di world music. Nel 2005, l’album In Praise of Dreams ha ottenuto la nomina per il Grammy Award.


3 LUGLIO 2007

CASA DEL JAZZ
Ore 21, 00 – ingresso 15 euro
JOEY DEFRANCESCO TRIO - RON BLAKE
In collaborazione con la Casa del Jazz

JOEY DEFRANCESCO: hammond B3; RON BLAKE: sax tenore; .JAKE LANGLEY: chitarra; BRYON LANDHAM: batteria.

JOEY DEFRANCESCO
Il percorso artistico e musicale dell’allora diciassettenne di Philadelphia Joey De Francesco ha inizio nel 1989 con “All of Me”. Le potenzialità del musicista si palesano immediatamente: l’approccio all’Hammond B-3 è da vero virtuoso, tanto che durante gli anni ’90 De Francesco impone nuovamente il suono di quell’organo, che era in grande voga tra gli anni 60 e 70 e di cui si era successivamente persa quasi ogni traccia. De Francesco oltre ad essere un virtuoso, è anche un eccezionale entertainer capace di creare aspettativa e tensione tra il pubblico; nessun altro organista possiede infatti l’abilità, la profondità armonica e l’autorevolezza del fenomeno di Philadelphia.
Oltre venti titoli da solista e legami storici con Miles Davis, Jimmy Smith, Bobby Hutcherson, Elvin Jones e John McLaughlin, fanno di De Francesco un’icona della scena jazz (prova ne sono i cinque DownBeat Critics Polls awards dal 2002 al 2006.

RON BLAKE
Nativo delle Isole Vergini, è uno dei più richiesti sassofonisti jazz della scena americana attuale. A proprio agio nell’hard bop come nel soul jazz, nei ritmi latini come nel funk, la sua carriera è segnata da incontri importanti e sperimentazioni continue. Nel 1987, durante il Jazz Festival delle Isole Vergini, ha occasione di suonare con alcuni grandi del jazz come Dizzy Gillespie, Bobby Hutcherson, Jimmy Hamilton e Gary Bartz. Trasferitosi negli USA, suona a New York e Chicago, dove s’inserisce brillantemente nella scena jazz con il sassofonista Von Freeman, la Chicago Jazz Orchestra e con altri artisti come Nancy Wilson, Louie Bellson e Clark Terry. Nel ’90, in Florida, guida il il jazz Quartet collaborando nel frattempo con la Florida Symphony Orchestra. Il suo curriculum è zeppo di importanti collaborazioni; suona per cinque anni con il Roy Hargrove Quintet, ma anche con Benny Golson, Jimmy Smith, Arthur Taylor, Art Farmer, Christian McBride e tantissimi altri.


6 LUGLIO 2007

CASA DEL JAZZ
Ore 21, 00 – ingresso 15 euro
GATO BARBIERI GROUP
In collaborazione con la Casa del Jazz

GATO BARBIERI (sassofono) - MARIO RODRIGUEZ (basso) - CHARLES BLENZIG (pianoforte) - ROBERTO QUINTEROS (percussioni) - PORTINHO (batteria)

Negli anni Settanta l'urlo furioso del suo sax tenore ha sedotto una generazione che per vie diverse si stava avvicinando al jazz: il segreto del successo del sassofonista argentino Gato Barbieri risiede però soprattutto in una musica trascinante che fondeva l'irruenza strumentale mutuata dalla lezione coltraniana e dagli umori più infiammati del free jazz con un naturale senso melodico e accattivanti ritmi latini. Il sassofonista argentino è stato in questo senso uno dei precursori di quella che oggi viene comunemente chiamata World Music e nella sua musica si percepiva un'urgenza espressiva che la rende appassionante e comprensibile a tutti. Fra le sue collaborazioni più importanti quelle con Jim Hall e Ted Curson, Don Cherry - con il quale incise "Complete Communion" e "Symphony for Improvisers" - vari progetti di Carla Bley, la Liberation Music Orchestra di Charlie Haden poi. Un'altra delle tappe salienti della sua carriera rimane l'album registrato nel 1968 in duo con il pianista sudafricano Dollar Brand-Abdullah Ibrahim. La stella di Barbieri avrebbe però cominciato a brillare dl luce completamente proprio a partire da un disco come "The Third World", al quale seguirono altri album fortunati come "Fenix", "Ei Pampero", "Bolivia" e vari volumi per la Impulse, tra i quali spiccano i primi due, "Latin America" e "Hasta Siempre". Con l'Italia Gato Barbieri ha sempre mantenuto stretti legami: nei primi anni Sessanta ha vissuto lungamente a Roma, suonando con Enrico Rava, Franco D'Andrea, Giovanni Tommaso e altri, partecipando in seguito alla suite "Nuovi Sentimenti" di Giorgio Gaslini. Nel nostro Paese è anche entrato In contatto con il mondo del cinema (collaborando con il compositore Pietro Umilianì e poi scrivendo la colonna sonora di "Ultimo Tango a Parigi" di Bertolucci) e della musica leggera: è suo il solo nel brano di Gino Paoli "Sapore di sale" e quello di “Che ore so” di Pino Daniele.


ROMA JAZZ FESTIVAL
31ma Edizione

“META SAX”

Per informazioni e prevendite:
www.romajazzfestival.it - 06/56305015

info e prevendite singoli spazi:

AUDITORIUM PARCO DELLA MUSICA - Viale De Coubertin, 30 – tel. 06/8082058;
www.auditorium.com
CASA DEL JAZZ - Viale di Porta Ardeatina, 55 – tel. 06/704731
www.casajazz.it
VILLA CELIMONTANA – Via Della Navicella Tel. 06 5897807 - 06 5833578
www.villacelimontanajazz.com


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